LA SICILIA VINICOLA DI ATTILIO LUDOVICO VINCI (foto accanto)

Terra madre di un’ affascinate storia produttiva arricchita dai flussi migratori, da secoli ormai vanta prodotti d’ eccellenza. Le virtù salutistiche del vino. “…l’isola del sole, gioia degli uomini…diede vino soave, puro, bevanda divina…” Omero ( Odissea).

“Il vino di Sicilia racchiude in sé l’anima, l’essenza di venti civiltà” Pastena (Civiltà della vite in Sicilia). “In nessun luogo, nemmeno sul Reno, ove pure la vite è oggetto di tante sollecitudini, vidi prodigare alla vigna cure così ripetute ed amorose come in Sicilia” Giovanni Briosi –Intorno ai vini di Sicilia (C. Ed. Ambrosiana 1984). “ Probabilmente nel mondo non c’è regione, come la Sicilia, vocata a produrre vini di così altissima qualità: lo dicono la geografia e la storia” Alfredo Ferruzza – Il vigneto più grande d’Italia, da “In vino veritas –viaggio nella civiltà del bere”. “ Ogni secolo ha prove certe della civilizzazione isolana. Proprio tenuto conto di ciò –e della qualità delle terre e del clima – non v’è affatto da meravigliarsi per il ventaglio straordinario offerto,qui, dall’enologia. Ogni vino è infatti la risultante della scelta di uno o più vitigni (e la Sicilia ne ha tanti e diversi, sia autoctoni che no), del terreno e del clima, su cui operano gli uomini con la propria cultura e la propria storia. Qui, solo e proprio qui, le ragioni profonde e provocanti, la straordinaria capacità e l’ancor più straordinaria possibilità di produrre vini bianchi, rosati, rossi in un ventaglio a tutta apertura”. L. Veronelli - Vini di Sicilia (IRVV- 1987). Storia. La Sicilia è, dunque, la regione italiana di più antica civiltà vinicola. E nella identità delle radici della vitivinicoltura europea occupa certamente un posto di primo piano. Da una ricerca si è accertato che già nell’Età terziaria vi prosperavano alcune ampelidee, ritrovate intorno al 1860, alle falde dell’Etna (CT) ed a Grotte, in provincia di Agrigento I Fenici, abili mercanti ed audaci navigatori nord africani, sono stati i primi a commercializzare i vini di questa terra. E vien da loro il più antico riferimento che risale a 1500 anni a. Cristo: su un frammento di orcio, da loro utilizzato, in una incisione si legge” Vino fatto con uva passa nera”.

I Greci, invece, contribuirono alla estensione della coltivazione della vite, prima solo spontanea e che con loro divenne coltura programmata. Poi, tutte le diverse dominazioni si son sempre intrecciate con la presenza della vite e la preparazione di vini. Il territorio. Il patrimonio produttivo siciliano, il più importante d’Italia, si estende su circa 150.000 ettari di vigneti. Il 77% sono di uve a bacca bianca: cataratto, grillo, grecanico, inzolia, carricante, moscato d’Alessandria, zibibbo, moscato bianco e malvasia delle Lipari; il restante 23% di uve a bacca rossa: frappato, nerello cappuccio, nerello mascalese, nero d’Avola e perricone. E’ in collina che c’è la maggior concentrazione di vigne: ben il 65%; il 30% è in pianura ed il 5% in montagna. Trapani, delle 9, è la provincia più vitata. La seguono Agrigento e Palermo. La maggiore coltivazione delle uve bianche si registra nella parte occidentale, mentre nella Sicilia orientale primeggia la coltivazione di uve rosse. Oggi il vino siciliano testimonia una produzione di qualità garantita e sfiora un volume di affari di centinaia di milioni di euro. A garanzia della qualità dei vini si riscontrano ben 22 DOC , 1 DOCG e 7 IGT. Una ulteriore peculiarità è data dagli ottimi vini dolci e liquorosi, quali il Marsala, la Malvasia delle Lipari, i Moscati di Noto e Siracusa, il Passito di Pantelleria, lo Zibibbo. Curiosità. Negli ultimi anni si registra in Sicilia una costante crescita dell’impegno imprenditoriale femminile nel mondo del vino, prima appannaggio esclusivo del maschi. “Le donne siciliane al timone delle aziende vinicole hanno dimostrato di essere foriere di quei valori necessari per affrontare le sfide al cambiamento imposte da una visione ormai sempre più globale dell’economia –è stato detto proprio in una delle ultime edizioni del Vinitaly, nel corso del convegno su Donne e la promozione della cultura del vino – Un risultato che è frutto non solo della creatività tipica femminile, ma anche dell’approccio, maggiormente carico di sensibilità che testimoniano con una naturalezza ispiratrice di concrete speranze per il futuro del settore”. Virtù salutistiche: il Resveratrolo nel Vino Il resveratrolo è una sostanza prodotta da diverse specie vegetali che, grazie alle sue spiccate proprietà antiossidanti, contribuisce a proteggere il nostro organismo dalle patologie cardiovascolari e tumorali. Si racconta addirittura della sua - presunta - capacità di aumentare la durata della vita, supportata da timide evidenze scientifiche dimostrate da alcuni studi preliminari su vermi (C. elegans) e moscerini della frutta (D. melanogaster), e mai confermati sull'uomo. Quello che spesso si omette a proposito del resveratrolo, è la dose impiegata in questi studi ed il fatto che una volta adeguata al peso di un uomo renderebbe l'integrazione di resveratrolo assolutamente improponibile a fini commerciali; la dose richiesta (3-6 grammi al giorno), infatti, sarebbe talmente alta da rendere insostenibile le spese per l'acquisto del prodotto, sollevando nel contempo preoccupazioni per possibili effetti collaterali a breve e a lungo termine. Nel regno vegetale il resveratrolo, dotato di funzioni antifungine, si trova in particolare nella buccia dell'uva e nel vino, in misura maggiore in quello rosso.

Gli effetti cardioprotettivi di questa bevanda, tipica della cultura alimentare mediterranea, sono in buona parte legati al suo contenuto in resveratrolo. I medici invitano comunque a non lasciarsi andare a inutili e pericolosi entusiasmi, dal momento che le benefiche proprietà ascrivibili al vino dipendono da diversi fattori, primo tra tutti la dose, che dev'essere moderata (2-3 bicchieri al giorno nell'uomo, un po' meno nella donna). Oltre al colore, il contenuto in resveratrolo del vino dipende moltissimo anche dalle tecniche di coltura e lavorazione dell'uva. Questa sostanza, prodotta dalla pianta per le sue preziose attività antifungine, è ovviamente più abbondante nell'uva non trattata con fungicidi e pesticidi. Inoltre il contenuto in resveratrolo del vino è tanto superiore quanto più a lungo viene fatto fermentare insieme alle bucce. (Attilio Ludovico Vinci)