Di Maria Cacioppo - Dal 14 dicembre 2018 al 10 febbraio 2019 sono riunite in una esposizione, inserita nel cartellone degli eventi di Palermo Capitale Italiana della Cultura 2018, quasi la metà delle opere esistenti del grande maestro Antonello da Messina.

E’ stata inaugurata a Palazzo Abatellis, alla presenza del sindaco Leoluca Orlando, dell'assessore regionale ai Beni culturali Sebastiano Tusa, del direttore generale Sergio Alessandro, del direttore del Museo Abatellis Evelina De Castro, del direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt, dell'Ad di MondoMostre Simone Todorow, la mostra curata dal professor Giovanni Carlo Federico Villa. Si tratta di una grande mostra, di cui -spiega una nota del curatore - “anche De Antonio Antonello, da Messina, Antonellus Messanensis nell’autografia, ne gioirebbe, per l’eccezionalità unica”. Riportare, infatti, buona parte delle sue opere, sopravvissute a vicissitudini di vario genere, in Sicilia, è stata impresa non da poco, non ultimo il dubbio sulla presenza in mostra di alcuni lavori del pittore, custoditi al Museo Regionale di Messina e al Museo Bellomo di Siracusa. Le precarie condizioni conservative del Polittico di San Gregorio e dell’Annunciazione sono state infatti oggetto di polemiche per il loro spostamento. Sono arrivate dall’Italia e dall’estero tavole che raramente si ha la possibilità di vedere riunite in un unico sito e in dialogo tra loro. In particolare è arrivato dagli Uffizi l’importantissimo trittico della Madonna con Bambino, il San Giovanni Battista acquistati dall’allora Ministro dei Beni Culturali Antonio Paolucci nel 1996 e il San Benedetto, opera di straordinaria qualità pittorica che la Regione Lombardia acquistò, tramite Finarte nel 1995, e oggi in deposito nel museo fiorentino. Mentre è giunta dalla Pinacoteca Malaspina di Pavia Il ritratto di giovane gentiluomo (a lungo considerato il suo vero volto), trafugato dal museo nella notte fra il 10 e l’11 maggio 1970, e recuperato sette anni dopo dal nucleo di Tutela Patrimonio Culturale dell’Arma dei Carabinieri. Partendo dalla sublime Annunciata, la mostra racconta, opera per opera, la raffinata arte di Antonello, collocandola nel contesto culturale e sociale del Mediterraneo ed evidenziando la centralità della Sicilia quattrocentesca. Per l'assessore regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana Sebastiano Tusa si tratta di "una rilettura di Antonello da Messina attraverso l’analisi dei rapporti, delle similitudini e delle differenze con le opere dei maestri che certo dovettero avere un peso fondamentale nella sua formazione, estesa dalla cultura mediterranea alla figuratività italiana e nordica. I capolavori in mostra restituiscono al visitatore il mondo del pittore fin dalle sue origini, ripercorrendo le tappe della sua formazione, presumibilmente a Napoli . Con geniale sintesi, da queste ed altre suggestioni Antonello elaborò la sua cifra certa e inconfondibile, divenendo uno dei protagonisti di respiro internazionale nel panorama artistico del suo tempo. Guardando al catalogo oggi ricomposto e presentato nei suoi capolavori assoluti a Palazzo Abatellis, nella ricostruzione visiva, attraverso uno spettacolare allestimento che narrerà visivamente viaggi e centralità della Sicilia quattrocentesca, forse Antonello sorriderebbe, beffardamente e ironicamente come uno dei suoi tanti effigiati. Di certo si commuoverebbe. Poiché Antonello ha scritto un trattato intero di psicologia. Ferma l’attimo del respiro, le lunghe ciglia ritorte, il fremito di un labbro, la crescita della barba, l’incertezza di uno sguardo. Il nostro secolo ha adorato i ritratti di Antonello: la pittura italiana si è riconosciuta tutta in quegli sguardi, ci siamo tutti identificati nella concretezza di un pittore che ha dato forza e carattere al volto dell’Italiano, alla femminilità virtuosa e sensuale, alla scontrosità e alle forme della donna Italiana. Una mostra sicuramente da non perdere di uno dei più grandi artisti Antonello da Messina uno dei pochi artisti che mai si ripeteva, uno stregone pirandelliano, il grande cantore della sicilitudine in grado di sintetizzare il rinascimento italiano con le altre innovative tendenze pittoriche europee, in particolare con la pittura fiamminga.(Maria cacioppo)