Marineo: la storia Età antica Un primo insediamento nel territorio di Marineo risale all'VIII – VII secolo a.C. In quel tempo Marineo era un insediamento indigeno sulla Montagnola. In seguito, a causa dell'influenza di civiltà come Fenici,

Greci e Roamni, si riuscì a determinare una ricchezza di cultura ed un'arte ancora testimoniata dai reperti archeologici che si vanno man mano trovando tra gli scavi archeologici sulla Montagnola. In seguito anche Bizantini, Arabi, Normanni e Svevi si stabilirono e passarono sulla Montagnola.

Età moderna

Dal  1500 in poi il paese fu fondato e costruito nella locazione attuale, dalla famiglia Bologna, che costruì il Castello e le prime 300 case e incoraggiò la costruzione della Chiesa Madre, del Convento e del monastero Olivetano. Successivamente ai Bologna subentrò la famiglia Pilo, molto sensibile all'abbellimento delle chiese e che contribuì donando molte opere d'arte alla fondazione del Collegio di Maria (posto dall'altro lato del Corso dei Mille rispetto alla Chiesa Madre).

Ubicato nella Valle dell'Eleuterio a 30 km da Palermo a quota 555,00 s.l.m, poco distante dalla antica città di MaKella ove peraltro sono in corso ricognizioni e scavi archeologici, sorge l'attuale Marineo con storia più recente di fondazione medievale. Sorto nel 1549, a seguito di licenzia populandi concessa a Francesco Maria Beccadelli di Bologna. Nel 1549 Francesco Bologna (†1552) barone di Cefalà e di Capaci chiede lo jus populandi sul feudo di Marineo.

Il 3 febbraio 1553 viene registrato l'inventario dei beni del defunto barone di Cefalà. (Archivio di Stato Palermo, Cancelleria 42, foglio 180, idem 46, foglio 87). La concessione per edificare la nuova terra di Marineo certamente sarà stata utilizzata nel tempo con ampia facoltà e di questo si ha conferma attraverso documenti che attestano gli atti di locazione di terre ed abitazioni già costruite date a censo a numerosi coloni nel 1568 da parte di Giliberto Bologna barone di Marineo; il 3 febbraio 1571 Giliberto vende ad Aloisio Scavuzzo Russo, figlio del notaio Giacomo, il feudo e castello di Cefalà assieme al fondaco, balneas et alias stancias ed al feudo delle Mendole.(cfr. appendice) (Archivio di Stato Palermo, Conservatoria 142, foglio 21).

