A distanza di una settimana esatta da quella domenica da incubo, con le due aggressioni di cani famelici ad altrettanti bambini, di cui una mortale, le domande senza

risposta sono ancora troppe. Stasera il piccolo Giuseppe sarà ricordato con una fiaccolata sul sagrato della chiesa di Sampieri, mentre un paio di cani assassini sono ancora liberi. In sei giorni, sono stati catturati oltre una cinquantina di randagi, tra cui la capobranco. L’aggressione dei cani killer costata la vita al bambino, è una tragedia che si poteva evitare ? Se lo sono chiesti in tanti in questi giorni. A questa domanda sarà la Procura a trovare una risposta, nel minor tempo possibile. Il sostituto procuratore Maria Mocciaro ha acquisito al comune di Scicli, dal settore ecologia e dalla polizia municipale, una serie di documenti finiti nel fascicolo dell’inchiesta sui randagi assassini. Si sta lavorando per stabilire se l’aggressione mortale al bimbo modicano e gli attacchi del branco al suo coetaneo, dimesso dopo qualche giorno, e alla turista tedesca 24enne, ancora in gravissime condizioni, si potevano prevedere e quindi evitare. La Mocciaro sta studiando la corposa documentazione. L’unico iscritto nel registro degli indagati è al momento Virgilio Giglio, lo sciclitano di 64 anni, custode dei cani, adesso ai domiciliari. E’ probabile che altri indagati possano saltare fuori nel corso della prossima settimana. I sopralluoghi effettuati lo scorso settembre da Carabinieri, polizia municipale e servizi veterinari nel casolare – canile di Giglio al Pisciotto, a pochi passi dall’aggressione mortale dei cani al bambino, presentano parecchi lati oscuri. Perché i cani furono affidati a Giglio, nonostante risultassero comunque randagi, in quanto privi di microchip? Le forze dell’ordine informarono la Prefettura della situazione di Giglio, essendo il reato di omessa custodia depenalizzato e quindi soggetto solo a sanzione amministrativa? E’ bene precisare che il sequestro dei cani dello scorso settembre, quello che il procuratore Domenico Platania ha definito «simbolico», fu effettuato dai Carabinieri dopo la denuncia sporta dalla turista azzannata ad agosto. Si stava di conseguenza procedendo contro Giglio non per omessa custodia, vale a dire il reato depenalizzato, ma per quello di lesioni colpose, perseguibile penalmente. (Fonte corriere di Ragusa A.D.R.)