GINEVRA - I migranti che hanno raggiunto via mare l’Europa nel 2015 sono stati più di 150.000: la quasi totalità degli arrivi, secondo le stime dell’OIM, è stata registrata in Italia (74.009) e in Grecia (75.970). Secondo i dati del Ministero dell’Interno italiano i migranti che hanno raggiunto le coste italiane dal 1 gennaio al 30 giugno 2015 stati 70.354 – un leggero incremento rispetto allo stesso periodo del 2014, quando i migranti soccorsi in mare nei primi sei mesi dell’anno erano stati 63.884. I principali paesi di origine dei migranti arrivati in Italia sono Eritrea (18,676), Nigeria (7,897), Somalia (6,334), Siria (4,271), Gambia (3,593) e Sudan (3,589). La stima più preoccupante è quella dei migranti morti in mare: oltre 1.900 quest’anno, più del doppio rispetto al 2014. Il numero di morti in mare è tuttavia iniziato a diminuire a partire da maggio, ossia da quando Frontex ha dispiegato maggiori forze marittime nel Canale di Sicilia. Nonostante questo il Mediterraneo continua a essere letale: giovedì sera si è avuta notizia di un naufragio avvenuto a circa 40 miglia dalle coste libiche, nel corso del quale 12 migranti hanno perso la vita. Le vittime sono cadute in mare mentre erano a bordo di un gommone parzialmente affondato, sul quale si trovavano circa altre 100 persone. I corpi sono stati recuperati dalla nave Dattilo della Guardia Costiera. Lunedì scorso 5 corpi di migranti, probabilmente partiti dalla Libia, sono stati invece recuperati al largo delle coste tunisine e martedì 19 migranti hanno perso la vita nel mar Egeo, tra Turchia e Grecia. Solo quattro i cadaveri recuperati. La situazione della Grecia è particolarmente delicata, in quanto l’alto numero di arrivi sta mettendo sotto forte pressione un paese già alle prese con una delle peggiori crisi economiche della storia moderna. Secondo i dati della Guardia Costiera greca, i migranti che hanno solcato il Mar Egeo nei primi 6 mesi del 2015 sono stati circa 69.000. Nel corso del mese appena conclusosi, si stima che siano arrivate circa 900 persone al giorno. In sette giorni, dal 1 al 8 luglio 2015, i migranti che hanno attraversato l’Egeo sono stati 7.202. I principali paesi d’origine sono Siria e Afghanistan. “Le rotte cambiano, così come la composizione dei flussi, ma i numeri continuano a salire”, afferma Federico Soda, Direttore dell’Ufficio di coordinamento dell’OIM per il Mediterraneo. “L’Italia”, spiega Soda, “è meta di un flusso migratorio misto, più complicato da gestire: il paese vede non solo l’arrivo di un gran numero di richiedenti asilo, ma anche di migranti economici. A prescindere dalla nazionalità, entrambe le categorie di casi devono essere esaminate individualmente per poter determinare il loro status. Inoltre tra coloro che raggiungono l’Europa via mare vi sono spesso anche persone vulnerabili, come vittime di tratta e di abusi, minori non accompagnati e donne in gravidanza”. L’arrivo di 150.000 migranti in Europa è sicuramente un dato significativo ma assolutamente non eccezionale, considerando che gli europei sono complessivamente più di 500 milioni. Secondo l’OIM, non bisogna considerare questo fenomeno come “un’invasione”, soprattutto se si prende in considerazioe ciò che accade al di fuori dei confini dell’Unione Europea (ad esempio il Libano, che conta una popolazione di 4 milioni, ospita 1,5 milioni di rifugiati siriani. La Turchia, invece, ne ha accolti quasi 2 milioni). “L’emergenza è umanitaria a causa delle drammatiche condizioni in cui si vengono a trovare i migranti e sarebbe certamente più gestibile se tutti i paesi coinvolti collaborassero di più tra di loro e dessero risposte più esaurienti e strutturate. Non esiste una soluzione facile e immediata per questo fenomeno, perché è il frutto di circostanze politiche, sociali ed economiche”, conclude Soda. (aise)