Tra il 3000 a.C. e il 1500 a.C. venne prima abitata dai Sicani ma successivamente i Siculi, attraversato le stretto di Messina, attaccarono i primi e li costrinsero a rifugiarsi a nella zona occidente dell’Isola. Tra il V e il IV secolo, Gela era Nel periodo Neolitico, la città di Gela era abitata da popoli mediterranei che vivevano in capanne fatte di legno, paglia, fango talmente ricca

 e potente che tentò di invadere la parte orientale dell’isola per impossessarsi delle Stretto di Messina e così Naxos, Leontinoi e Catania caddero mentre Siracusa venne salvata grazie all’aiuto di Corinto e Corfù. Nella storia, Gela fu protagonista nel 480 a.C. dove vinse la battaglia di Himera insieme ad Akragas e nel 311 a.C. dove cadde sotto gli attacchi di Siracusa. Molto importante è il Museo Archeologico, nel quale sono presenti i resti rinvenuti nella zona denominata Molino a Vento, situata a nord della città, abitata dal 3000 a.C. sino all’età del bronzo, ha restituito manufatti ceramici e fittili, oltre segni di un villaggio formato da capanne circolari. Gli studiosi ritengono che questa zona non fu più popolata fino al VIII secolo a.C. ma nel VII secolo questa zona vide il sorgere di un’acropoli con i primi edifici di culto. “Emporio” era il nome del luogo in cui vi era il porto antico di Gela, a sud della città. Dei diversi insediamenti dell’antica Gela, si conservano importanti testimonianze che si ritrovano in necropoli sparse sul territorio. Una di queste ad esempio, è quella di Manfria, località a circa 10 Km. ad ovest di Gela, dove si erge un gruppo di collinette, che fin dall età protostorica, furino intensamente abitate. Sempre in zona Manfria, sono stati ritrovati antichi insediamenti riconducibili ai periodi romano imperiale, tardo romano, bizantino. Nello stesso posto, spicca la torre di Manfria, una costruzione realizzata tra il 1549 ed il 1600, che serviva per avvistare le nave che venivano dal mare ed anche per difesa. Altre necropoli si incontrano a Grotticelle e Castelluccio, ad otto Km di Gela, si trova un complesso catacombale paleo – cristiano, scavato in uno sperone di roccia, mentre in contrada Spadaio, si trova, edificato su uno sperone di rocca gessosa, una costruzione fortificata con due torri, chimata appunto castelluccio, che pare risalga al XIII secolo. Per ultimo, ricordiamo la necropoli di Disueri, dove, lungo il percorso del fiume Gela, si collocarono parecchi insediamenti protostorici, dedica all’agricoltura ed alla pastorizia, che fruttavano la fertilità di quelle zone. Testimonianza di queste presenze, si trova appunto, nella necropoli che si trova nella zona. Gela, oltre alle sue antiche origini ed al ruolo che ebbe in quelle epoche, anche in epoca più recente ebbe un ruolo nella vita del popolo siciliano e partecipo a diverse lotte di emancipazione. Dopo la rivolta popolare del 1799, durante la quale vennero uccisi alcuni cittadini, la città fu rinominata in Terranova di Sicilia. Dopo l'unità d'Italia, partecipò ai moti proletari dei Fasci Siciliani (1893). Nei primi anni del XX secolo vi abitò giovanissimo Salvatore Quasimodo, al seguito del padre, ferroviere. Nel 1911 venne realizzato al lungomare il "pontile sbarcatoio", che, oltre a rappresentare in assoluto la prima costruzione in cemento armato realizzata in città, fu un'opera essenziale per la marineria locale. Ultimato nel 1915 e fatto brillare in parte dai guastatori italiani nell'estate del 1943 per ostacolare lo sbarco degli alleati, il pontile attualmente è inagibile. Nel 1927 la città riprese il suo antico nome di Gela. Purtroppo la Gela di oggi non si può considerare l’erede di quella di un tempo; abusivismo edilizio e industria petrolchimica hanno aiutato si l’economia della città ma nel contempo hanno compromesso in modo irreparabile l’ambiente e il territorio.