06/07/2019 - PALERMO: E LA NETTEZZA URBANA VA IN GIRO PER LA SICILIA

La incapacità di imporre strumenti capaci di utilizzare al meglio la nettezza urbana che se ben trattata potrebbe essere una risorsa economica come avviene anche in altre parti d’Italia, porta una città come Palermo –

e non è la sola – a portare a spasso per la sicuilioa la propria nettezza urbana. Infatti è di questi giorni che torna sui giornali la notizia che la discarica di Bellolampo ormai è satura e non può ricevere ulteriori rifiuti. La soluzione individuata è quella meno pratica e più costosa, come capita sempre, ossia trasferire la nettezza urbana della capitale presso discariche di altre città con notevole aggravio di spesa che mal si concilia con la bolletta dei consumatori e con il rispetto dell’ambiente e della salute dei cittadini. Saranno le discariche Grotte San Giorgio di Catania, la Valanghe di Inverno di Motta Santa Nastasia e la Maturano di Siculiana a farsi carico di ospitare (si fa per dire) la mondezza palermitana. Continua in Sicilia quella che potrebbe essere definito il lungo calvario dei rifiuti solidi urbani, alla ricerca di una soluzione che riesca a mettere d’accordo gli ambientalisti, i cittadini di diverse località dove si vorrebbero insediare le nuove discariche o gli impianti di trattamento mezzanino integrati, le necessità dei cittadini di vedere pulite le città, la timidezza (!!??9 con la quale la politica affronta questo annoso problema. Riuscirà il governo siciliano a mettere d’accordo tutte queste entità ed a trovare la strada giusta per una soluzione soddisfacente e duratura? Il popolo siciliano speranzoso come sempre aspetta. (SA)

CALTANISSETTA: I MAGAZZINI DELLA STORIA DIMENTICATA

Spesso ci è dato venire a conoscenza che nei vari magazzini comunali o di altro ente, si trovano conservati, ma forse è meglio dire dimenticati, reperti di inestimabile valore storico. E’ il caso di quanto denuncia Walter Guttadauria in un articolo apparso su “LA SICILIA” di sabato 6 luglio che pare per l0’ennesima volta porta a conoscenza dela fatto che nei magazzini del comune si trova da diversi secoli ormai, in giacenza una ghigliottina usata per eseguire le condanne a morte dell’allora Vallo di Caltanissetta. Come riferisce il Guttadauria, siamo di fronte ad un reperto di inestimabile valore storico, simile in tutto a quello rinvenuto a Trapani e dopo restaurazione esposto al museo Pepoli, descritto dallo scrittore Salvatore Mugno in un suo recente libro dal titolo “Decollati. Storie di ghigliottinati in Sicilia”, come unico reperto esistente in Italia. L’ulteriore denuncia di Walter Guttadauria, che già in passato aveva sollevato il problema e che recentemente ha coinvolto sia il nuovo sindaco di Caltanissetta che la nuova soprintende Daniela Vullo riporta alla luce due cose. La prima è quella che per incuria e scarso interesse delle istituzioni, a volte nei magazzini di comuni, province ed altri enti, esistono reperti della storia di questa nostra Sicilia che restano abbandonati all’incuria del tempo, con grave danno per la cultura e la conoscenza di chi siamo statati e di dove veniamo; la seconda, il fatto reiterato che non siamo in grado di sfruttare a fini economici quelle parti della nostra storia che andrebbero meglio evidenziati all’interno di musei da offrire alla fruizione di quei flussi turistici che stentano a crescere non conoscendo il valore storico rintracciabile sul territorio della provincia di Caltanissetta. Il Guttadauria, suggerisce anche la lochescion individuandola nel palazzo Moncada, che fu sede degli uffici giudiziari e che dispone di ampi locali da potere utilizzare. (SA)

