CONTROMOSSA DI PUTIN ALLE SANZIONI: “GAS SI PAGHERÀ SOLO IN RUBLI”

L’INIZIO DELLE SANZIONI - Le sanzioni imposte dall’UE alla Federazione Russa in risposta alla crisi in Ucraina hanno radici più profonde, alcune delle quali otto anni fa. Ma quelle più aspre sono recenti, anzi, recentissime.

Si è partiti con divieti di viaggi e congelamento dei beni e sono progressivamente cresciute, passando dal divieto di importazione di beni provenienti dalla Crimea e dalle restrizioni all’accesso della Russia ai servizi e ai mercati finanziari e dei capitali dell’UE. A seguito dell’invasione, si è deciso di escludere sette banche russe dal sistema SWIFT e il blocco delle transazioni della Banca centrale. Il 15 marzo 2022 L’Unione Europea ha deciso di imporre un quarto pacchetto di sanzioni economiche e individuali nei confronti di persone collegate alla base industriale e di difesa. Le misure prese comprendono: restrizioni alla cooperazione economica, misure restrittive individuali, restrizioni ai media, sanzioni economiche, misure diplomatiche. Sanzioni UE alla Russia

LA DIPENDENZA EUROPEA DAL GAS RUSSO

Le misure prese in UE non hanno diminuito la dipendenza energetica. Se, infatti, l’Unione Europea negli anni ’90 ha cercato di diversificare i suoi fornitori, dopo l’annessione della Crimea da parte della Russia, le quote di importazioni sono cresciute fino al 41% nel 2018. Tutti i Paesi europei dipendono in modo diversificato dalla fornitura del gas russo. In Paesi come Bielorussia e Lettonia la dipendenza é del 100%, mentre in Paesi come Italia e Germania si attesta rispettivamente al 40% e al 51,2%. La Francia potrebbe essere il primo a sganciarsi dalla dipendenza russa, investendo sul nucleare e l’energia eolica. Il primo ministro Cassex ha dichiarato che potrebbero riuscirci entro il 2027. Le conseguenze della crisi ucraina e dell’inasprimento dei rapporti, anche economici, non sarebbero uguali per tutti. L’Italia, nonostante la posizione di svantaggio rispetto a Paesi come la Francia, ha fatto sapere, secondo quanto dichiarato da Mario Draghi, che l’obiettivo è azzerare le importazioni entro due anni: un obiettivo realisticamente ambizioso.

TASK FORCE UE LA CONTROMOSSA DI PUTIN DI FRONTE ALLE SANZIONI

La Russia riceve diverse sanzioni da ormai otto anni, ma queste non sono state in grado di scoraggiare la politica espansionistica e aggressiva di Putin. Le esportazioni russe di prodotti non energetici sono rimaste stabili in questi anni. Di fronte alle recenti e imponenti sanzioni economiche e finanziarie, il boicottaggio delle maggiori multinazionali e la continua svalutazione della moneta, Putin ha pensato a una contromossa. Mentre ulteriori sanzioni sono in discussione, il Presidente russo ha ordinato al governo di emanare una direttiva che obblighi a convertire in rubli i contratti di fornitura di gas con i “Paesi ostili”. La notizia ha determinato un effetto positivo sulla Borsa di Mosca, che ha recuperato valore, dopo settimane di svalutazione.

LE REAZIONI

Francesco Giavazzi, consigliere di Palazzo Chigi, ha affermato che pagare il gas in rubli significherebbe aggirare le sanzioni e che pensa che continueremo a pagarlo in euro. Inoltre, ha fatto notare come i prossimi mesi possano essere affrontati dall’Italia puntando all’energia rinnovabile, sufficiente ad azzerare l’import del gas. In relazione alle decisioni russe, la Germania parla invece di “violazione dei contratti”. Tommaso Monacelli, professore associato di economia alla Bocconi, ha scritto un tweet in merito che ha fatto discutere. Monacelli ha scritto che la decisione presa da Putin sia a noi favorevole dato il deprezzamento del rublo. A fine tweet ha invitato a continuare a leggere la sua riflessione. Infatti, ha continuato spiegando come starebbero in realtà le cose: “per avere rubli un’azienda deve comprarli dalla propria banca, la quale a sua volta li deve acquistare dalla banca centrale russa. E quindi dare in cambio dollari o euro”. “A questo punto abbiamo una scelta. Goderci, nel breve periodo, costi dell’energia più bassi. Oppure smettere di finanziare la guerra e imporre un embargo totale sul gas russo”. Davide Tentori (ISPI) pensa che “Il Cremlino vuole aumentare la richiesta di moneta all’esterno e creare un pavimento per arginarne il crollo”. Intanto, dopo l’annuncio, in Europa il prezzo del gas è inizialmente salito registrando un balzo del 34%, per poi scendere nuovamente.

LE POSSIBILI RISPOSTE

La Commissione Europea sta pensando di creare una Task Force UE per l’acquisto congiunto di gas a livello europeo. Questa, composta da un team di negoziatori, sarebbe utile a facilitare l’acquisto di gas a livello internazionale e a diminuire progressivamente l’indipendenza dalla Russia. Mario Draghi ha fatto sapere: “La creazione di un tetto Ue al prezzo del gas – spiega – è al centro di un confronto con la presidente“. Per quanto riguarda l’Italia e il blocco totale delle importazioni del gas russo, il ministro Di Maio ha dichiarato che “l’Italia sta costruendo nuove partnership, in particolare con Algeria, Angola, Qatar e Congo: in questi Paesi abbiamo la disponibilità delle autorità locali ad aumentare le quantità di gas che importiamo”. Oggi si terranno il vertice NATO, il G7 e il Consiglio europeo, per decidere come agire al fine di facilitare il cessate il fuoco. La situazione resta in divenire. (Margherita Mantione)

FONTE: Voci di Città