Calderoli ha fretta di concludere la tanto agognata autonomia differenziata per portare a termine quello che non gli è riuscito fare nel corso dei governi Berlusconi quando rivesti diverse cariche compresa quella di ministro. Erano i tempi di Roma ladrona, quando la lega di Bossi aveva inaugurato il bossiano celodurismo.

Erano i tempi in cui la lega Nord puntava alla secessione, alla disubbidienza civile, erano i tempi in cui si volevano spostare i ministeri al Nord e si fece anche la farsa di una prova del tutto fuorilegge. Era cominciata l’antipolitica da parte di un partito che rivendicava la primogenitura del Nord nei confronti si u n Sud sprecone, corrotto, e parassita. A Calderoli si devono le leggi più destabilizzanti della repubblica: la legge 270 del 21 dicembvre 2005 che si affermo sotto l’appellativo di porcellum che prevedeva un anormale premio di maggioranza e le liste bloccate. Legge che rimase in vigore nelle elezioni del 2006, 2008 e 2013. Da allora, la volontà di questi pseudo moralizzatori, è andata vanti con un chiodo fisso staccare il Nord dal resto d’Italia. Il nord da solo non poteva farcela ed allora arriva l’era Salvini che cerca di trasformare la legge in un partito nazionale, approdando nelle regioni del Sud e nelle Isole, raccogliendo tutti i trasformisti che si riciclavano nella Lega o che cercavano in essa quello spazio che veniva loro negato dal altri soggetti politici o per raggiunto limite di mandato o perché altri nel frattempo si erano fatti strada. Ma i chiodi fissi, le bandiere identitarie di persone che erano entrate in parlamento per combattere Roma ladrona e che poi vi erano rimasti abbarbicati al potere ed allo stipendio parlamentare erano rimaste e continuavano a covare sotto le ceneri della lega di Bossi. Eppure basta conoscere un poco di storia per capire cosa deve il Nord al Meridione. Questo Nord che ha concentrato lo sviluppo economico solo al Nord nel cosiddetto triangolo industriale a spese del Sud. A piene mani il Nord ha attinto alle rimesse degli emigrati che lasciavano il loro paese per andare a lavorare nelle miniere di carbone e di ferro dell’Europa del Nord. A piene mani ha pescato nelle materie prime che grazie agli emigrati arrivavano in Italia, come il carbone ad esempio. Il Sud, continuava a fornire mezzi ed anche uomini alle industrie del Nord. Erano i tempi del grande esodo interno di milioni di spersone che si trasferivano al Nord in paese spesso inospitali dove spuntavano i cartelli “affittasi ma non a Meridionali” Ed ancora oggi, quanti giovani si spostano al Nord per coprire i vuoti in diversi uffici pubblici come la scuola e la sanità? Ora, con l’avvento della destra anche per colpa di una sinistra inesistente che non riesce a leggere i bisogni delle persone, che non riesce a fare squadra per bloccare la destra, tornano gli attacchi del Nord irriconoscente contro il Sud. Arriva la proposta della lega di accelerare sull’economia differenziata, senza prima fissare i cosiddetti Livelli essenziali delle Prestazioni (LEP) come l’art. 117 della Costituzione Italiana prevede alla lettera “m” del secondo comma. Dice Calderoli li vedremo in seguito. Ecco perché l’USEF ritiene giusta la posizione del movimento dei sindaci del SUD, che si oppongono a questa riforma di Calderoli, che aggrava il divario tra Nord e Sud, che spacca l’Italia in due, che non si cura del continuo depauperamento delle popolazioni dei comuni del meridione, dove continua inesorabile la desertificazione demografica, dove i giovani continuano a sceglie la via dell’emigrazione, una scelta che pone una grande ipoteca sul futuro di questo martoriato Sud. Per quanto tempo ancora dobbiamo assistere ad una economia sbilanciata, che si concentra al Nord a spese del Sud? Un sud penalizzati da sempre, dove l’alta velocità ferroviaria resta una chimera, dove si parla di ponte sullo stretto mentre le infrastrutture per una mobilità decente e possibile, non trovano posto nella Sicilia interna dove spesso le strade bisogna inventarsele, dove non basta avere istituito le ZES se poi non le rendiamo raggiungibili e sicure. E’ tempo che i politici piglino atto del fatto che il Meridione non può più essere trattato come una colonia, che l’Italia non può essere stata unita invano, se poi tra le righe si continua a leggere ancora il regno delle due sicilie da una parte ed un Nord che vuole tornare ai tempi preunitari con le regioni che si trasformano in tanti staterelli autonomi dove non alberga la politica della solidarietà, dove si continua a parlare male degli immigrati solo per poterli meglio sfruttare a nero, senza nessuna copertura sociale lasciandoli in mano ad un caporalato indegno di un paese civile. Noi vogliamo un’Italia unica dove dalle Alpi alla Sicilia siano garantiti gli stessi diritti, lo stesso livello di servizi, le spesse possibilità di sviluppo, la stessa certezza di futuro. Salvatore Augello 03 febbraio 2023