di procedure di mobilità , anticamera dei licenziamenti. A Siracusa 160 operai sono coinvolti nella mobilità , a Palermo ha già chiuso la Metalmeccanica Meridionale con 40 operai senza salario, a Catania i fari sono puntati su StMicroelectronics e Numonyx, a Ragusa il gruppo bresciano Metro ha messo alla porta trenta tute blu. A fotografare la situazione di estrema difficoltà della metalmeccanica è la segreteria regionale della Fiom-Cgil che oggi ha riunito a Palermo tutti i delegati siciliani per l'attivo sindacale. La segretaria siciliana della Fiom, Giovanna Marano, ha rappresentato con numeri alla mano "la fase drammatica in corso nell'isola". A Siracusa, la provincia a più alta densità meccanica, la Fiom registra un boom della cassa integrazione: dall'inizio dell'anno a luglio la Cig ordinaria è aumentata del 57,28% rispetto all'intero 2007 e quella straordinaria del 29,7%. "Numeri purtroppo destinati a crescere entro la fine dell'anno", dice Marano. Sono 162 gli operai alla prese con procedure di mobilità e si guarda con preoccupazione al blocco degli investimenti da parte dei grandi gruppi come la Erg e l'Eni. A Messina (+18,9% di Cig nei primi sette mesi) la misura della crisi sta nella decisione di ricorrere alla cassa integrazione da parte del gruppo Duferdofin, le acciaierie di Giammoro, che si rifugiano negli ammortizzatori sociali dopo gli investimenti e le assunzioni fatte nella prima metà dell'anno: due le settimane di Cig previste per novembre e altre due, secondo la Fiom, potrebbero essere chieste per dicembre. A Catania la cassa integrazione è cresciuta, da gennaio a luglio, del 35% e ne hanno fatto ricorso la Medimpianti, la Rametal, le Acciaierie di Sicilia, la E.T.C., la Cable Factory. A Ragusa la Metro ha dismesso una unità produttiva, avviando la mobilità per 30 operai, mentre sono senza lavoro e senza salario i 40 lavoratori della Matalmeccanica meridionale, la storica fabbrica di Palermo, la cui proprietà ha portato i libri contabili in Tribunale, avviando così la procedura fallimentare. Per quanto riguarda i grandi gruppi, la Fiom manifesta preoccupazione per la Fiat a Termini Imerese e la StMicroelectronics-Numonyx a Catania, dove lunedì scorso i lavoratori hanno scioperato otto ore chiedendo certezze sul futuro industriale dello stabilimento e degli oltre 4 mila addetti. Dall'inizio dell'anno la Fiat ha già richiesto sei settimane di cassa integrazione, mentre nell'indotto le settimane di Cig sono nove e a dicembre scadranno i contratti per 23 lavoratori (tra cui 19 donne) alla Ergom, fabbrica controllata dalla Fiat