Di Maria Cacioppo - Il culto di Maria Santissima a Sciacca ha antichissime tradizioni. La Madonna del Soccorso è la patrona della città di Sciacca dal 1626, anno in cui avvenne il miracolo della liberazione dei saccensi dalla peste. I Giurati di Sciacca, il capitano d'armi: Orazio strozzi, il clero ed il popolo, nella Chiesa Madre,

implorando la cessazione della peste, elessero Maria Santissima del Soccorso Patrona principale della città. Promisero in modo solenne di portare il suo simulacro "per sempre e irrevocabilmente" in processione il 2 febbraio di ogni anno. La scultura della Madonna fù costruita tra il 1503 e il 1504 dai maestri Giuliano De Almanchino e Bartolomeo Birritaro. La statua alta 1,65 e con 7 quintali di peso arrivò a Sciacca, via mare, nell'ottobre del 1504 e collocata nella chiesa S. Barnaba. La sacra immagine venne tolta dal suo altare nella Chiesa S. Bàrnaba e, posta su un fèrcolo, fu portata in processione di penitenza per le vie della città. "Viva Maria! La grazia è fatta!" grida la folla e l'eco gioioso si spande per tutti i rioni della città, dove il grido viene ripetuto da mille e mille petti, mentre le campane suonano a festa e le artiglierie dei baluardi cominciano a sparare a salve. La peste cessò e in rendimento di grazie fu celebrato nella cattedrale il solenne ottavario durante il quale furono messe ai piedi della Madonna le chiavi della città. Le chiavi di argento dorato che ora si vedono pendere dall'aurea cintura della sacra immagine, ricordano l' avvenimento ed in memoria della "fumata" che segnò la cessione della peste. Tuttora, durante la processione del 2 febbraio, quando la sacra statua arriva nella piazza del mercato, viene bruciata una grande quantità di incenso in una conca di rame.Il voto fu confermato il 1 aprile 1644 Filippo IV prescrisse ad ogni città del suo regno di eleggere a propria patrona la Vergine Santissima sotto il titolo di maggiore devozione. L'incoronazione avvenne in forma solenne il 9 febbraio 1751 nella Chiesa Madre dove la statua rimase fino al 18 dello stesso mese, giorno in cui fu riportata alla sua chiesa di S. Agostino. Il 13 e 18 gennaio la terra tremò varie volte violentemente e i cittadini atterriti chiesero che la statua della Patrona venisse portata in una chiesetta di legname costruita vicino al Calvario monumentale che sorgeva dove ora è la Villa comunale. La folla raccolta fuori dalla Chiesa cominciò a gridare al miracolo e l'entusiasmo raggiunse il culmine quando si affacciò alla porta della Chiesa il padre guardiano di S. Francesco mostrando il pannolino bagnato dal sudore che fuoriusciva dalla statua della Vergine Maria. Da mille petti si levò il grido: "Viva Maria! La grazia e fatta!" e con somma esultanza il venerato simulacro fu portato in processione nella chiesetta di legno ed in tal luogo il sudore prodigioso continuò fino alle otto ed un quarto di sera. Il terremoto cessò! Il 15 agosto 1907, in esecuzione del decreto del Capitolo Vaticano del 15 luglio 1906, la statua fu nuovamente coronata di oro. La Sacra statua viene condotta in processione due volte all'anno: il 2 febbraio e il 15 agosto. Questa ultima processione fu istituita nel 1849 ed è preceduta da 3 giorni di festa detti comunemente: i tre giorni del festino. La processione del 2 febbraio si fa in ottemperanza al voto del 1626 ed è preceduta da un solenne ottavario. Il 1 febbraio viene osservato il digiuno e la Divina, in ricordo dell'antica sede della sacra statua, viene portata in processione dalla Chiesa di S. Agostino alla Chiesa Madre. A tale processione moltissimi fedeli partecipano a piedi scalzi. La processione del 2 febbraio è la festa più solenne della città. Vi partecipano tutte le confraternite, le associazioni cattoliche, i fedeli di tutte le parrocchie, il Clero. I festeggiamenti si svolgono in via Licata e sono caratterizzati dal rito della “Fumata” che consiste in una nuvola di incenso che rimanda al miracolo attribuito alla patrona durante la peste del 1626. Il 2 febbraio del 1626 infatti, durante la processione i saccensi videro un fulmine squarciare il cielo che era però limpido e senza nuvole. In quel momento dalla parte inferiore del sostegno della statua si elevò una nuvola di fumo e la peste non fu più diagnosticata ai cittadini precedentemente affetti. A sorreggere la statua marmorea della Madonna, posta su una vara seicentesca addobbata con gioielli d’oro, argento e corallo sono un centinaio di marinai scalzi che dividono il peso sulle loro spalle. La statua viene poi riportata nel Duomo, dove si svolge una Santa Messa conclusiva. (Maria Cacioppo)