di Agostino Spataro - Girando per i Paesi di tradizione islamica non ho mai visto un esempio di sincero rispetto per l’Altro come quello visto (e fotografato) a Pecs, bellissima città ungherese (l’antica Sophiane dei romani). Qui, nella piazza principale, si può vedere la moschea di Pascià Gazi Kaszim costruita nel XVI° secolo dai turchi occupanti sopra le rovine della chiesa medievale cristiana di San Bartolomeo. Dopo la cacciata degli ottomani, che in Ungheria si macchiarono di stragi e di delitti orrendi, gli ungheresi trasformarono la moschea in chiesa di San Bartolomeo(foto in alto) ma senza cancellare i segni del suo passato islamico. Infatti, sulla cupola svettano una mezzaluna sovrastata da una croce, mentre sulle pareti interne si possono leggere alcune sure (versetti) del Corano e ammirare addirittura un “mirab”. Accanto all’altare maggiore della chiesa la comunità cattolica ha voluto collocare una lapide con inciso un detto di Maometto tradotto in lingua magiara. In Europa e in varie parti del mondo le comunità islamiche possono esercitare liberamente la loro confessione, i loro riti. Purtroppo lo stesso non si può dire per le altre religioni e culture in molti paesi di tradizione islamica specie, oggi, dopo le “primavere arabe” e le guerre per “esportare la democrazia” (forse quella dell’Arabia saudita o del Qatar ?) in diversi Paesi del Medio Oriente. Anche l’Islam dovrebbe darsi il coraggio della reciprocità verso tutte le religioni e le culture del mondo. Stiamo aspettando… 16 luglio 2016. (Agostino Spataro, direttore: www.infomedi.it)