AGRIGENTO: RECUPERATO IL PROGETTO GIRGERNTI

Dopo la controversa decisione del governo di bloccare i fondi per le periferie, finalmente poi sbloccate e comunicata al comune di Agrigento l’avvenuta registrazione del decreto da parte della Corte dei Conti, riparte l’iter del progetto “Girgenti”. A questo punto sarebbe positivamente pensabile che finalmente si possano avviare i lavori di riqualificazione e messa in sicurezza del centro storico, così come previsto nel progetto. Ottimismo giustificato a maggior ragione se si pensa che a cofinanziare il progetto c’è l’Università di Palermo. L’ottimismo, però, si ferma davanti alle nuove previsioni del governo e le modifiche dell’iter burocratico relativo al finanziamento, che nello stesso decreto viene sancito. Le nuove disposizione, infatti, prevedono che il saldo avverrà sei mesi dopo la realizzazione del progetto. Questo espone il comune ad anticipare somme delle quali non dispone, il che rimette tutto in forse. Forse maggiore logica avrebbe un decisione che liberasse dal pagare direttamente i fornitori i comuni, che dopo avere emesse le relative fatture, provvedessero a passarle alla tesoreria dell stato per provvedere direttamente al saldo delle stesse, naturalmente in tempi brevi. Si potrebbe anche prevedere il saldo immediato alla fine dell’opera, dando ai comuni un tempo breve per presentare le fatture debitamente pagate e quietanzate. Ci sono tanti mezzi per evitare che a causa di un cavillo procedurale parecchi progetti utili vengano bloccati e probabilmente annullati con grave pregiudizio sia per la sicurezza delle persone, che per il ripristino di luoghi che potrebbero essere restituiti alla fruibilità, ripopolando centri storici ricchi di un patrimonio edilizio che merita di tornare all’antica destinazione. (SA)

CATANIA: CONTINUA LO SCONTRO SULLA TARIFFA CON I PROPRETARI DI POZZI PRIVATI

In barba ad una serie di leggi che stabiliscono che l’acqua è un bene pubblico, in quel di Catania, ma non solo, esiste una rete di pozzi privati, che dietro pagamento consentono al servizio pubblico di attingere ai detti pozzi per immettere l’acqua nelle reti cittadine. Sembra davvero un paradosso, se si pensa che fin dal 1884 si cercò di dettare norme sull’acqua, partendo dal presupposto che essa era pubblica e che i privati potevano sfruttarla solo dietro concessione e nei limiti delle esigenze delle loro aziende, ove inesistenti. La legge Galli n. 36 del 5 gennaio 1994 ad esempio, recita tassativamente: “Tutte le acque superficiali e sotterranee, ancorché non estratte dal sottosuolo, sono pubbliche e costituiscono una risorsa che è salvaguardata ed utilizzata secondo criteri di solidarietà.” Si consideri poi, che si è anche fatto un referendum sulla pubblicità delle acque e che per lungo tempo in Sicilia il gestore è stato un ente pubblico ancora esistente: l’Ente Acquedotti Siciliani. Eppure, dopo la nascita degli ATO d’ambito, la gestione privata delle acquè continua ad essere una realtà, come una realtà continua ad essere l’esistenza di pozzi provati che vendo l’acqua (bene pubblico) al servizio idrico che fornisce acqua ai cittadini tra l’altro a prezzo molto più alti di quanto loro stessi la pagano ai privati. In barba a tutte le leggi, quindi, anche Catania si trova a dovere fare i conti con i proprietari di pozzi che reclamano un aumento delle tariffe, sempre per la cessione di un bene che dovrebbe essere pubblico. Paradosso delle cose. Non si capisce perché ritarda ad arrivare un intervento della politica siciliana per porre fine a questa situazione e per reclamare la pubblicità delle acque, così come non si continua a capire come nelle zone di maggiore mancanza di acque, esistono tanti trasportatori che vendono acqua con le autobotti che riempiono nella stessa zona dove il pubblico non può attingere. Quanto durerà ancora questa assenza di norme chiare che restituisca ai cittadini il primordiale diritto di potere disporre dell’acqua (bene pubblico) a prezzi accessibili e soprattutto in quantità sufficiente? (SA)

