MANIFESTI ELETTORALI, ATTACCHINO IN PROGNOSI RISERVATA

La tensione era già alta e prima o poi doveva accadere. Nella guerra per l’affissione dei manifesti elettorali c’è già un ferito in prognosi riservata. Ha preso un violento pugno al volto, è finito a terra sbattendo la nuca e cominciando a vomitare sangue.

E´ tuttora sotto i ferri dei chirurghi che cercano di salvargli la vita. E’ successo alle 14,20 nei pressi di piazza Igea, sede della direzione generale dell’Asp 7 di Ragusa (foto). A. P., queste le iniziali del modicano ferito, è stato trasferito al «Cannizzaro» di Catania in elisoccorso intorno alle 17 per il grave ematoma subito. I medici non hanno ancora sciolto la prognosi. Diversi testimoni che hanno assistito alla scena, hanno già dichiarato tutto alla Polizia di Ragusa. Gli agenti della volante diretti dal dirigente Nino Ciavola hanno già identificato e denunciato a piede libero l’aggressore il quale si è presentato spontaneamente in Questura per riferire l’accaduto. La trascorsa flagranza e il fatto di essersi costituito non ha fatto scattare l’arresto. Si tratta di un uomo di un 1,80, che stava attaccando insieme a una collega donna i manifesti del candidato Nello Dipasquale e di Innocenzo Leontini. La colluttazione fra gli attacchini di candidati diversi sarebbe avvenuta alle 14,20, come detto, in via Ing. Migliorisi, proprio davanti alla sede dell’Asp 7. A.G. stava occupando gli spazi riservati a Italia dei valori con i manifesti della candidata modicana Melina Carrubba. Per cause ancora in via di accertamento, dopo alcuni scambi di battute verbali, l’attacchino ha mollato un mugno centrando al volto quello che stava affiggendo i manifesti della candidata Melina Carrubba, facendolo stramazzare al suolo. Sembrava una cosa da niente, invece la botta subita alla nuca durante la caduta ha provocato un trauma cranico che più tardi ha consigliato i sanitari del Civile di autorizzare il trasferimento del paziente con codice rosso al Cannizzaro di Catania. Il racconto dei testimoni alle forze dell’ordine ha consentito di identificare l’aggressore, che ha deciso spontaneamente di costituirsi in serata. (fonte: corriere di Ragusa - Giuseppe La Lota )

