Il lago di Pergusa, famoso da tempi molto antichi, fu secondo Claudiano chiamato Pergusa dai Sicani, in “De raptu Proserpinae”, lib. III, cita: “Non lontan si allarga un Lago e lo chiaman Pergo per i Sicani” Il nome Pergusa potrebbe derivare dal latino Pergula (significa balcone, tribuna - come quella del teatro, forse data la forma di conca), che origina dal termine latino Pergo, che a sua volta ha origine preindoeuropea (prearia), forse sicana.

 A tutt’oggi non è comunque possibile stabilire la vera origine del nome. Il lago di Pergusa nel XVI secolo si presentava quasi privo di case, ne esisteva probabilmente qualcuna di proprietà di ricchi signori che usavano il Lago per le loro battute di caccia. Addirittura nel 1700 era proprietà privata e solo dopo 2 secoli le sue acque rientravano nel dominio del Demanio mentre le spiagge nel dominio del Comune. L’area pergusina era un luogo malarico; per la mancanza di pendenza, le acque del lago e le acque provenienti dalle pendici, durante le escursioni di piena, si impaludavano costituendo gravi focolai larvali di zanzare che a quel tempo trasmettevano il Plasmodio della malaria rendendo il luogo insalubre per gli agricoltori che vivevano nella zona e ponendo un limite allo sviluppo agricolo. Per tale motivo nel 1917 il comprensorio del Lago e quello del vicino Piano Mondelli venne incluso fra le bonifiche idrauliche, mentre con la legge del 1933 venne classificato come comprensorio di bonifica integrale, dando luogo nel 1935 allo studio di un progetto di sistemazione della zona, comprendente i seguenti lavori: 1) sistemazione della stradella di accesso al lago, dalla vicina strada provinciale; 2) estirpazione della vegetazione palustre esistente sulle basse gronde del lago. 3) colmate e banchinamento con rivestimento murario delle basse gronde del lago alle estremità nord-est e sud-ovest, in modo da evitare le escursioni delle acque e l’impaludamento. Contemporaneamente, data la presenza, alla periferia della città di Enna, di circa 200 grotte utilizzate dai contadini e dalla povera gente per abitazione, nel maggio del 1935 fu elargita dal Governo di allora la somma di 500.000 lire per la costruzione di un primo gruppo di casette per assegnarle a tali famiglie e migliorare le loro condizioni igieniche. Inoltre, data l’esigenza di far sorgere presso il lago di Pergusa un Centro rurale al fine di avvicinare il contadino alle vaste estensioni di terre da migliorare ed incrementare, fino ad allora scarsamente coltivate per la loro grande distanza da Enna, fu anche disposto che le casette da costruire sorgessero a Pergusa come primo lotto del Centro rurale. Queste decisioni resero più urgenti le opere di bonifica del Lago, pertanto il Capo del Governo dispose anche l’immediata presentazione del progetto di bonifica e, dato che i lavori previsti oltre ai caratteri propri della bonifica includevano anche quelli di sistemazione idraulica, e poiché, in seguito a determinazione dei lavori pubblici, era in elaborazione la legge del 6 giugno 1935 con la quale le opere di contenimento delle acque del bacino pergusino venivano classificate come idrauliche di seconda categoria, il progetto stesso, con la data del 12 maggio 1935, veniva presentato come progetto di sistemazione idraulica e come tale approvato e finanziato. Di pari passo si procedette alla costruzione delle casette rurali e alla sistemazione idraulica del lago stesso. I lavori di bonifica iniziarono il 15 maggio del 1935 e furono completati il 28 ottobre dello stesso anno. Il Centro rurale partì con la costruzione di diciotto casette di tipo rurale, ognuna, a pianta rettangolare, con 2 alloggi ad ingressi separati; ogni alloggio comprendeva una o due camere da letto e gli accessori, quali ingresso e cucina, bagno e antibagno, stalla e piccola tettoia. Tutte le imposte interne ed esterne erano di legno di abete verniciato, inoltre tutti gli alloggi vennero protetti meccanicamente dalle zanzare mediante reticella metallica catramata, applicata a tutti i vani di luce e di accesso esterno, su apposita intelaiatura in legno. Ad ogni alloggio era annesso un piccolo appezzamento di terreno di circa 1.000 metri quadrati. Ogni alloggio di due camere ed accessori costò circa 15.000 lire mentre quello ad una sola camera circa 12.000 lire. Il progetto incluse la costruzione degli edifici essenziali per i servizi pubblici: la chiesetta con la canonica, le scuole con l’alloggio per l’insegnante, la Delegazione podestarile e sede delle organizzazioni fasciste, la stazione antimalarica con piccola infermeria ed alloggi per il medico, l’infermiera e l’ostetrica; la casermetta per i Carabinieri. Il nuovo Centro rurale fu inaugurato il 21 aprile del 1936 alla presenza dell’allora Sotto Segretario di Stato all’Agricoltura Tassinari. Successivamente era prevista la costruzione di altri 38 alloggi che sarebbero stati inaugurati il 28 ottobre 1936. Fu previsto che al completamento del Centro rurale la popolazione di Pergusa sarebbe ammontata a 1.000 persone, oltre i già 500, sparsi nelle aree limitrofe. Il lago di Pergusa era considerato il luogo più bello della Provincia dove, da novembre ad aprile, veniva esercitata la caccia con le barche. Su testi storici sono citate famose partite di caccia svoltesi nel 1300. Anche Federico d’Aragona fu, come Federico di Svevia, appassionato di caccia ed utilizzò il Lago per la caccia. L’azione più importante dei cacciatori era la “stringiuta”: alla fine della loro grande partita, i cacciatori costringevano gli uccelli a concentrarsi in un punto determinato, opposto all’avanzata delle loro barche, e fucilandoli incessantemente, ne abbattevano un grandissimo numero. La caccia veniva fatta anche di notte. Famosa era la caccia di Natale che veniva espletata più che dai cacciatori di mestiere dai dilettanti facoltosi. Negli anni ’50 iniziano la costruzione dell’Autodromo di Pergusa. Il prof. Enrico Sinicropi descrive così il villaggio di Pergusa nel 1958: “Il Villaggio Pergusa è florido. Compiuto il tanto atteso Autodromo di Circumvallazione del Lago e l’Ostello della Gioventù. Brulicano alla sua destra, sotto lo stradale, che conduce a Piazza Armerina, a decine, le casette coloniche, semplici ed eleganti, per le famigliole agricole del luogo senza tetto, specchiantisi poeticamente nelle chiare acque del Lago incantato. Esse costituiscono il Village Magique.”