Si era parlato di Musotto quale probabile candidato del centro destra a sindaco di Palermo, ma l’interessato, nella sua prima uscita ufficiale in veste della sua nuova fede politica,

 quella dell’MPA, ufficializzata presso l’Hotel delle Palme a Palermo, ha subito preso le distanze dalle voci che lo vorrebbero candidato ed attaccando il suo ex partito il PDL ha detto: “qualcuno pensa davvero che voglia fare il sindaco di Palermo? Sarei un pazzo, i debiti del comune sono sette volte quelli dell’amministrazione municipale di Catania, ma nessuno ne parla. Davanti a questo quadro allarmante, solo un pazzo potrebbe entusiasmarsi all’idea di fare il sindaco”. Continuando, ha poi detto per giustificare il suo passaggio: “la mia scelta non è maturata contro qualcuno e soprattutto non è una scelta contro F I. Ma il percorso del PDL è privo di identità. E’ un percorso lento che mi sembra non riesca a sintonizzarsi con la società né a dare risposte rapide alle tante emergenze della nostra terra”. Un addio polemico e duro nello stesso tempo, che non si può non fare risalire ai tanti dissapori degli ultimi tempi, tra Musotto ed il PDL. Da canto suo, per il PDL replicano Innocenzo Leontini e Carlo Vizzini, che invitano Musotto a dimettersi dalla presidenza della commissione UE, ottenuta a suo tempo, appunto in quota PDL, mentre Enzo Galioto, nega che i conti del comune siano nelle condizioni descritte da Musotto. Una replica abbastanza blanda, che lascia supporre come la partita della candidatura al comune non sia ancora chiusa. (S.A.)