“La pandemia di COVID-19 ha fortemente colpito l’America Latina e i Caraibi, una regione in cui i divari socioeconomici rimangono visibili e gravi, mentre la guerra in Ucraina, con le sue conseguenze sui prezzi delle materie prime, dell’energia e dei beni di prima necessità,

oltre a una possibile crisi economica mondiale, ci espone tutti a rischi crescenti, anche di grave emergenza alimentare, da cui America Latina e Caraibi, purtroppo, non sono esenti”. Lo ha dichiarato la Vice Ministra degli Esteri Marina Sereni all’evento virtuale “Verso un recupero inclusivo e sostenibile in America Latina e nei Caraibi”, promosso dal Governo del Costa Rica e dalla Commissione Economica per l’America Latina e i Caraibi (ECLAC). “L’Italia – ha spiegato Sereni – è legata all’America Latina e ai Caraibi da un rapporto speciale e da un patrimonio comune, basato su valori condivisi di pace, democrazia, multilateralismo. Profondi sono i legami culturali, politici, economici e sociali tra il nostro Paese e la regione, anche grazie al dinamismo della numerosa comunità italiana residente in America Latina e dell’altrettanto significativa comunità latinoamericana e caraibica residente in Italia. L’America Latina e le regioni dei Caraibi hanno un grande potenziale per sviluppare energia da fonti rinnovabili ed esperienze molto preziose da condividere. Le prospettive per una transizione verde in questa area sembrano essere più favorevoli rispetto ad altre regioni del mondo. A questo proposito, – spiega la Vice Ministra – oltre agli interventi pubblici, il settore privato è la chiave per accelerare questa transizione. L’Italia è attiva in America Latina con alcune rinomate aziende del settore energetico, che stanno investendo in rinnovabili, reti elettriche, mobilità sostenibile e idrogeno verde”. “La relazione tra Unione Europea e America Latina e Caraibi – ha detto ancora Sereni – è di importanza strategica. Dobbiamo affrontare sfide comuni enormi per ridurre le diseguaglianze e avvicinare gli obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030”. (FONTE: sito istituzionale)