DRAGO: LA SOLITUDINE DI UN LEADER SUL VIALE DEL TRAMONTO
Le sentenze non si discutono, si appellano: lo diceva anche Giulio Andreotti, che della materia è maestro insuperabile, eppure senatore a vita. Ma qui siamo in Cassazione, ultimo grado, dove più in alto non si può. Ci sarebbe la Corte di Giustizia Europea, come qualcuno dell’entourage dell’on Giuseppe Drago ha fatto trapelare, ma su quest’ipotesi c’è molto scetticismo. Perché la Corte, formata da tanti membri quanti sono i 27 ordinamenti giuridici nazionali dell’Ue, pare non abbia le prerogative per occuparsi di una sentenza di tal fatta. Saranno i legali dell’uomo politico a decidere la strategia migliore, fermo restando che, come ribadisce il segretario provinciale dell’Udc Giuseppe Lavima, Drago resterà parlamentare fino alla decisione della Camera dei Deputati, ai sensi dell’art. 66 della Costituzione. Giuseppe Drago il giorno dopo non discute e non commenta, sceglie il silenzio. Il silenzio del leader solo, immerso nelle riflessioni del dopo, nella visione immaginaria di un flashback che ha dato alla sua vita eventi tanto sublimali quanto dolorosi. Come quello che Peppe Drago sta vivendo, fra attestazioni di solidarietà e di stima, vera e virtuale, e con qualcuno che avrà anche l’audacia di sferrargli il calcio dell’asino. Perché la politica è una giungla piena di animali pavidi e di felini carnivori; come di amici sinceri e falsi, che come l’ombra ti seguono finché dura il sole, in un dare e avere reciproco di pacche sulle spalle e pugnalate. (fonte corriere di Ragusa G.L.L.)
C´ERAVAMO TANTO AMATI... NINO MINARDO QUERELA INCARDONA. IDILLIO FINITO?
Un "matrimonio politico" che rischia di naufragare dopo appena un mese; per Nino Minardo e Carmelo Incardona è divorzio o quasi. Per il momento scendono in campo gli avvocati perché il giovane parlamentare Pdl ha deciso di querelare il più maturo assessore regionale, ex An, ormai confluito nel Pdl. «Io non compro nessuno» ha tuonato Incardona ai suoi elettori facendo riferimento a Nino Minardo; nel discorso animato al suo elettorato di riferimento Incardona ha fatto emergere vecchie ruggini e passaggi repentini di maglia e di appartenenza all’interno del Pdl. Immediata la replica di Nino Minardo « E’ pronta la querela per diffamazione. Incardona cambi tono e non avveleni il clima di serenità di questa campagna elettorale». Lo scontro è servito ed è difficile ipotizzare al momento la sua evoluzione. Nino Minardo intanto ha fatto scendere in campo le sue truppe cammellate. Una trentina tra amministratori locali e consiglieri comunali, tra cui Mommo Carpentieri, Salvo Mallia, Riccardo Terranova, Nino Gerratana, Luigi Marchi, hanno mandato a dire ad Incardona di non avere avuto compenso di nessun genere per sposare il progetto Pdl. Incardona si guardi bene dell’insultare ed offendere sul piano personale. Dal fronte Incardona ancora nessuna replica ma la battaglia è aperta e gli avvocati sono pronti a meno di una conciliazione che metta a tacere l’orgoglio «aennista» dell’assessore Incardona. (fonte corriere di Ragusa D.G.)
RAGUSA: CENTRALE NUCLEARE A PUNTA DI MEZZO?
Greenpeace Italia ha diffuso due carte riguardanti gli insediamenti nucleari in Italia dopo l’approvazione del governo del decreto legge 1195; il decreto dà sei mesi di tempo al governo per definire i criteri per la localizzazione dei nuovi siti nucleari che il governo intende costruire per far fronte alle necessità energetiche nazionali. Greenpeace è andata a rispolverare le carte risalenti agli anni settanta in base alle quali sono stati indicati alcuni siti per la localizzazione di centrali nucleari. Tra i siti indicati tra quelli meno vulnerabili, con riferimento alle coste – ubicazioni ideali vista la necessità di disporre di grandi quantitativi di acqua per le centrali- si trovano quattro località siciliane; la fascia che va da Marina di Ragusa a Torre di Mezzo, la riviera di Gela, la fascia costiera di Mazara del Vallo e quella di Licata. Non ci sono tuttavia solo i criteri di vulnerabilità climatica ad essere tenuti presenti, ma, come rileva Greenpeace, nella scelta di un sito ci sono anche altri criteri da verificare come il rischio sismico la densità di popolazione, infrastrutture e collegamenti. Questi elementi farebbero pertanto escludere una indicazione per i quattro siti siciliani ed in particolare Ragusa, visto che l’alta densità di popolazione residente, la vocazione turistica, la scarsità dei collegamenti viari. Se questo criterio verrà adottato, dalla vecchia carta Cnen, rilevano i tecnici di Greenpeace, devono essere espunte diverse aree costiere e se ci fosse anche l´indicazione di restringere l’attenzione nelle aree a minore pericolosità sismica, rimangono pochissimi siti su cui puntare l´attenzione come le province di Vercelli e Pavia, l’ isola di Pianosa in Toscana, le province di Ogliastra, Nuoro e Cagliari. Ragusa e tutta la Sicilia insomma possono dormire sonni tranquilli per gli insediamenti nucleari; ma questa può essere considerata una ben magra consolazione vista la ribadita pericolosità sismica della fascia sud orientale e centrale della Sicilia. Come a dire a sardi e piemontesi, voi tenetevi le centrali nucleari che noi abbiamo a che fare con il Big One. (fonte corriere di Ragusa D.G.)