La famiglia Beccadelli costruì il proprio palazzo nel 1553, su probabile preesistenze, determinando la matrice urbana di Marineo, la tipica morfologia cinquecentesca “la strada dritta” e l'inizio della strada con l'edificio monumentale in fase prospettico. Dal punto di vista della morfogenesi dello spazio urbano il tessuto è a grana media. ''Per Vito D'amico, nel Dizionario Topografico della Sicilia, invece il nome viene dal latino Marineum, in siciliano Marineu: Paese fabbricato da Francesco Bologna al tempo del Fazello e precisament nel 1540, sito trala fortezza di Cefalà e la torre Risalaimi in un poggio verso settentrione; è diviso da vie rette, ornato di casa Baronale, e presenta quasi nel centro la chiese maggiore dedicata a San Giorgio martire sotto la cura di Arciprete. Fu data ai Minori Riformati nel 1570 la Chiesa di S. Maria della Damma che è in somma venerazione ai cittadini, ma diessi poi ai Conventuali sotto il titolo e gli auspicii della Madomma Immacolata. Presentansi finalmente, un collegio di Maria per l'educazione delle fanciulle sotto l'ordine anche dei minori attaccato al tempio di S. Vincenzo Ferreri, e la Chiesa del SS. Crocifisso dei monaci di Monte Oliveto fondata dal sopraccennato Francesco e suffraganea a S. Maria del Bosco. Contansi altre quattro Chiese minori. Comprendesi Marineo nella provincia com'arca e diocesi di Palermo, e conosce i diritti della prefettura di Sciacca cui recava 13 fanti. Contavansi nel censimento, scorso appena il X lustro della fondazione, 1082 abitanti, e poi 553 case 2327 abitanti nell'anno 1653, e nel 1713 poi 995 case 3150 abitatori che rovaronsi 3739 dalla recentissima numerazione. Ebbesi un tempo il titolo di Contea per privilegio di Filippo II nel 1562 e poi dopo tre ne venne nominato Marchese per diploma del medesimo Re, Giliberto figliuolo del sopraccennato Francesco. Molto ampiamente stendevasi un tempo la signoria di Marineo e comprendeva molti territorii volgarmente detti Feudi ricchissimi per totale ubertà e che riconoscono oggi vari possessori. Nel censimento di Federico II possedeva Marineo Pietro Formica milite, e ne fruiva del dominio sotto Martino I la nobile famiglia Amodea. L'ottennero i Bologna nel sorgere del secolo XVI, quindi fu il fondatore del paese sotto Carlo V. Francesco Bologna Questore dell'isola, cui succede Conte e Marchese, come sopra dicemmo, il figliuolo Giliberto; fu anche signore di Capaci e di Cefalà e gli succedette Vincenzo, di cui e dei suoi successori dissi altrove sufficientemente presentando la serie dei Conti di Capaci. Si ha il Marchese il potere d armi, ed occupa l'VIII posto nel pubblico Parlamento del Regno. Sta il paese in 38° di lat. ed in 37° e 15 di log. Sono nominate nel territorio e nel bosco vicino le acque termali appallete di S. Isidoro da una Chiesa a questo santo intitolata. (1)'' (1) Il comune di Marineo che facea parte del circondario di Misilmeri fu elevato a capo-luogo di un novello circondario di 3ª classe con regal decreto del 16 febbraio 1847, e si comprende in provincia distretto e diocesi di Palermo da cui è lontano 18 miglia. La chiesa principale è stata recentemente ristorata ed abbellita, ed ottenutasi insegne reliquia il cranio cioè di S. Ciro Alessandrino, ne fu adottato questo Santo con S. Giorgio anche a patrono, e se ne celebra solenne festività nella penultima domenica di agosto. La chiesa del SS. Crocifisso appartenentesi un tempo ai pp. Olivetani e suffraganea al loro monastero di S. Maria del bosco di Calatamauro, licenziati i padri di quel monastero nel 2 giugno del 1784, ed anche della chiesa nostra, da allora divenne di regio dritto. Le altre chiese minori si sono accresciute in questo secolo, fomentando vieppiù la pietà dei terrazzani. La festività di S. Maria della Damma titolare del convento dei pp. Conventuali si celebra nel maggio di ogni anno, ed apre le fiere che recano un buon commercio al paese il quale contava 6545 abitanti nel 1798, indi 6.298 nel 1831, e 7.717 nel fine del 1852. L'estensione del territorio è di salme 1.924,014 delle quali 1,630 in giardini, 0,492 orti semplici, 4,255 in canneti, 94, in seminatorii alberati, 1.216,239 in seminatori semplici,180,250 in pasture, 23,701 in oliveti, 23,891 in vigneti alberati, 122,884 in vigneti semplici, 146,317 in sommaccheti, 7,470 in ficheti d'India, 11,450 in castagneti, 45,995 in boscate 0,680 in terreni a delizia, 44,837 in terreni improduttivi, 0,441 in suoli di case rurali. L'aria vi è salubre.(5)

Monumenti e luoghi d'interesse

I luoghi più importanti del paese sono: Piazza Garfield-Lodi, posta davanti all'Edificio Scolastico S. Ciro (costruito nel 1933) e rinnovata tra il 2001 e il 2002; adiacente alla Piazza Garfield-Lodi c'è Corso Vittorio Emanuele (chiamato dalla popolazione semplicemente il "Piano" o "u Chianu" in siciliano), il cui manto stradale contiene ancora due tombini con impresso il simbolo del fascio; ancora più avanti c'è Piazza Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, che contiene un monumento dedicato ai caduti della I Guerra Mondiale; proseguendo si incontra piazza Inglima, sede di manifestazioni musicali e simili; piazza Inglima è al centro del Corso dei Mille, da cui si racconta siano passati i mille di Garibaldi; nella parte a sinistra di Piazza Inglima del Corso si trovano l'ingresso laterale dell'Edificio Scolastico e la piccola cappella del Calvario, contenente un piccolo giardino e la famosa scala che porta alla parte periferica del paese più alta; la parte destra porta alla Chiesa Madre e al Collegio di Maria; proseguendo si arriva fino al Castello Beccadelli (quello costruito dai Bologna nel XV secolo) la cui piazza, Piazza Castello, è stata rinnovata nel 2005. La Cappella di N.S. di Guadalupe sulla serra di Marineo è stata ideata e fortemente voluta per la sua immensa devozione, da padre Francesco Francaviglia che per tanti anni è stato missionario in Messico proprio nella basilica di Guadalupe. La cappella è stata inaugurata nel 2008 con il sostegno economico di alcuni marinesi emigrati in america, donazioni di consulenti, imprese, commercianti,artigiani locali e soprattutto dall'aiuto constante dei suoi praticanti. La cappella ospita una fedele riproduzione in tela della Madonna di Guadalupe ed un paesaggio circostante mozzafiato. Continuando a sinistra di Piazza Castello si arriva al mulino S. Francesco, mentre la parte destra conduce al Convento Francescano e al Parco Vecchio, zona rurale ed agrituristica che si estende per centinaia di ettari, dove si trovano il depuratore ed il potabilizzatore marinesi, oltre ad una piccola centralina elettrica e uno dei posti più famosi tra i ragazzi del paese, la "naca" dello Stretto, piccolo laghetto seminterrato con una piccola cascata, il tutto circondato da rocce stratificate.

