Telefonate estorsive ad un’anziana. «Non era pizzo vero, ma solo uno scherzo». Una voce di donna, dall’altro capo del telefono, minaccia e chiede soldi: 50, 100 euro,

 somme non ingenti, ma chieste con toni perentori: «So sei, dove abiti, so in quale parrocchia vai? Posso raggiungerti in qualunque momento, potrebbe capitarti qualcosa di male». L’estortrice è una donna di 43 anni, T.V., la vittima un’anziana di 80 anni. L´anziana non si perde d’animo e, anziché cedere o farsi prendere dalla paura, telefona alla Polizia. Gli agenti si recano a casa per raccogliere le sue dichiarazioni. Il telefono viene posto sotto controllo. Così, le telefonate della donna sono state intercettate e registrate: saranno la prova del reato. La «nonnina», poi, ha annotato tutte l’ora delle chiamate ed ha facilitato il lavoro degli inquirenti. Gli agenti hanno convocato la donna in commissariato ed hanno chiesto spiegazioni. La donna ha cercato di minimizzare tutto: non ha negato le telefonate (peraltro tutte registrate), ma ha spiegato che aveva voluto solo divertirsi un pò, trovare un diversivo ad una vita troppo piatta. Il marito è un autotrasportatore, quasi sempre è fuori casa. Lo scherzo, o meglio, lo scherzaccio, era per lei solo un modo per ammazzare il tempo. Anche se non ha mai ottenuto nulla. La sua versione, però, non ha convinto gli inquirenti. La donna è stata denunciata a piede libero. Dovrà rispondere di tentata estorsione continuata. Tra le due donne, però, pare non ci sia nessun rapporto e nessun tipo di frequentazione. Si conoscevano, erano soliti frequentare la stessa parrocchia e, talvolta, si incontravano. L’estotrice pensava di avere vita facile con la nonnina che, a 80 anni, si sarebbe impaurita. Ma ha avuto torto. .(fonte corriere di Ragusa F.G.)