L´iniziativa di un cittadino in segno di protesta contro la maleducazione e l´indifferenza. Don Umberto: "Mi vergogno" Il Cristo incappucciato . E’ il segno tangibile di protesta di un cittadino

 carico di buon senso, disgustato da tanta indifferenza e, soprattutto, da altrettanta maleducazione e mancanza di rispetto verso la religione cattolica e la città stessa. Questo privato cittadino ha pensato bene di coprire il volto della statua del Cristo Porta, che si erge sulla via San Benedetto da Norcia dal Belvedere che, alla luce dell’opera dei vandali, non merita di certo appieno questo appellativo. Disegni osceni, scritte blasfeme e simboli di ogni genere tracciati con la vernice spray imbrattano la statua del Cristo. Ma sulla rabbia prevale quel senso di smarrimento nel vedere quella statua incappucciata, come se protestasse in silenzio contro l’assoluta mancanza di moralità che caratterizza soprattutto le nuove generazioni. A giudicare dal contenuto dei messaggi, si tratta dell’operato di giovinastri, magari adolescenti, che avrebbero bisogno di una sana lezione. Queste «persone» non si sono, col tempo, limitati a rovinare il monumento sacro di pietra con lo spray. Lo hanno anche scheggiato, quasi demolito, e il materiale di risulta è ammassato nel piccolo piazzale assieme ad altro pattume. «Un’indecenza inaccettabile – dice don Umberto Bonincontro – che mi indigna e mi fa vergognare in maniera profonda. Non aggiungo altro». Lo stesso don Umberto aveva poco meno di un anno fa lanciato un grido di dolore per il recupero della statua del Cristo Porta. Una appello rimasto inascoltato. Da allora, i danni al monumento sacro si sono decuplicati, fino allo scempio attuale, che ha indotto un cittadino ad incappucciare il Cristo. Sempre i giovinastri, che evidentemente coniugano in maniera malsana la maleducazione all’amore (o presunto tale) hanno attaccato dei lucchetti all’inferriata che delimita il piccolo altare, alla maniera del famoso lampione del romantico ponte Milvio a Roma. Manco a dirlo, sarebbe opportuno un maggiore controllo delle forze dell’ordine, che magari potrebbero cogliere in flagranza i responsabili, in modo tale che i rispettivi genitori paghino, in maniera esemplare, le spese per il recupero del monumento. (fonte corriere di Ragusa A.D.D.)