NOME: LA VUCCIRIA Il nome di questo mercato deriva dalla parola Bucceria, tratto dal francese boucherie, che significa macelleria. Il mercato era infatti inizialmente destinato al macello (ed in epoca angioina ne sorgeva uno) e alla vendita delle carni. Successivamente divenne un mercato per la vendita del pesce, della frutta e della verdura. Anticamente era chiamato "la Bucciria grande" per distinguerlo dai mercati minori. "Vuccirìa" in siciliano significa "Confusione". Oggi, la confusione delle voci che si accavallano e delle grida dei venditori (le abbanniati) è uno degli elementi che, maggiormente, caratterizza questo mercato palermitano. Nel XVI secolo era chiamato anche la “bocceria della foglia” perché vi si vendevano principalmente frutta e verdura, si trova nel quartiere della Loggia, fra il Cassaro e la Cala Nel 1783, durante il governo del Viceré Caracciolo, furono costruiti dei portici in modo da formare una loggia e al centro della stessa fu posta una fontana. Purtroppo, tra il 1894 e il 1898, la parte occidentale del portico fu distrutta ed in seguito le parti rimanenti furono inglobate nella costruzione delle botteghe. Oggi, questo luogo, che ha ispirato il celebre dipinto “la Vucciria” del pittore siciliano Renato Guttuso, non è soltanto un mercato ma anche uno scenario unico in cui chiunque può immergersi nell’atmosfera dei sûq mediterranei.
 
STORIA
 
La vicinanza al porto cittadino stimolò l'insediamento di mercanti e commercianti genovesi, pisani, veneziani, etc. sin dal XII secolo. La presenza di numerosi artigiani è ancora leggibile dai nomi di alcune strade (via Chiavettieri, via Materassai, via dei Tintori, etc.) Nel corso dei secoli la Vucciria subì diverse modifiche. Il viceré Caracciolo nel 1783 decise di cambiarne l'aspetto, in particolare della sua piazza principale, che fu chiamata col suo nome in suo onore. Intorno alla piazza si costruirono dei portici che ospitavano i banchi di vendita ed al centro fu sistemata una fontana. Purtroppo, tra il 1894 e il 1898, la parte occidentale del portico fu distrutta ed in seguito le parti rimanenti furono inglobate nella costruzione delle botteghe. Oggi, questo luogo, che ha ispirato il celebre dipinto “la Vucciria” del pittore siciliano Renato Guttuso, non è soltanto un mercato ma anche uno scenario unico in cui chiunque può immergersi nell’atmosfera dei sûq* mediterranei. È impossibile descrivere tutti gli odori caratteristici che pervadono il posto, anche se il tipico odore di pesce risulta certamente il più intenso. All'interno della zona del mercato si trovano palazzi nobiliari ed opere d'arte quali il Palazzo Mazzarino, appartenuto alla famiglia del celebre cardinale, la fontana del Garraffello, palazzo Gravina Filangeri di Rammacca al Garraffello.
 
CARATTERISTICHE
 
Muovendosi all'interno del fitto intreccio di vicoli e piazzette del mercato della Vucciria si possono ritrovare tutti gli ingredienti della cucina siciliana; le coloratissime bancarelle traboccano di cassette di legno che, grazie ai colori della mercanzia, si trasformano in scrigni ricolmi dell'oro dei limoni, dell'argento delle sarde fresche e salate, del bronzo delle olive e del corallo dei pomodori essiccati. Spettacolari le piramidi di cuccuzzedde, di broccoli verdi, di mazzi di tenerumi. In estate la scena di questo grande teatro di strada vede trionfare come assoluti protagonisti i muluni d'acqua e le grandi angurie con il ventre affettato e messo a nudo. Il variegato mondo dei pesci, poggiato su letti di ghiaccio tritato, è rappresentato da gamberi, orate, scorfani, tonni, pescespada, polpi, seppie e grossi calamari. Nelle pentole bollenti vengono tuffati i polipi bolliti, conditi a fine cottura con soltanto una spruzzata di limone. Le sarde salate vengono pulite davanti agli occhi dei clienti. Caratteristiche sono anche le stigghiole cotte alla brace e le panelle. A partire dagli anni 2000 la Vucciria è diventata una delle sedi della movida palermitana, dal tardo pomeriggio e fino a notte inoltrata. È possibile trovare tanti locali che vendono bevande a costo inferiore rispetto ai locali di altre zone, e angoli in cui si vende cibo da strada, dal panino con panelle e crocchè al panino col la milza, dalle stigghiola al polpo.
 
NOTE: * il termine “suq” viene dall’arabo e significa “mercato”. Fin dal 1999, Valentina Arcuri e Carla Peirolero, hanno dato vita al Festival Suq di Genova, mettendo in campo una splendida osmosi tra il teatro ed il mercato. Dove Suq non sta solo per mercato, ma per luogo di incontro, di scambio culturale, di socializzazione. Un modo e contestualmente un luogo dove mettere assieme cultura, usanze, costumi e conoscenza.