SICILIA: DRAGO (UDC), MIA CONDANNA CREA MOSTROGIURIDICO

(ASCA-SCICLINEWS) - ''Mi insediai alla Presidenza e il segretario generale mi spiego' che l'uso di quei fondi non andava rendicontato, proprio perche' riservato. I servizi segreti, la Digos mi consigliarono di usarli nelle situazioni di emergenza''. Cosi' Peppe Drago, deputato nazionale dell'Udc che rischia di essere dichiarato decaduto, inzia il suo sfogo a Modica (Rg) per la condanna della Cassazione sulla rendicontazione dei ''fondi riservati'' ad uso del presidente della regione Siciliana. Drago, quindi, racconta di come uso' i fondi riservati: ''Una volta un ragazzo venne con una tanica di benzina, minacciandosi di darsi fuoco. Usai i fondi riservati. Un'altra volta a Niscemi placai la protesta di alcuni lavoratori. Acquistammo un'apparecchiatura braille per una ragazza cieca di Pozzallo, finanziammo l'adeguamento dell'auto di una famiglia di Modica, con bambino disabile''. ''La mia condanna - evidenzia Drago - crea un mostro giuridico. Da oggi in poi il Presidente del Consiglio, i ministri dell'Interno, della Difesa e degli Esteri, tutti i presidenti di Regione potranno essere condannati per l'uso dei fondi riservati senza rendicontazione''. ''Raccontero' all'aula di Montecitorio - annuncia Drago - cosa mi accadde quando diventai sottosegretario alla Difesa. Venne il capo di gabinetto del Ministro Martino e mi porto' diecimila euro in contanti. Cosa sono'?, chiesi. Mi fu risposto: 'I fondi riservati'. E come si spendono'? 'Eccellenza - ribatte il mio interlocutore -, lei non deve rendicontare, li spende e basta'. Sa, sono gia' stato condannato, se li riprenda, grazie'', replicai. Lo 'sfogo' di Drago era stato preceduto dall'intervento di Giuseppe Mineo, docente alla facolta' di giurisprudenza alla Universita' di Catania, che ha spiegato che la condanna per la mancata rendicontazione dei fondi riservati e' il primo caso nella storia della Repubblica, un monstrum destinato a creare imbarazzo istituzionale a tutti i livelli, dal Capo dello Stato in giu'. ''Sono l'unico in Italia - sottolinea Drago - ad essere stato condannato per una vicenda del genere, nessun altro presidente della Regione siciliana, e di alcuna regione italiana, o Ministro o Capo del Governo e' mai stato inquisito per la mancata rendicontazione di tali fondi''.

UNIVERSITÀ A RISCHIO CHIUSURA, SERVE UN MILIONE E MEZZO

Un milione e mezzo di euro per mantenere i quattro corsi universitari in provincia di Ragusa. Entro la fine del mese, la provincia ed il comune capoluogo dovranno versare la quota di 750mila euro ciascuno per saldare il conto all’università di Catania per il 2008. Il rettore dell’ateneo catanese Antonio Recca è stato secco ed attende risposte concrete non cullandosi sul fatto che tre milioni di euro sono stati già versati a marzo versati dal consorzio universitario per saldare il pregresso. Scienze giuridiche, medicina, scienze subtropicali e lingue sono a forte rischio con gli studenti in fase di mobilitazione e 54 precari con un futuro incerto perché se l’università chiude resteranno senza lavoro. Il vicepresidente del consorzio Gianni Battaglia, che ha assunto la guida del consorzio dopo le dimissioni di Peppe Drago, sta cercando in queste ore di ottenere un anticipo dalle banche per versare un minimo che possa portare a più miti consigli il rettore ma situazione rimane molto fluida. Indicativa la notizia fornita dal segretario della Cgil Giovanni Avola secondo il quale esiste un fitto carteggio tra ministero e rettore per la chiusura quanto più diffusa possibile dei corsi decentrati dell’università di Catania. D’altronde proprio in questi giorni le università italiane hanno tagliato un migliaio di corsi in tutta Italia per accedere agli incentivi antisprechi del ministro Gelmini. Alla Sapienza ne sono saltati 46, a Siena 34, alla Federico II di Napoli nove corsi di laurea e cento insegnamenti e per limitarsi alla Sicilia a Messina chiudono la facoltà di statistica e ben 15 corsi di laurea. Catania non ha ancora reso noti i tagli ma è plausibile che alla luce di quanto succede in tutto il resto della penisola i primi tagli siano a carico di chi non paga e dei corsi, come medicina a Ragusa, con pochi iscritti. Al consorzio universitario di Ragusa c’è poi un’altra grana da risolvere perché la presidenza lasciata libera da Drago deve essere occupata e l’Udc la reclama in quanto quota del partito della Vela. Il presidente della provincia Franco Antoci è il più papabile successore di Drago anche se Giovanni Mauro, espresso nel cda dal comune capoluogo, vede crescere le sue quotazioni per la presidenza grazie alla sponsorizzazione di Nino Minardo che reclama sempre più spazi nelle varie istituzioni provinciali. (fonte corriere di Ragusa D.G.)

AUTORITÀ PORTUALE SOPPRESSA DALLA REGIONE. GESTIONE DEL PORTO AL COMUNE

L’autorità di gestione del porto di Pozzallo non esiste più. La giunta di governo ha difatti deliberato, poche ore fa, la soppressione dell’organismo, accogliendo le ripetute sollecitazione del sindaco della cittadina marinara Peppe Sulsenti. Il primo cittadino aveva sempre bollato senza mezzi termini l’autorità di gestione portuale come «una scatola vuota che ingenerava equivoci e ritardi, non consentendo lo sviluppo di alcun progetto nella struttura portuale». Le competenze relative al porto di Pozzallo sono state attribuite, in via esclusiva, all’assessorato ai lavori pubblici del comune di Pozzallo, presso il quale l’amministrazione Sulsenti ha già depositato il progetto di messa in sicurezza del porto. «La tempestività – scrive soddisfatto il sindaco Sulsenti dopo aver appreso la notizia da Palermo – con la quale il presidente della Regione Raffaele Lombardo ha dato seguito alle istanze del comune pozzallese, e l’impegno assunto di attribuire al comune stesso la responsabilità di stazione appaltante, inducono ad essere più ottimisti sul futuro del porto. La mia attenzione – prosegue Sulsenti – sarà adesso rivolta ad individuare le migliori soluzioni per la gestione del porto di Pozzallo, che dovrà vedere proprio la cittadina marinara in una posizione di assoluto rilievo. A proporre queste soluzioni nella maniera più celere al governo regionale ci penseremo noi». (fonte corriere di Ragusa)