L’avvenimento è avvento nel mezzo della presentazione di un’indagine sul turismo nel mezzogiorno, dove si sono analizzate le cifre della crisi. La Sicilia, infatti, non è riuscita a con2uista nuove fette di mercato estero e mentre il dato nazionale, che rispecchia la situazione di stagnazione, è di una perdita di presenze che oscilla dal 5 al 15%, la Sicilia registra un calo del 17%. Non si riesce a conquistare nuovi mercati, non si riesce a tenere i vecchi. Il mercato si sposta verso il Marocco e la Tunisia, che aumentano le presenze, perché riescono a fornire gli stessi servi a prezzo inferiore. Eppure la Sicilia ha parecchio da offrire, ma non si riesce ad utilizzare il potenziale esistente, vuoi perché manca una politica di trasporti adeguata, vuoi perché i prezzi spesso non sono competitivi e le nostre strutture restano vuote per buona parte dell’anno, non potendo contare su un turismo anziani di una certa entità . Oggi, nel nuovo protocollo d’intesa, si parla di offrire al turismo il massimo sostegno da parte delle istituzioni, per recuperare l’indice di competitività , si parla di un polo formativo di eccellenza, di investimenti per incentivare la mobilità turistica, di un ammodernamento del sistema dei trasporti, di percorsi mussali, di dare maggiore visibilità all’Isola ed altro. Tutti buoni propositi, che dovrebbero lasciare sperare bene, se non avessero uno strano sapore di facciata, che solo se sarà seguito da fatti concreti potrà fare cambiare idea. Ad esempio: le ferrovie che fanno? La viabilità interna, i trasporti su gomma, i trasporti pubblici vengono o no potenziati, per rendere più agevole i circuiti? I siti vengono resi più fruibili? Quando avremo avuto queste risposte e quando il casino di Taormina, sul quale la Brambrilla ha espresso assenso saranno un realtà , allora sarà il caso di credere che non siamo di fronte al solito intervento di facciata. (S.A