Cultura

Marineo è una cittadina molto attiva sul piano culturale e molto legata alle sue tradizioni laiche e religiose, le quali vengono ancora salvaguardate grazie al lavoro benevolmente offerto dai generosi cittadini.

La Dimostranza di San Ciro

La Dimostranza è una Sacra Rappresentazione allegorica itinerante, già documentata da G. Pitrè nella sua Biblioteca della tradizioni popolari. Così esso scriveva nel 1881:

"Dimustranzi erano anche quelle che si facevano in Marineo in onore del patrono principale S. Ciro martire, che ricorre la penultima Domenica di Agosto. Si rappresentava, come è solito, la vita del santo: e persone che furono presenti agli ultimi spettacoli affermano che i personaggi a quando a quando parlavano”.

La tradizione della Dimostranza nasce a Marineo nel 1700, probabilmente perché i Marinesi, orgogliosi di avere ricevuto le Sacre Reliquie del Santo Martire, volevano onorarlo e venerarlo con una manifestazione degna di tale prestigio e di coinvolgimento popolare.

All'inizio la Sacra rappresentazione consiste in una processione, sfilata di diversi gruppi, rappresentanti alcune tra le più famose scene bibliche e con la presenza di diverse figure allegoriche. Successivamente la Dimostranza di Marineo diventa una vera e propria Sacra Rappresentazione itinerante della vita di San Ciro arricchita di dialoghi e cori. Riproponendo la strutturazione delle sacre rappresentazioni medioevali, inizia con un quadro di apertura (peccato originale e cacciata di Adamo ed Eva dal Paradiso Terrestre); quindi seguono le scene con le figure allegoriche, la persecuzione romana e la discordia, infine l'angelo che scaccia entrambi annunciando l'ordine divino (lotta eterna tra bene e male).

Queste Sacre rappresentazioni in stile medioevale si svolgevano in una unica piazza, molto grande dove in diversi punti venivano rappresentate le diverse scene. Marineo, non avendo una piazza tanto grande, ha cambiato lo svolgimento della manifestazione adattandola alla struttura urbanistica del paese, così gli spettatori si fermano in una piazzetta o largo, che diventa il punto di recita e le scene vengono via via rappresentate passandogli davanti. Quando finisce una scena, gli attori si spostano nella piazza successiva, dove, come una staffetta, lasciano il palcoscenico naturale alla scena seguente. La Dimostranza si snoda quindi per le vie del paese come un serpente e vi è un momento in cui in tutti i luoghi deputati si recita contemporaneamente, trasformando l'intero paese in un grande palcoscenico.

L'edizione del 2015 ha celebrato il 350º anniversario del culto di San Ciro a Marineo. Infatti, nel 1665, la famiglia Pilo  ottenne dalla Santa Sede la preziosa reliquia del martire Ciro, conservata adesso presso la Chiesa Madre. La rappresentazione è stata coordinata e diretta da Nino Triolo.

Il Presepe Vivente

Il presepe vivente  (o presepio vivente) è una tradizione cristiana consistente in una breve rappresentazione teatrale che ha lo scopo di rappresentare, con l'impiego di figuranti umani, la nascita di Gesù in una scenografia che viene costruita per ambientare la vicenda della natività. A Marineo si è soliti preparalo su uno scenario alquanto affascinante e suggestivo, poiché le caratteristiche architettoniche, urbanistiche e geografico-fisiche della cittadina vengono sfruttate al meglio per rendere l'esperienza del presepe sempre più realistica e fedele agli usi e ai costumi di un tempo ormai lontano. Si pensi alle edizioni del Presepe Vivente al Convento o del Presepe Vivente sotto la Rocca.

Premio internazionale di poesia di Marineo

Fiore all'occhiello dell'attività culturale marinese e della Fondazione Gioacchino Arnone che gestisce l'evento con grande professionalità. Guadagnatasi ormai un notevole prestigio culturale nella vasta cerchia dei concorsi letterari nazionali, l'edizione del 2015, svoltasi a settembre, ha raggiunto il 41º anno consecutivo.