Organici ridotti. Personale costretto a lavorare in condizioni difficili. La lotta alla mafia rischia di subire una battuta d'arresto e Cosa Nostra è pronta a rialzare la testa.

A lanciare l'allarme è stato il dirigente della squadra mobile di Trapani Giuseppe Linares, durante un incontro con gli studenti svoltosi ieri presso il Polo universitario. "In questo momento c'è un percorso pieno di difficoltà - ha detto il vice questore Linares - come se esista un processo di neutralizzazione in una buona parte del corpo sociale e della classe dirigente locale che voglia negare il contenuto di ordinanze e sentenze di questi anni. A livello centrale ci sono interventi legislativi che non tengono conto delle reali necessità investigative dei territori e delle problematiche che li affliggono, il rischio è quello di tornare all'antico, le risorse per la sicurezza si vanno assottigliando e già oggi dopo la prima decade del mese lavoriamo gratis, i nostri uomini indagano senza avere certezza del pagamento di straordinari e missioni". Il sostituto procuratore Andrea Tarondo, titolare di importanti inchieste contro la mafia, ha sottolineato l'importanza della società civile nella lotta alla mafia: "Nessuno può batterla da solo", ha detto il magistrato. "In questi anni abbiamo lavorato per fare capire alla gente che ci sono punti di riferimento precisi per la difesa e la tutela della legalità. Oggi è arrivato il momento di chiedere se i cittadini vogliono la giustizia, perché i meccanismi in corso rischiano di bloccare la giustizia". (fonte trapaniok)