I PROVERBI: - Cu va a Palermu e ‘nun vidi Murriali, sceccu va e sceccu veni (Chi va a Palermo e non visita Monreale, asino va ed asino ritorna) - Fari trasiri lu sceccu pi la cuda (fare entrare l’asino per la coda al contrario. Oppure fare cose che non hanno senso) - Surfaru sugnu e a Licata vaju (sono zolfo e vado a Licata).

Questo detto merita una spiegazione. Lo si attribuisce ad un viandante che aveva chiesto un passaggi ad un carrettiere che trasportava zolfo dalla miniera al porto di Licata. Il carrettiere chese al viandante di pagare l’equivalente del suo peso come se trasportasse zolfo. Trovatosi per strada in difficoltà, il carrettiere chiese aiuto al suo passeggero, il quale appunto rispose: sono zolfo e vado a Licata)

- Unni c’è campani c’è buttani (dove ci sono campane, ci sono puttane)

IL PERSONAGGIO:

LU CURDARU: (il cordaio) trattasi di artigiano che costruiva le corde utilizzando la canapa. Generalmente intrecciava la corda per strada,mischiando a volte anche canapa e spaghi. In questo modo produceva corde per tutti gli usi: la pesca l’agricoltura ecc. . La sua abilità consisteva nel coordinare i movimenti delle mani e dei piedi. Una volta fissata la parte iniziale della corda ad un anello, attaccato al muro, iniziava il rimanente lavoro di intrecciamento che veniva svolto indietreggiando. Da quì il motto antico: camminare all’indietro come il cordaio (jri ‘narriri comu lu curdaru). Il cordaio, a volte, si serviva anche di altre persone, generalmente ragazzi, che contemporaneamente avvolgevano tramite una ruota girata a mano le funi.