ENNA: RIDARE VITALITA’ AD ENNA ALTA

Da tempo Enna Alta paga il prezzo salato dello spostamento a valle della città, che ha trovato ad Enna Bassa lo spazio vitale per potersi espandere. E’ in quella zona che sono nati centri commerciali, nuovi esercizi, bar, ma principalmente l’ospedale e l’università, grandi poli economici che in qualche modo hanno anche sopperito alla perdita di posti di lavoro dovuta alla chiusura del settore minerario. Questo sviluppo, come detto, però si è ingrandito aumentando di pari passo l’abbandono di Enna Alta e la sua agonia economica. Oggi si vuole aprire una nuova prospettiva di sviluppo, cercando di utilizzare il vero polo di crescita economica rappresentato dall’Università Kore, diventata il quarto polo universitario della Sicilia. In una riunione aperta del Consiglio Comunale, programmato per mercoledì prossimo, alla quale parteciperà anche il presidente del centro universitario Cataldo Salerno, si aoprira il dibattito per esplorare la possibilità di trasferire alcune facoltà ad Enna Alta, ipotesi sulla quale c’è anche l’accordo di massima delle autorità universitarie, che pare chiedano giustamente locali idonei ad ospitare una o due facoltà. La stessa trattativa, ma in una riunione e trattativa separata verrà intrattenuta con la “Dunarea”, per vedere la possibilità di trasferire parte dell’università rumena nel centro storico. Non sarà certo la mancanza di locali adeguati che potrà ostacolare tale progetto, considerato che come tutte le città, anche Enna dispone di immobili da potere utilizzare a tale scopo. La soluzione positiva di questa trattativa, potrebbe avviare un percorso economico nuovo per la vecchia Castrogiovanni, limitando i danni dello spopolamento e ridando nuova vita ad unhj centro storico ricco di storia, ma anche di guai. (SA)

MESSINA: L’ARRIVO DELL’ESTATE RIPROPONE L’ANNOSO PROBLEMA DEL DIRITTO DI ACCESSO AL AMRE

Ogni anno torna il problema dei bagnanti privati dal diritto di potere accedere alle spiagge del messinense quali Torre Faro ed altre. Come sempre, il mare spesso e volentieri lo si può ammirare da dietro barriere e reticolati posti dai privati a precludere il passaggio verso le spiagge, con la pretesa di strisce di proprietà che in effetti non fanno altro che espropriare i cittadini del diritto di accesso, come documenta in un servizio Silvia de Domenico, pubblicato da Tempo Stretto. Un servizio che vale la pena sottolineare ha suscitato il commento di tanti cittadini che lamentano questo stato di fatto, che da molto tempo, troppo tempo ormai, impedisce l’uso libero del mare ai cittadini. Nessun intervento, sebbene sollecitato da diverse parti, si è visto da parte delle amministrazioni comunali, compresa l’ultima, pare, consì come nessuna decisione arriva da Palermo a difesa del diritto di accesso al mare. La proprietà spesso di strisce strette e lunghe di terreno, la esistenza di linee ferroviaria o quella di stabilimenti balneari privati e di alberghi che si affacciano sul mare potendo contare su spiagge attrezzate di proprietà o in gestione per lunghi periodi, continua ad essere ostacoli insormontabili alla libera fruizione del mare. E’ possibile continuare a sopportare questo abuso? Riteniamo proprio di no così come riteniamo che le autorità preposte facciano finalmente sentire la propria presenza, imponendo il rispetto di quelle regole che esistono ma che spesso vengono ignorate o dettando nuove norme chiare che restituiscono un diritto ai cittadini. Siamo del parere che se la politica e/o chi di dovere intervengono, una soluzione si trova facilmente, come facilmente si possono trovare soluzioni che permettono di aprire varchi praticabili ed aperti a tutti, per potere godere del beneficio di questa ricchezza pubblica che è il mare. (SA)

IL RACCONTO DELL’IRAN NELLO SGUARDO DELLE SUE FIGLIE. MOSTRA A MODICA

DA CORRIERE DI RAGUSA - E’ un addentrarsi nell’universo femminile quello che la mostra fotografica “Donna iraniana racconta donna iraniana” in corso all’ex Convento del Carmine a Modica regala al suo pubblico. Un affacciarsi in un mondo poco noto, se non attraverso le immagini dei media, da una prospettiva speciale, offerta da quelle stesse creature che lo abitano. Donne, madri, mogli, spose, nonne: volti che cercano un proprio posto nel mondo, nella società, all’interno della loro stessa casa, della loro famiglia. La donna che cura, che accoglie, che spera, prega, che si tormenta: in Iran come altrove, in Iran soprattutto. E’ da lei, dall’essere femminile, attraverso il suo sguardo, che la mostra prende vita. Di lei, delle sue stesse figlie che la mostra vuole raccontare. E così cento fotografe iraniane narrano, attraverso altrettanti scatti, cento donne connazionali: donna che ritrae un’altra donna, riversando su chi ne ammira l’opera un’immagine che urla al mondo la sua voglia di libertà, la sua lotta quotidiana per una vita normale. All’opening erano tra gli altri presenti il sindaco di Modica Ignazio Abbate, il sovrintendente della Fondazione Tonino Garibaldi, insieme agli altri curatori, il prof. Paolo Nifosì e Najme Arshadi, il direttore della mostra Ali Asghar Kalantar e i collaboratori Hamid Tabaei e Stephanie Johnson . La mostra è organizzata dalla Fondazione Teatro Garibaldi, con il patrocinio del Comune di Modica, e curata da Najme Arshadi, da Tonino Cannata e dal prof. Paolo Nifosì, con la collaborazione di Hamid Tabaei e Stephanie Johnson. La mostra che è stata fruibile fino al 16 giugno, tornerà ad esserlo dal 3 al 25 agosto, da martedì a domenica dalle ore 17.00 alle 21.00, lunedì chiuso. Biglietto di ingresso 2 euro. Per info www.fondazioneteatrogaribaldi.it (Redazione Modica)

