“Non mi sono impossessato di un solo centesimo. Il mio compito è stato soltanto quello di velocizzare al massimo le numerose

 pratiche esistenti per evitare inutili intasamenti. Ha respinto ogni addebito Salvatore Busà, il 48enne avolese, funzionario della direzione provinciale del lavoro di Siracusa, arrestato venerdì scorso nell’ambito dell’operazione “Uomini e caporali”, portata a termine dai poliziotti della Digos, in collaborazione con gli agenti dell’Ufficio immigrazione della Questura di Siracusa, su un presunto sistema di false assunzioni di immigrati presso aziende agricole ed edili compiacenti. Busà, assistito dall’avvocato Sebastiano Troia, si è sottoposto all’interrogatorio di garanzia al cospetto del Gip del tribunale, Giuseppina Storaci. Alla presenza del pubblico ministero Filippo Focardi, l’indagato ha reso una propria versione dei fatti oggetto della contestazione. Ha riferito, sostanzialmente di non avere intascato gli introiti delle pratiche ed anzi ha detto di avere agito nel solo intento di evitare lungaggini burocratiche. Busà ha anche chiesto di essere nuovamente sottoposto ad interrogatorio da parte del pubblico ministero. Il funzionario della direzione provinciale del lavoro, come si ricorderà, è accusato di avere intascato i soldi derivanti dalle pratiche di avvio al lavoro di centinaia di immigrati extracomunitari.. Una vera e propria compravendita di contratti di lavoro con i quali alcuni imprenditori agricoli del Siracusano, con particolare riferimento alla zona sud della provincia, avrebbero incassato una cifra variabile tra i 4 mila ed i 7 mila euro per ciascun contratto, che venivano suddivisi in percentuale rispetto al ruolo ricoperto da ognuno dei protagonisti della vicenda. Tali contratti di lavoro seguivamo le richieste di rilascio di nulla osta che si fondavano su falsi presupposti, come l’inesistenza sostanziale del rapporto di lavoro…….(fonte libertà Sicilia F.N.)