“Meno male che sono stato arrestato, così mi sono liberato di un grosso peso morale”. Con queste parole Leonardo Rosolia ha confessato ai carabinieri che lo avevano

 messo sotto torchio, di essere l’autore di otto rapine negli ultimi tre mesi. Un’escalation che lo ha fatto assurgere agli altari della cronaca locale. Ma Rosolia sostiene che sarebbe stato costretto ad agire così perché senza lavoro. Ha riferito agli investigatori di avere operato in un ente del porto di Augusta, ma alla chiusura dell’azienda, è rimasto disoccupato con una famiglia da sfamare. “Ho provato a cercare un lavoro, ma ho trovato tutte le porte chiuse, così ho pensato di ricorrere alle rapine per racimolare quanto bastava per soddisfare alle esigenze della mia famiglia”, ha detto il Rosolia al cospetto del legale di fiducia avvocato Maria Comandatore alla caserma dei carabinieri dove era stato accompagnato per le ulteriori verifiche. E forse la sua escalation di rapine avrebbe potuto continuare se non fosse stato acciuffato da una pattuglia dei carabinieri, in servizio di controllo del territorio in via Stentinello. I carabinieri stavano lavorando ormai da tempo per cercare di individuare quel rapinatore che vestito di nero e agendo da solo aveva gettato nel panico buona parte dei commercianti del capoluogo, con particolare riferimento per i farmacisti. Intuendo che potesse trattarsi del sospettato, i carabinieri hanno fermato il Rosolia per un normale controllo su strada. Aveva applicato al suo scooter Honda SH la targa trafugata nel dicembre scorso ad un altra moto parcheggiata in viale Scala Greca, in modo da non lasciare traccia del suo passaggio qualora qualcuna delle vittime avesse avuto la prontezza di rilevarne il numero. Ma ha commesso l’errore di lasciare la targa rubata, mentre la sua era stata nascosta nel bauletto del ciclomotore. La fuga ed il successivo inseguimento hanno fatto aumentare i sospetti negli investigatori, che lo hanno bloccato subito dopo. Rosolia ha pure confessato di essere lui l’autore dello scippo subito due anni addietro da una turista americana, una giornalista, che si trovava a transitare per il Forte Vigliena, nei pressi della Fonte Aretusa. Una macchina professionale di gran valore, che meditava di piazzare sul mercato, ma forse non ha trovato alcun acquirente o appassionato di foto. (fonte libertà Sicilia F.N.)