Il settore costruzioni della Cna di Siracusa lancia l’allarme per le piccole imprese edili in relazione ad un disposto della recente legge di contrasto alla criminalità

organizzata. La normativa obbliga le imprese aggiudicatarie di lavori al di sopra i 100 mila euro, pena la nullità dell’aggiudicazione dell’appalto, di aprire un conto corrente unico su cui fare transitare le somme in entrata e in uscita riguardanti l’appalto. “E’ comprensibile la volontà del legislatore - dice Sebastiano La Terra, presidente della Cna Costruzioni di Siracusa - di avere una rintracciabilità delle operazioni finanziarie collegate all’appalto per dare trasparenza alle stesse. Ma non è giustificabile, principalmente per gli artigani e per le piccole e medie imprese, richiedere di aprire un conto corrente per ogni singolo appalto aggiudicato. Sono evidenti i problemi connessi: definizione di una eventuale scopertura per ogni conto corrente; aumento dei costi finanziari di gestione; non necessariamente tutti i dipendenti hanno un conto corrente bancario su cui effettuare i bonifici per le retribuzioni; i lavoratori, molte volte, anche durante la settimana lavorativa, vengono spostati da un cantiere all’altro per esigenze organizzative; non tutte le imprese artigiane e le piccole e medie imprese hanno propri uffici amministrativi e contabili e si avvalgono di professionisti privati, che all’aumentare del lavoro richiedono un aumento delle spese”. La normativa in questione prevede che i soggetti privati che per la realizazione di opere di edilizia civile, impianti sportivi, ricreativi, strutture di ricettività turistica siano edstinatari di qualsiasi forma di finanziamento o sovvenzione pubblica in conto interessi o in conto capitale per un valore superiore a 100 mila euro, sono tenuti ad affidare l’esecuzione dei lavori ad imprese in regola con le norme sulla qualificazione e la certificazione antgimafia ed in possesso dei requisiti per le atestazioi rilasciate salle società organismi di attestazione. “Questa norma - prosegue La Terra - impone alla piccole e medie imprese edili del nostro territorio di rinunciare ufficialmente, oltre ai lavori pubblici, anche a quelli privati realizzati con contributi pubblici contravvenendo anche a quella regola che pone il limite per lavori pubblici a 150 mila euro in capo ad imprese edili privi di Soa.”. La Cna Costruzioni di Siracusa, acxcogliendo con pieno favore il contenuto normativo della legge di contrasto alla criminalità organizzata, “non può rimanere in silenzio di fronte ad una così grande discriminazione verso le piccole im prese edili siciliane. Per tali ragioni è stata inviata una nota ad hc al presidente della Regione Sicilia, all’assessore regionale ai Lavori Pubblici, al presidente dell’Assemblea regionale siciliana ed alle associazioni di categoria nella quale è stato chiesto di prevedere un conto corrente unico per tutti gli appalto evitando l’apertura di conti correnti per ciascun appalto e di abrogare o modificare sostanzialmente l’articolo sedici, in quanto in contrasto, per una parte, con la vigente legislazione regionale sui lavori pubblici e perché in parte fote di confusione e di possibili contrasti di interpretazione. “Occorre trovare una soluzione a questo problema - dice Sebastiano La Terra - che rischia di mettere in ginocchio aziende che devono combattere quotidianamente in un mercato sempre più competitivo, vesste dal fortissimo peso della burocrazia e indebolite dall’insostenibile peso della crisi economica”.