Nell’anno della pandemia sono calati complessivamente del 7% i cittadini stranieri residenti in Italia. Gli ultimi dati dell’Istat Nel 2020 sono stati rilasciati in Italia circa 106.500 nuovi permessi di soggiorno a cittadini non comunitari, il numero più basso degli ultimi 10 anni (quasi il 40% in meno rispetto a quelli emessi nel 2019).

In calo soprattutto i nuovi permessi concessi per studio (-58,1% rispetto all’anno precedente) e i permessi per asilo (-51%). Secondo i dati contenuti nell’ultimo Report dell’Istat sui cittadini non comunitari in Italia, diffuso il 22 ottobre scorso, i cittadini non comunitari regolarmente presenti sono calati dal 1° gennaio 2020 al 1° gennaio 2021 del 7%, da 3.615.826 a 3.373.876. Nel generale calo degli ingressi, alcuni paesi di cittadinanza hanno fatto registrare decrementi particolarmente evidenti: è il caso di Stati Uniti (-51,0%), Cina (-46,8%) e Ucraina (-46,4%). Per Nigeria (-24,9%) e Pakistan (-29,3%) le riduzioni dei flussi sono state invece più contenute. La diminuzione relativa maggiore ha interessato i permessi per studio, scesi del 58,1% rispetto all’anno precedente. Nel 2020 sono stati rilasciati 8.552 documenti per studio, l’8% del totale dei permessi contro i 20.409 del 2019 (l’11% del totale). In forte calo anche il numero dei permessi per asilo, diminuiti del 51,1% rispetto all’anno precedente. In totale nel 2020 si sono registrati 13.467 nuovi permessi per richiesta di asilo e protezione internazionale (12,6% del totale dei nuovi permessi rilasciati). La diminuzione ha riguardato tutti i paesi non comunitari di principale provenienza, ma il calo relativo più evidente (superiore all’80% rispetto al 2019) ha interessato i cittadini indiani e ucraini. Anche i permessi per famiglia, principale motivazione di ingresso nel nostro paese, sono calati del 38,3% sull’anno precedente, mentre gli ingressi per lavoro hanno subito una contrazione meno intensa (-8,8%).