La crisi finanziaria sorride ai cravattari. Anche a Ragusa. L’impoverimento di tante famiglie del capoluogo ibleo e il conseguente rischio di usura sono da tempo sotto la lente

 di ingrandimento della Questura di Ragusa. Un’analisi non facile, dalla quale però emerge uno spaccato sociale piuttosto inquietante: gli strozzini ragusani non sono legati ad associazioni di stampo mafioso, ma sono insospettabili vicini di casa e titolari di negozi. A mettere in luce questa realtà sommersa del «Modello Ragusa» è stato Francesco Marino, dirigente della Squadra mobile. Marino – nel corso di un convegno sul tema «Il sovraindebitamento delle famiglie e il conseguente rischio usura», tenutosi presso la sede della Provincia – ha descritto le dinamiche di questa piaga sociale «spesso sottovalutata, basti pensare che a Ragusa non esiste ancora un’associazione antiusura, un osservatorio del fenomeno. Anche da noi, le vittime degli usurai sono persone che non possono avere accesso al credito bancario e l’unica porta aperta che trovano è quella dell’amico, del vicino di casa o di negozio che conoscono da tempo». Un caso emblematico «è quello di un pensionato – ha raccontato il dirigente della Squadra mobile – finito di recente nella trappola dell’usura dopo aver ottenuto del denaro in prestito da un commerciante. L’anziano aveva bisogno di soldi, sua figlia doveva essere sottoposta a un delicato, e costoso, intervento chirurgico. In questo caso siamo riusciti a intervenire con successo perché la vittima ha avuto il coraggio di denunciare. Ma nella maggior parte dei casi ci troviamo di fronte a un muro di silenzio». All’incontro hanno preso parte anche Carmelo Calì, presidente regionale Confconsumatori; Samantha Nicosia, responsabile provinciale Confconsumatori; Andrea Reale, giudice del Tribunale di Ragusa; Paolo Battaglia, dottore commercialista. A completare il quadro tracciato dal dirigente della Squadra mobile è stato Raffaele Monte, assessore provinciale alle Politiche sociali, che ha sottolineato il legame tra indebitamento, povertà e rischio usura. «Una relazione – ha detto l’assessore – che non deve essere sottovalutata, anche alla luce di un dato preoccupante sull’impoverimento della nostra comunità: nel 2008, in tutta la provincia, ci sono state 12mila persone assistite dal banco alimentare». (fonte corriere di Ragusa F.T.)