Sara come Eluana. Anche a Ragusa c’è chi vive la tragedia di una figlia che vive in uno stato vegetativo. E’ Sara Di Natale, 25 anni, che il 7 febbraio di tre anni fa accusò

uno shock anafilattico per avere ingerito una polpetta di carne contenente solfiti vietati per legge. Da allora la vita del padre di Sara, Luciano 60 anni, insegnante in pensione, e di sua moglie è diventata una tragedia che si consuma quotidianamente. Sara viene alimentata attraverso i tubi, respira grazie ad un apparecchio respiratore, deve essere girata di continuo nel letto per evitare le piaghe. «Il suo corpo – dice Luciano Di Natale – è diventato un laboratorio. Le hanno asportato mezzo polmone, le hanno inserito una cannula alla gola e praticato un buco nella pancia per nutrirla. Dopo il primo anno di cure e ricoveri in strutture specializzate abbiamo perso ogni speranza. I medici ci hanno detto che non c’era niente da fare.» Il caso Eluana è vissuto con una speciale partecipazione in casa Di Natale e nessuno può capire meglio di loro il dramma di Peppino Englaro. «Questa non è più vita è come mettere benzina in un’auto. In noi c’è tanta rabbia per l’insensibilità dei politici e di chi , come il presidente del consiglio, arriva a dire che Eluana potrebbe anche avere dei figli». La vicenda di Sara Di Natale mette in evidenza inoltre il divario tra nord e sud; a Ragusa l’assistenza specializzata è limitata al minimo, le strutture al servizio di famiglie che si trovano nelle condizioni dei Di natale sono praticamente inesistenti. Le Asl hanno risorse limitate e per la famiglia Di natale c’è solo un infermiere per la riabilitazione. Al resto, giorno dopo giorno, ora dopo ora, devono provvedere i genitori. (fonte corriere di Ragusa D.G.)