Ha deciso di ricorrere al rito del patteggiamento un siracusano, coinvolto nell’operazione antimafia, denominata “Terra bruciata”,

 culminata poco meno di un anno addietro con il blitz di Carabinieri, Polizia e Guardia di Finanza, che hanno troncato le attività illecite avviate dal clan Attanasio. Ha richiesto di chiudere il conto subito con la Giustizia è Luca Lopes, per il quale è stata avanzata la richiesta di 4 anni e 6 mesi di carcere in continuazione con una precedente sentenza. La definizione della posizione di Lopes e di altre tre persone coinvolte nell’operazione “Terra bruciata” saranno discusse in occasione dell’udienza preliminare, fissata per il 18 ottobre prossimo al carcere di Bicocca a Catania, al cospetto del Gup del tribunale etneo, Costanzo. E a proposito di Lopes, c’è da precisare che nell’edizione del quotidiano Libertà di ieri, a pagina 5, con riferimento all’articolo sulla richiesta di patteggiamento da parte di quattro persone, coinvolte nell’operazione antimafia denominata “Terra bruciata”, per un banale quanto spiacevole refuso tipografico, è stata attribuita a Luca Lopes un’improbabile collaborazione con la Giustizia, per la quale è, ovviamente, del tutto estraneo e che appartiene ad un suo omonimo. Ce ne scusiamo con l’interessato ed i suoi genitori. Le indagini sono state coordinate dal sostituto procuratore antimafia, Pasquale Pacifico. Sono scattate alla fine del 2004 e coprono un arco temporale fino all’estate del 2006. Gli investigatori si sono avvalsi sostanzialmente di intercettazioni telefoniche ed ambientali, mentre i collaboratori di giustizia Giovanni Barbagallo, Massimo Stupore, hanno soltanto dato conferma a quanto emerso dalle indagini. (fonte libertà Sicilia R.L.)