PALERMO. Il «giallo» di fine agosto in Sicilia ha per protagonista un insospettabile ragioniere di Partinico. L'uomo, Francesco Margiotta, 55 anni, sposato e padre di due figli, è sparito misteriosamente il 27 agosto scorso dalla sua abitazione: è stato ritrovato ieri in un albergo di Piazza Armerina. La scomparsa aveva gettato nello sconforto i familiari i quali, dopo vane ricerche, avevano deciso di presentare regolare denuncia di allontanamento ai carabinieri del Comando provinciale di Palermo. Gli investigatori dell'Arma avevano immediatamente avviato le ricerche sia nel Palermitano sia nel resto dell'isola. Per tre giorni il ragioniere è stato cercato in campagna, nei più sperduti casolari del comprensorio partinicese. Ma dell'uomo e della sua auto, una Fiat Punto di colore grigio, nessuna traccia. Ieri mattina il colpo di scena. Francesco Margiotta, incensurato, impiegato in uno studio notarile di Partinico, è stato rintracciato a Piazza Armerina, in provincia di Enna. I carabinieri lo hanno trovato in un albergo della storica cittadina ennese. Era in buone condizioni psicofisiche.

PALERMO - Dopo la lotta al pizzo Confindustria in Sicilia si prepara ad aprire una nuova stagione, volgendo l'attenzione verso quella che definisce la "zona grigia", l'intreccio tra burocrazia e imprenditori collusi con la mafia. Lo ha annunciato il presidente degli industriali siciliani, Ivan Lo Bello che, in conferenza stampa a Palermo, ha tracciato un bilancio della battaglia contro il racket delle estorsioni partita un anno fa da Caltanissetta e sfociata nell'adozione del codice etico e nell'espulsione degli industriali che non denunciano gli estorsori. "Siamo consapevoli - ha detto Lo Bello - che oggi dobbiamo fare un passo in avanti, di qualità. Il secondo pilastro della nostra azione sarà la collaborazione con i magistrati e le forze dell'ordine sul versante della lotta al riciclaggio e all'aggressione dei patrimoni degli imprenditori collusi con la mafia. Questa seconda frontiera ci terrà impegnati in modo forté.

 PALERMO - La Mafia alza il tiro: il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa viene ucciso in via Carini a Palermo con la moglie Emanuela Setti Carraro e l'agente di scorta Domenico Russo. Fu una grande tragedia, che lasciò tutto il mondo attonito, per l’ardire che aveva avuto la mafia che in questo modo voleva mandare un segnale forte per dire che non accettava interferenze e che comandava ancora e non solo su una città come Palermo. Il Generale Dalla Chiesa, che aveva sconfitto il terrorismo, aveva capito subito che la mafia si sconfigge facendo maturare il senso dello stato tra la gente, per questo aveva cominciato dalle scuole a sensibilizzare i giovani. Il piombo assassino mise a tacere queso grande servitore dello Stato.

"Mentre Roma discute, Palermo è espugnata" tuona il cardinale Salvatore Pappalardo citando Sallustio. I poteri negati al prefetto vengono concessi al suo successore, Emanuele De Francesco