UN TRENO CHE COLLEGHI SIRACUSA-FONTANE BIANCHE-AVOLA-NOTO ANCHE DOMENICHE E FESTIVI, C’È IL “SÌ” DELL’ASSESSORE FALCONE

DA SIRACUSA NEWS _ I consiglieri comunali Michele Buonomo, Andrea Buccheri e Salvatore Costantino hanno incontrato a Palermo l’Assessore Regionale ai Trasporti Marco Falcone. Dopo una formale richiesta dei tre componenti del gruppo consiliare “Democratici per Siracusa” che aveva trovato risposta, a mezzo mail, da parte del direttore Trenitalia Sicilia, Silvio Damagini. Obiettivo concreto era quello di portare a casa un risultato sfuggito questa estate a causa della chiusura del Piano commerciale regionale siciliano di Trenitalia entro dicembre 2018. “Un asse che nei giorni festivi colleghi Siracusa a Noto passando per le spiagge di Avola e Fontane Bianche, utilizzando la linea Siracusa-Gela – le parole di Andrea Buccheri- che le domeniche e i festivi venga resa effettiva. Sarà nostra cura produrre un atto d’indirizzo perché la cosa non sfugga all’amministrazione“. (continua a leggere: http://www.siracusanews.it/un-treno-colleghi-siracusa-fontane-bianche-avola-noto-anche-domeniche-festivi-ce-si-dellassessore-falcone )

MARSALA (TRAPANI): CONTINUA LA CAMPAGNA D’ODIO CONTRO I MIGRANTI

Che gli immigrati siano da sempre il cavallo di battaglia di Salvini e della lega per canalizzare consensi da parte di chi sta male e si vede additare un potenziale concorrente che gli ruba, non abbiamo ancora capito che cosa, ormai è cosa cognita a tutti. Cosa conosciuta è anche che Salvini con tenacia ed arroganza conduce la sua guerra personale contro le ONG e contro quell’Europa dove lui ha seduto al parlamento europeo brillando per le assenze e contro quell’accordo di Berlino che anche Conte alla fine ha accettato, anche quando è stata introdotta la causa che la ripartizione degli immigranti tra gli stati europei avviene su base volontaria. Ma la campagna d’odio si allarga a macchia d’olio e gli attivisti della lega, anche in Sicilia dove la lega non dovrebbe nemmeno esistere, attacca con violenza chi la pensa diversamente. E’ quello che è successo a Marsala, grosso centro della provincia di Trapani, dove pare si sia consumato uno scontro tra una rappresentante della lega ed un prete. Il prete, a nostro avviso giustamente, accusava il governo di speculare sulla povera gente tenendo in mare per diversi giorni diseredati in fuga dalla guerra e dai campi di prigionia della Libia, mentre la rappresentante della lega, seguendo gli insegnamenti del capo, rigira la frittata ed accusa la chiesa di speculare a fini elettoralistici l’immigrazione sulla quale la chiesa ha lucrato e continua a lucrare. Accuse infamanti, pare smentite dalla leghista, che in ogni caso denotano il clima d’odio che si diffonde sempre più in Italia e che tradisce la stessa tradizione fatta di ospitalità degli italiani, che per diverso tempo hanno popolato diverse parti del mondo con milioni di emigrati cha lasciavano il meridione d’Italia e per un certo periodo anche il prospero Nord, per cercare altrove una vita più dignitosa. Prima di aprire bocca sui problemi delle migrazioni, forse sarebbe meglio che ci si informasse anche storia dell’emigrazione italiana e delle difficoltà che i nostri sono stati costretti ad affrontare. (SA)

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