Il Comitato ha lanciato nella mischia il suo presidente Ignazio Grimaldi. E lui ha accettato la sfida: “Noi chiediamo a chi dirige e lavora politicamente su questo territorio

 di abbandonare piccoli interessi di bottega, di volare alto e volgere quindi lo sguardo verso il superiorew interesse della collettività. E di esprimere con chiarezza la loro volontà, o meno, di condividere attivamente l’iniziativa”. Grimaldi ha colpito a fondo: “Lo sviluppo, la crescita e la dignità di una terra, la sua capacità di competere, in un panorama sempre più complesso ed impegnativo di sfide, stanno nela suo essere collettività compatta, nel nostro caso, nella Grande Città. Tutti dovremmo riflettere sul fatto di come un popolo, che ha avuto una sua storia importante nell’ambito dell’intero Mediterraneo oggi, grazie alla mancanza di lungimiranza, alla non curanza ed all’inerzia e quindi alla poca attenzione e degli ultimi decenni vi hanno dato, rischia di perdere la propria identità, il proprio senso di appartenenza e di conseguenza di vanificare e disperdere il lievito di alcune positività negli ultimi anni maturate per la crescita culturale ed economica del territorio e dei suoi abitanti nel futuro”. Grimaldi ha trovato anche il tempo per polemizzare con i presidenti del consiglio Katia Bucaria (Trapani) e Giovanna Millocca (Erice). Ha messo in qualche modo in dubbio la credibiità di una parte delle rispettive assemblee ed ha registrato la reazione dei due presidenti che hanno dovuto difenfere i consigli dall’accusa di essere improduttivi ..(fonte trapaniok)