BOMBARDATA L’UNIVERSITÀ DI KHARKIV: QUALE FUTURO PER GLI STUDENTI UCRAINI?

Conosciamo Kharkiv La città di Kharkiv, conosciuta anche come Kharkov, si trova nell’Ucraina orientale ed è stata fondata nel 1654. Per 14 anni, dal 1919 al 1934 è stata la prima capitale ucraina, diventando nel tempo uno dei maggiori poli industriali, scientifici e culturali-educativi.

A tal proposito, vanta la presenza di ben tre premi Nobel: Lev Landau, Ilya Mechnikov, Simon Kuznets. Nel corso dei secoli, questa città ha visto convivere molteplici etnie (russi, ucraini, polacchi, ebrei, tedeschi, armeni, greci e lettoni) ed è la seconda città più popolosa dopo Kiev.

La città di Kharkiv sotto assedio

Da giorni ormai, Kharkiv è nel mirino delle truppe russe. Ieri il simbolo della città, Piazza della Libertà è stata distrutta dai missili. Si trattava di una delle piazze più grandi d’Europa, dove i giovani amavano riunirsi per discutere e divertirsi, visti i numerosi concerti organizzati in passato. L’assedio senza tregua ha comportato l’abbattimento di monumenti, edifici istituzionali e residenziali con centinaia di vittime civili. I cittadini, molti russofoni, sono chiusi in casa e nei bunker, dove cominciano a scarseggiare i viveri. I fatti continuano a smentire le intenzioni dichiarate di Putin di voler colpire solo obiettivi militari. Paradossalmente, ad essere colpite sono persone che parlano la sua stessa lingua e che lui vedeva minacciate dal nazionalismo ucraino. Sono già partiti i paragoni con Sarajevo, città bombardata trent’anni fa, durante il conflitto nella Ex Jugoslavia.

L’Università colpita

Tra gli edifici distrutti c’è purtroppo la sede della facoltà di Sociologia dell’ Università Nazionale Karazin. Si tratta della seconda università più antica di Ucraina dopo l’Università di Leopoli. Ad essere attaccata dunque è stata anche la cultura, il centro dello sviluppo della città; sviluppo mal sopportato dal Presidente russo. Kharkiv ospita 16 Università tra le quali spiccano le facoltà di Informatica e sistemi d’informazione, di Fisica e Astronomia e di Ingegneria.

Le reazioni europee

L’Università La Sapienza di Roma è “gemellata” proprio con l’istituto colpito. Studenti e insegnanti ieri hanno manifestato, interrompendo le attività didattiche per chiedere la pace. Il ministro dell’Università e della Ricerca Maria Cristina Messa ha istituito un fondo da 500 mila euro per sostenere studenti, ricercatori e docenti ucraini. Sono già state predisposte borse di studio ed alloggi. Diversi Rettori si stanno muovendo per dimezzare e azzerare le rette. Il ministro dell’Istruzione Bianchi ha chiesto tramite circolare agli insegnanti di parlare dell’articolo undici della Costituzione, che tratta della pace fra i popoli. Per quanto riguarda la reazione dell’UE, i rifugiati ucraini avranno il diritto di vivere studiare e lavorare nell’Unione Europea per i prossimi tre anni. Questo provvedimento si trova nel Piano europeo che dovrà essere approvato oggi dai 27 Stati membri e prevede anche la possibilità di accesso al Sistema Sanitario del Paese in cui si trovano. Anche se sarà difficile ricominciare a vivere per i tanti rifugiati, l’Unione sta mettendo in campo tutto il necessario per assicurare loro un futuro di pace e serenità.

La cultura rimane l’arma migliore (?)

Andando oltre il danno materiale degli edifici distrutti, le città ucraine stanno vivendo un enorme danno morale. Ciò che è stato danneggiato è il tessuto culturale e sociale del Paese. Kharkiv è diventato un luogo di confronto tra studenti di culture diverse, che adesso si trovano costretti a mettere da parte lo studio e preparare strumenti di difesa. C’è chi prepara le molotov e chi, grazie al proprio talento cerca di elaborare attacchi cybernetici. Emerge quindi la volontà di non arrendersi di fronte alla prepotenza dell’invasore russo, che ha interrotto le vite di tutti loro. Ad accomunare i ragazzi europei, ma anche russi è l’incapacità di accettare la guerra come fenomeno e strumento internazionale; la volontà di superare le differenze ed anzi valorizzarle. Immaginare il proprio futuro diventa un’attività sempre più complicata ma ciò per cui si battono i ragazzi oggi, anche attraverso la cultura, è un‘avvenire di pace e di rispetto reciproco. (Margherita Mantione foto in alto)