CINQUE RINVII A GIUDIZIO PER PRESUNTO ASSENTEISMO AL CUP

Truffa aggravata ai danni di un ente pubblico. Con questa accusa sono stati rinviati a giudizio dal gup del tribunale di Modica cinque imputati dipendenti Asp e presunti assenteisti dal posto di lavoro. Tre di loro furono a suo tempo arrestati dalla polizia nell’ambito del blitz antiassenteismo condotto nel marzo 2011 al centro di prenotazione unico di via Aldo Moro, il cosiddetto Cup, noto anche come palazzo di vetro. Dinanzi al collegio penale dovranno comparire il prossimo 13 marzo Francesco Roccaro, 52 anni, dirigente di medicina dello sport del Cup, difeso dagli avvocati Fabio Borrometi ed Enrico Trantino, nonché Elena Scivoletto e Concetta Baglieri, di 50 e 48 anni, entrambe facenti parte dell’ufficio di Roccaro. In aula dovranno comparire anche altre due dipendenti, che, a suo tempo, furono solo denunciate a piede libero: si tratta di Giuseppina Rosa e Maria Antonietta Giannone. Anche per il marito di quest’ultima, Vincenzo Cannata, coinvolto nella vicenda per aver timbrato indebitamente il badge della moglie, la procura aveva chiesto il rinvio a giudizio. Ma la posizione dell’uomo è stata stralciata in quanto il magistrato ha ritenuto di doverlo sottoporre a perizia per accertare se sia in grado o meno di poter sostenere scientemente il processo a suo carico. Secondo la pubblica accusa, il reato contestato si sarebbe concretizzato «nell’indebito allontanamento dei cinque imputati, per significativi periodi di tempo, dal posto di lavoro, dopo aver timbrato il cartellino». Un fatto che, secondo l’accusa, deve ritenersi «assenza economicamente apprezzabile, ed integra il reato di truffa aggravata». A carico di Roccaro era caduta l’accusa di peculato aggravato. Nel frattempo l´Asp di Ragusa ha deciso di costituirsi in giudizio contro i cinque imputati. L´inchiesta antiassenteismo è duplice: a quella principale, sfociata nel processo a porte aperte del prossimo 13 marzo a carico dei cinque imputati, se ne affianca un’altra, nella quale figura un altro medico e altri 30 dipendenti degli stessi uffici sanitari modicani che dovranno comparire dinanzi al gup il mese prossimo. Una parte degli indagati sono di fatto stati sospesi dall’Asp. Di recente, in un altro caso di presunto assenteismo dagli uffici sanitari di Pozzallo, era stato deciso il non luogo a procedere perché il fatto non sussiste da parte del gup del tribunale di Modica, con conseguente proscioglimento di cinque imputate, presunte assenteiste, accusate di truffa aggravata ai danni dell’Asp 7 di Ragusa, che si era costituita in giudizio tramite l’avvocato Danilo Vallone. Stando ai fatti, accertati nel marzo 2010 dagli inquirenti, le cinque dipendenti degli uffici di medicina legale e igiene di via Napoli a Pozzallo, si erano assentate dal lavoro, senza timbrare il badge, per un lasso di tempo compreso tra i 25 minuti e la mezzora. Si trattava di una infermiera, tre contrattiste Lsu e una dipendente Asu. Il giudice aveva prosciolto le cinque imputate in quanto i fatti contestati erano stati definiti episodici e di scarsa rilevanza temporale, non comportando pertanto un danno economico apprezzabile ai danni dell’Asp 7. Il giudice aveva tuttavia evidenziato, nelle sue motivazioni, pure la gravità dei fatti in ordine all’aspetto civilistico e a quello sociale, configurandosi comunque dei biasimevoli episodi di malcostume. Seppure per breve tempo e per poche volte, difatti, le cinque dipendenti si erano assentate dal lavoro, continuando a figurare regolarmente in servizio perché non avevano timbrato il cartellino. (fonte: corriere di Ragusa - Antonio Di Raimondo)

PULLMAN SENZA GASOLIO E AUTISTI IN MALATTIA: ALUNNI A CASA

Pulmini senza gasolio ed autisti in malattia. E’ stata una giornata difficile per centinaia di famiglie che hanno atteso invano l’arrivo dello scuolabus. Per fortuna ha aiutato il bel tempo evitando che i bambini restassero al freddo ed al vento ma i disagi sono stati notevoli. Solo al termine delle lezioni gli alunni hanno trovato i mezzi pronti per riportarli a casa ma la questione ha suscitato proteste nei confronti dell’amministrazione. Dice Ignazio Abbate nella sua qualità di genitore e rappresentante di istituto della scuola Amore di Frigintini: «Ho provveduto a versare al comune due mensilità e chiedo ufficialmente a nome di tutti che venga revocata la delibera dell’ imposizione tributaria sui pulmini per incapacità amministrativa di garantire giornalmente quello che col pagamento della tassa si impegna a elargire. I genitori non sono stati informati per tempo del disservizio nonostante si sapesse dell’impossibilità di garantire il servizio. All’assessore Tato Cavallino chiedo il di spiegare dove sono andati a finire i nostri soldi, anche dato dal fatto che le famiglie degli autisti e degli assistenti dei pulmini vivono un vero e proprio dramma dato dai ritardi di diversi mesi del pagamento dei propri stipendi»La mancanza di liquidità nelle casse della Servizi per Modica, SpM, che è la società cui è affidato il servizio ha impedito di rifornire i pullmini di gasolio ma anche l’assenza contemporanee, ufficialmente per malattia di cinque autisti ha complicato le cose. Spiega l’assessore Cavallino: «Il problema è stato risolto con l’anticipo delle somme per il carburante da parte dell’amministratore delegato della Spm, proprio per il fatto che le casse sono vuote e sfido chiunque a cercare di gestire nel miglior modo possibile un servizio tanto importante quanto puntuale in una situazione del genere e con il personale in agitazione che non prende lo stipendio da cinque mesi». Cavallino chiede comprensione per la situazione in cui versa il comune con le casse a secco, dipendenti demotivati, difficoltà crescenti ma dimentica che guidare l’assessorato non è stata un’imposizione ma una scelta fatta dall’interessato con tutti le conseguenze del caso. Amministrare non vuol dire sfilare sui palchi e tagliare nastri ma operare per garantire servizi dovuti alla comunità. (fonte: corriere di Ragusa - Duccio Gennaro)