La Sicilia su cui giungono i Normanni, nel 1061, rappresentava una sorta di modello tra le "province" che orbitano intorno all'espansione araba del IX secolo. Essa, infatti, era stata conquistata in seguito al jihād promosso da Asad ibn al-Furāt nell'827,

per quanto intorno al 1040 tanto la Sicilia araba che i dominati arabi sparsi nel Meridione d'Italia erano ormai entrati in crisi, soprattutto dopo il fallimento dell'offensiva contro la Calabria del 1031. Diretta conseguenza della disfatta araba in Calabria è il tentativo bizantino di riconquistare l'isola. A portare avanti il progetto c'è Giorgio Maniace e i Normanni giungono inizialmente al suo soldo: tra il 1037 e il 1045, la spedizione riesce a giungere fino a Troina. È a questo punto che vari capi militari arabi fondano poteri autonomi, finché Ibn al-Thumna non ricerca l'ausilio dei Normanni stanziati tra Puglia e Calabria. Quelli che egli considera solo dei mercenari finiranno per prendere l'isola e fondare il futuro regno di Sicilia. Con l'occupazione di Messina da parte di Roberto il Guiscardo e del fratello Ruggero, iniziò la riconquista cristiana della Sicilia. Ruggero d'Altavilla, ultimogenito di Tancredi d'Altavilla, assieme ai suoi fanti e cavalieri "cattolici", professionisti della guerra, provenienti dalle complesse realtà geopolitiche dell'odierno Meridione d'Italia, e che ormai avevano poco in comune con i loro antenati Vichinghi (fase storica tra i secoli VIII e XI), misero dunque piede in Sicilia nel 1061. Dopo aver conquistato Cerami, Troina ed altre città, si impadronirono di Catania nel 1071 e di Palermo nel 1072. Erano ben armati, anche se scarsi di numero, e avevano l'appoggio della marina pisana.

IL NUOVO STATO

Già con la conquista di Palermo vengono fissati i ruoli su cui si fonderanno i futuri rapporti di potere: i musulmani avrebbero conservato i propri giudici, mentre Roberto si attribuisce il titolo di malik, la parola che in arabo indica il re, come testimoniano i numerosi tarì d'oro, le monete da lui coniate. Nel portare a termine l'opera di conquista, il Gran Conte Ruggero si preoccupa di installare vescovi francesi nel territorio: l'alleanza con papa Urbano II ha condotto a quell'esperienza unica di privilegio concesso dal papa ai Normanni, investiti della sua fiducia nella scelta dei vescovi sull'isola, che fu l'Apostolica legazia. Diverso è il peso che viene dato alle diverse popolazioni: musulmani e cristiani di rito basiliano vengono iscritti nelle platee (cioè nelle liste contenenti un inventario dei possedimenti e degli abitanti relativi) come "villani": a loro non è concesso portare armi addosso e sono anche negati i diritti politici. Inoltre, devono pagare un canone sulla terra, che è divisa a parecchiate (corrispondenti ad una misura variabile, che va dai 14 ai 50 ettari). Da questa politica, risultano favoriti gli immigrati latini, in particolare i lombardi, provenienti per lo più dai territori della Marca Aleramica. Impronte di rilievo lasciarono le colonie gallo-italiche, come quella di San Fratello che fu fatta stabilire accanto alla popolazione greca che orbitava intorno al monastero sotto i musulmani. Tale colonia non fu tra le più numerose, ma incise sul dialetto, che fu gallo-italico fino al 1922, quando, a seguito del terremoto, l'abitato fu parzialmente trasferito ad Acquedolci[1]. La presenza lombarda ebbe grande effetto anche in altri paesi interni della Sicilia orientale, come Nicosia, Aidone, Piazza Armerina, Randazzo e Sperlinga, che rientravano nei possedimenti degli Aleramici di Sicilia e dove esistono ancora oggi ricche testimonianze sia nella struttura della rete viaria che nella parlata galloitalica[2]. Nel 1101, muore Ruggero. Nel 1112, in piena reggenza, sua moglie, Adelaide del Vasto (il cui matrimonio con Ruggero è il frutto dell'alleanza tra Normanni e Aleramici), insedia la capitale dell'isola a Palermo: i grandi feudi non vengono più ammessi e l'isola diviene una sorta di grande demanio a disposizione del re (a lui, ad esempio, è riservata la caccia).

LA NASCITA DEL REGNO DI SICILIA

Nel 1130, Ruggero II d'Altavilla cingeva la corona di re di Sicilia. Cominciava così un regno caratterizzato dalla convivenza di varie etnie e diverse fedi religiose, una specie di stato federale con un primo parlamento, creato nel 1129, e l'organizzazione del catasto secondo una moderna concezione. Fu creata anche la contea di Ragusa, affidata a Goffredo di Ragusa. Ai due Ruggero, e al breve interregno di Simone, successero Guglielmo I (detto il Malo) e Guglielmo II (detto il Buono), i quali tentarono di opporsi alle mire dell'imperatore Federico Barbarossa, deciso ad annientare il Regno dei Normanni in Sicilia. Un matrimonio di stato fra Enrico VI, figlio dell'imperatore Federico Barbarossa, e Costanza d'Altavilla, figlia di Ruggero II, nel 1185 aprì la strada alla conquista sveva. Nel 1194, con la morte di Guglielmo III, l'isola veniva conquistata dal sovrano tedesco.