*L’alto rappresentante dell’Unione Europea per gli Affari esteri e la politica di sicurezza Josep Borrell ha affermato che le falle nei due gasdotti sottomarini Nord Stream 1 e 2 (Ns1, Ns2) che collegano la Russia alla Germania «non sono una coincidenza», bensì un «atto deliberato». Le tre perdite sono state registrate in poche ore in entrambe le condutture baltiche:

la prima ha colpito Ns2 vicino all’isola danese di Bornholm, le altre due hanno bucato Ns1. Il presidente del Consiglio europeo Charles Michel ha twittato: «Gli atti di sabotaggio sembrano essere un tentativo di destabilizzare ulteriormente l’approvvigionamento energetico dell’Ue. Abbiamo bisogno di un’indagine urgente e approfondita. Coloro che hanno compiuto questo atto saranno ritenuti pienamente responsabili e obbligati a pagare. I nostri sforzi per diversificare l’approvvigionamento energetico rispetto al gas russo continuano». Il portavoce del Cremlino Dmitrij Peskov si è affrettato a precisare che «è sciocco e assurdo accusare la Russia», in quanto prima a essere danneggiata economicamente dall’atto di sabotaggio. Perché conta: La Russia ritiene che i mandanti e gli esecutori degli atti di sabotaggio debbano essere ricercati in quelle nazioni che abbiano un diretto vantaggio economico dall’interruzione dei flussi di gas tra Russia e Germania. L’allusione non troppo velata è a Polonia e Stati Uniti. Varsavia ha inaugurato proprio il 27 settembre 2022 – giorno degli incidenti a Nord Stream – il gasdotto Baltic Pipe che porterà gas norvegese sulle coste della Pomerania polacca, rendendo il principale alleato degli Stati Uniti nell’Europa centro-orientale completamente indipendente dal gas russo. Non potendo più importare direttamente gas dalla Russia tramite quei tubi ideati e costruiti per bypassare la Polonia e non versare le corrispettive royalties a Varsavia, la Germania potrebbe ora dover fare affidamento sul vicino orientale divenuto di colpo hub gasiero della Mitteleuropa. Le élite polacche gongolano, ben sapendo che la via alternativa terrestre del gas russo verso la Germania Jamal-Europe transita comunque su suolo polacco. Washington ha immediatamente mostrato la propria disponibilità a incrementare la vendita di gas liquefatto americano per soccorrere le cancellerie europee in difficoltà. Il segretario di Stato Antony Blinken ha colto l’occasione per rimarcare la necessità di «porre fine alla dipendenza dal gas russo in Europa». Diverse navi gasiere sono già sulla rotta atlantica verso il Vecchio Continente. A insospettire i notabili di Mosca è il compiacimento mostrato dalla lobby polacca negli Stati Uniti e da alcuni politici di rilievo nell’Ue. Come le parole dell’europarlamentare ed ex ministro degli Esteri di Varsavia Radosław Sikorski che ha salutato gli incidenti a Nord Stream con un eloquente «Thank you, USA», aggiungendo poi che «tutti gli stati baltici e l’Ucraina si sono opposti alla costruzione di Nord Stream per venti anni. Ora 20 miliardi di dollari di rottami metallici giacciono sul fondo del mare, un altro costo per la Russia e la sua decisione criminale di invadere l’Ucraina». Sikorski ha poi chiosato sarcastico rivolto al ministero degli Esteri russo: «Qualcuno ha eseguito un’operazione di manutenzione speciale». L’acqua salata del mare si sta riversando attraverso le fenditure all’interno dei tubi di proprietà russa, danneggiandoli in tutta la loro lunghezza in modo irreparabile. Per avvalorare la tesi che dietro agli atti di sabotaggio vi sia lo zampino di Washington, Mosca ricorda le esternazioni pubbliche del presidente americano Joe Biden e dalla sottosegretaria di Stato nonché “dama dei biscotti di Jevromajdan” Victoria Nuland, che a fine gennaio e ai primi di febbraio 2022 minacciavano apertamente di mettere fuori uso Nord Stream qualora la Russia avesse invaso l’Ucraina. Un’Europa occidentale esposta al ricatto energetico dovrebbe presto decidere quale postura adottare, qualora emergesse con chiarezza la responsabilità diretta dell’America e della Polonia nella recisione dei legami energetici tra la potenza industriale del continente (Germania) e il nemico storico di Washington e Varsavia (Russia). Probabilmente non accoglierebbe la richiesta moscovita di istituire una commissione d’inchiesta congiunta. Naturalmente anche Berlino spera a questo punto che la nuova Baltic Pipe non subisca la medesima sorte di Nord Stream come forma di ritorsione simmetrica russa. La multinazionale russa Gazprom – socio di maggioranza del consorzio Nord Stream Ag − ha comunicato che si riserva il diritto di sospendere il transito di gas sul territorio dell’Ucraina a causa del mancato rispetto delle clausole sottoscritte da Naftogaz, azienda di Stato ucraina. Una prima risposta politica di Mosca all’attentato contro le proprie infrastrutture strategiche. Il disaccoppiamento energetico tra Occidente e Russkij mir (mondo russo) prosegue spedito. Per approfondire: Nessuno tocchi Nord Stream

* FONTE:  la foto è presa da internet quotidiano .net