*(SA) - Non è certo passato molto tempo da quando si è insediato il governo Meloni, che già la destra italiana mostra il suo vero volto tanto negato dai leader dei partiti di governo e tanto temuti e denunciati dalle opposizioni. Già nelle deleghe ministeriali si cominciano a vedere pennellate di fascismo qua e là.

Lo si vede nel nuovo nome attribuito ad alcuni ministeri. Il ministero delle politiche agricole diventa dell’agricoltura e della sovranità alimentare. Il ministero dello sviluppo economico diventa ministero delle imprese e del made in Italy, l’aggettivo merito viene aggiunto al ministero dell’istruzione. Il ministro dello sport diventa dello sport e dei giovani, forse una reminiscenza di qua do la Meloni rivestì la carica di ministro della gioventù. A queste pennellate, si aggiunge la dichiarazione di La Rossa che non parteciperà al 25 aprile e la solita espressione cara a Salvini: “la pacchia è finita” che suona beffa ed offesa alla serietà con cui il governo Draghi ed i suoi ministri hanno affrontato la pandemia e la guerra, due situazioni di estrema gravità dalle quali ancora non siano fuori. Altri segnali preoccupanti arrivano dalla nuova posizione assunta dal ministro dell’interno e dallo stesso Salvini ministro delle infrastrutture che mostrano i muscoli contro gli immigrati e le ONG colpevoli di salvare vite umane sulle rotte di un mare che diventa sempre più il maggiore cimitero liquido dove annegato migliaia di disperati. La Meloni che non voleva il capo della lega al ministero degli interni, oggi in quel posto si ritrova l’ex capo di gabinetto quando al Viminale sedeva Salvino e lo stesso lega leader alle infrastrutture, un bel binomio pere portare avanti quella che loro definiscono la politica dell’immigrazione e la sicurezza della nazione. Arrivano anche i primi provvedimenti del nuovo governo, sotto forma di decreti legge. Non riguardano come si pensava fosse prevedibile il caro bollette, il precariato, le famiglie in stato di povertà, no il primo decreto legge piglia le mosse dal rave party dove 3.500 giovani si erano dati appuntamento per poi raccogliere l’invito delle forze di polizia e smobilitare pacificamente, per dare vita ad una miniriforma liberticida. Arriva una pericolosa modifica al codice penale, dove viene aggiunto l’art. 434 bis, che introduce il reato di invasione di terreni o edifici pubblici o privati per organizzarvi un raduno con un numero di persone superiore a cinquanta. Una formula molto generica, che può preludere alla possibilità di impedire ad esempio l’occupazione di una fabbrica, di una scuola, una stessa manifestazione di piazza. Il primo a riconoscerne i, limiti è stato il buon Lupi che oggi in televisione ha parlato di eventuale aggiustamento in parlamento se la dizione presenta limiti e rischi. Con successivi provvedimenti, questo centro destra, comincia a pagare pegno per gli impegni presi. Un primo messaggio è ricolto ai no vax autorizzando i medici sospesi perché contro il vaccino, a potere rientrare in servizio. Sui direbbe un provvedimento formale, visto che il divieto scadeva a dicembre, ma lo hanno voluto fare lo stesso, per dare immediata risposta ad i pegni presi i n campagna elettorale. Che dire invece del fatto che si è fatto un chiasso tanto per il rave party, certamente do contrastare ed impedire, ma nemmeno una parola viene spesa per il raduno fascista fatto a Predappio per ricordare il centenario della nascita del duce? Non è forse quell’apologia del fascismo condannata dalla costituzione italiana? Non siamo forse palesemente di fronte ad una violazione punita dalla legge? Come possiamo definire questo tipo di acquiescenza? Distrazione? Sottovalutazione? Vedremo come si svilupperà l’azione di questa destra che pur legittimamente al governo del Paese, presenta un biglietto da visita molto discutibile su cui le opposizioni, ma principalmente la sinistra debbono riflettere bene e profondamente invece di litigare. (Salvatore Augello 03 novembre 2022)

*foto presa da intenet