Abbiamo fatto il giro dei mercati antichi che rappresentano anche un importante capitolo di stotia della Palermo di oggi. Siamo usciti meravigliati, storditi, con gli occhi ancora piene di merce di ogni tipo esposta sulle bancarella e le orecchie ancora rimbombanti delle grida dei commerciati che attirano i passanti declamando la loro mercanzia.

Ma soprattutto siamo usciti portando con noi l’immagine di una città viva, piena di tradizioni anche nel modo di vendere e di arricchire i mercati tradizionali di gran lunga diversi del mercatino del sabato che oggi si incontra in tutti i paesi piccoli e grandi. Lasciamo Palermo portando con noi questa meravigliosa immagine e ci incamminiamo verso il Corso Calatafimi, che ci porta su fino a Monreale, altro paese pieno di meraviglie da visitare. Monreale si trova a soli 5 Km a sud di Palermo ed ha una popolazione molto vicina a 40.000 abitanti. Questa città, detiene diversi record: è la ventunesima città più popolosa della Sicilia; è il sesto comune d’Italia per estensione territoriale (529 Km2) e viene dopo Roma, Ravenna, Cerignola, Noto e Sassari; per numero di comuni confinanti – 23 – è seconda solo a Roma. La città è anche sede arcivescovile e fa parte del percorso arabo – normanno patrimonio dell’umanità dell’RNESCO. La città di Monreale deve la sua nascita ai Normanni che la costruirono verso il secolo XI. La leggenda vuole che in una notte del 1171, Guglielmo II detto il re Buono, sognasse la Madonna che gli svelava il luogo dove il padre aveva nascosto un grande tesoro accumulato come bottino di guerra. Nel sogno la Madonna gli diceva anche che con quel tesoro avrebbe dovuto costruire un tempio dedicato ad Essa. Re Guglielmo, senza perdere tempo diede subiti inizio alla costruzione del tempio e del palazzo arcivescovile e del famoso chiosco dei benedettini. Il 20 marzo del 1176 cento monaci assieme all’abate Teobaldo, lasciarono il convento di Badia di Cava alla volta di Monreale, dove Tebaldo venne proclamato “Signore della Città”. Il 1182, il Papa Lucio III su richiesta del Re Guglielmo elevò la chiesa di Monreale a “cattedrale Metropolitana”, mentre il Benedettino Fra Guglielmo veniva proclamato Arcivescovo della diocesi di Monreale, che possedeva 72 feudi. Fra Guglielmo fu il primo arcivescovo di una lunga lista che oggi raggiunge il numero di 54, tra i quali anche 14 cardinali. Monreale oggi conta ben 24 chiese che costellano il paese. Meta di consistenti flussi turistici sono senza dubbio il Chiosco dei Benedettini con i suoi meravigliosi colonnati dove si mescolano stili diversi che si compongono in una armonia fuori dal comune, nonhé la frescura dei suoi spazi verdi collocati nel cortile del chiosco. Gioiello di grande pregio è il Duomo di Monreale dove è possibile amirare anche qui stili diversi che richiamano quelli dell’Europa del Nord (Normanno) e quello arabo, che si fondono in un unicum di rara bellezza. Meta di turisti che vengono da tutto il mondo, quasi a sottolineare il fatto che molti siciliani a differenza di gente che viene dai quattro continenti, non conoscono gioielli come quelli del Duomo ed altri ancora, che il mondo ci invidia. Dalla piazza antistante al duomo, si accede al belvedere da dove è possibile ammirare l’intera città di Palermo ed un tempo anche quella che era la preziosa “conca d’oro” prima che lo scempio edilizio ne distruggesse la bellezza dei suoi agrumeti e dei meravigliosi giardini che erano il vanto della città. Lo stesso belvedere, è stato chiuso per diversi anni a causa di un crollo dovuto ad una grossa perdita d’acqua. Mentre era chiuso al pubblico, i vandali hanno potuto aggravarne lo stato, procedendo a furti e danneggiamenti. Finalmente, ad opera di un gruppo di volontari dell’associazione “SiAmo Monreale”, buona parte del belvedere è stato restituito al godimento dei cittadini e dei turisti, così come all’antico splendore sono stati restituiti o si pensa di restituire a breve all’antico splendore i due ficus secolari che inondano di ombra e frescura il belvedere stesso. Qui il lavoro è di una certa rilevanza, perché si tratta di rimuovere asfalto e basole che hanno deturpato la bellezza naturale del luogo. Si pensa che dopo accurati studi che hanno dichiarato che i luoghi non sono soggetti a frana, si possa rivedere in tutto il suo splendori un luogo tanto caro ai palermitani e non solo. Tra le opere che si incontrano a Monreale, è da segnalare anche il Catellaccio di Monreale o Castello di San Benedetto. Esempio di fortezza militare adibita al monitoraggio del territorio. Danneggiato dal tempo e dall’incuria, il castellaccio torna ad essere frequentato, perché il comune lo ha venduto al club alpino siciliano con l’impegno che sarebbe stato restaurato. Restauro che venne curato dall’architetto Giuseppe Matricolo e nel 1906 divenne stazione alpina del sodalizio. L’opera di restauro venne portata avanti nel 1996 e nel 2009 sotto la sorveglianza della sovrintendenza, è stato completato il restauro delle sette torri che a distanza irregolare circondano il castello che ora è visitabile. (continua/12)

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