(SA) - Il nostro tour virtuale, oggi ci porta brevemente indietro verso Palermo, per imboccare la strada che da Palermo porta a Trapani. Lungo il percorso, incontriamo il comune di Alcamo, dove riteniamo opportuno fare una breve visita.

Incerta la data in cui si fa risalire la nascita di Alcamo. Alcune fonti parlano di reperti che si fanno risalire al Mesolitico, approssimativamente intorno al 9000 – 6000 a.C.. Reperti risalenti al neolitico sono stati rinvenuti durante una campagna di scavi dell’archeologo Paolo Orsi (1899). C’è chi sostiene che il primo nucleo abitato venne fondato dai troiani scampati alla distruzione di Troia e installatisi sul monte Bonifato, dove fondarono un borgo chiamato Longuro. Quemso gli abitati di Longuro si spostarono ai piedi del monte, diedero vita ad un altro centro che venne chiamato Longarico dal latino Longaricum. Quando in zona arrivarono i berberi, trovarono Longarico quasi deserto e quindi lo popolarono dando origine alla città di Alcamo. La prima testimonianza su Alcamo risale al 1154, quando il Re Ruggero II diede incarico di redigere le carte geografiche. In quella occasione in quel luogo venne registrata la presenza di un insieme di case che gli arabi avevano chiama “Algamah”, da cui Alcamo. Diverse le dominazioni che si susseguirono nella città. Agli arabi succedettero i Normanni e quindi gli Svevi. Nello stesso tempo, considerato che il centro storico, diviso in quattro casali: San Vito, San Leonardo, Sant’Ippolito e San Nicolò, era popolato dagli arabi che lo avevano riempito di moschee. I mussulmani furono organizzatori di deversi disordini a carattere religioso, per cui il Re Federico II di Svevia, fece deportare la popolazione araba a Nocera Inferiore, Lucera e vicino Foggia, sostituendo la popolazione alcamese con cittadini di religione cristiana. La vittà venne governata da diverse famiglie nobili, dai Ventimiglia ai Conti di Modica,dai Peralta ai Chiaramente. Tornò nel 1360 in mano ai Ventimiglia che la governarono fino al 1397, anno in cui passò al demanio che la ricostruì avvalendosi del lavoro degli immigrati chiamati “habitatores” e la detenne fino al 1407. Dopo la ricostruzione, la popolazione crebbe velocemente diversi erano immigratri,mentere la maggioranza proveniva da altre zone della Sicilia, da éisa, Amalfi, Bologna, Calabria e liguria, oltre ad un certo numero che veniva dalla Spagna. Tutte queste famiglie nobile, costruirono diversi palazzi, alcuni dei quali si trovano ancora in buono stato. Nel 1407, la città passò in mano a Giamo de Prades, che acquisì la signoria di Alcamo e quella di Calatafimi. Ai Pradesi succedette la famiglia Cabrera, che dominò per tutto il XV secolo. (Salvatore Augello) (continua/13)