MESSINA. UCCISE UN CONNAZIONALE, FILIPPINO RINVIATO A GIUDIZIO

(ANSA) - Il gup di Messina Mariangela Nastasi ha disposto il rinvio a giudizio di Raquel Dexter, il filippino che il 6 novembre del 2007, durante una lite uccise il connazionale Felix Felizarte. La lite era scoppiata al Manila Pub, in via Colapesce, a Messina. Dopo una colluttazione Felix Felizarte aveva tentato senza successo di colpire con un bastone Raquel Dexter. Il ragazzo, reagendo con spropositata violenza, aveva scaraventato una sedia del locale contro l'aggressore, uccidendolo. Il processo è stato fissato per il 5 novembre prossimo.

MESSINA ULTIMA TRA GLI ATENEI? IL RETTORE FA LE PULCI ALLA CLASSIFICA DEL SOLE 24 ORE

Il rettore Franco Tomasello non si smentisce. Così, dopo la pubblicazione della classifica degli atenei nazionali, dove Messina figura in coda, ribatte prontamente. "Riteniamo utile chiarire che le criticità emerse secondo l’indagine del Sole 24 Ore per alcuni risultati dell’ateneo eloritano necessitano di un’interpretazione più estensiva della performance che si stanno misurando. E comunque, l’ateneo di Messina in questi ultimi anni, con la fattiva partecipazione di tutte le sue componenti, è impegnato in un’opera di ristrutturazione e rilancio che è sotto gli occhi di tutti e che le cifre positive testimoniano tanto da non poter essere considerato tra gli ultimi". Questo il comunicato diramato dal rettorato, che punta il dito soprattutto sui dati relativi agli sbocchi occupazionali: Messina è sì ultima per numero di occupati a tre anni dalla laurea specialistica, ma si piazza decima per numeri di occupati a tre anni dalla laurea di primo livello. Solo un esempio, in attesa dell'incontro, in programma per la fine della prossima settimana, nel corso del quale il rettore vuole chiarire" altri dati e ribattere, mettendo sul tavolo la relazione presentata al Senato accademico. (fonte: normanno)

MAFIA, CONFISCATI BENI PER 6 MILIONI DI EURO AL BOSS DI MISTRETTA, SEBASTIANO RAMPULLA

Passano definitivamente allo Stato appezzamenti di terreno e altri beni, per sei milioni di euro, appartenenti al capo della famiglia di Mistretta, reggente dgli equilibri mafiosi su tutta la provincia di Messina. Il provvedimento arriva a due anni di distanza dal sequestro del patrimonio dell'intera famiglia Rampulla, 20 milioni di euro, messi sotto chiave nel corso dell'operazione Belmontino Beni per oltre 6 milioni di euro sono stati confiscati al boss mafioso mistrettese Sebastiano Rampulla, soprannominato "zu Vastiano" e ritenuto il rappresentante provinciale di Cosa Nostra messinese, su disposizione della Direzione investigativa antimafia. Si tratta di un appezzamento di terreno di oltre 320.000 mq con fabbricati rurali, a Caltagirone; una ditta individuale di coltivazioni agricole e un terreno con un immobile, a Reitano. Rampulla, condannato a 14 anni di carcere per omicidio, ha visto anche aggravarsi di due anni la misura della sorveglianza speciale. Il capomafia aveva rapporti stretti con il clan catanese dei Santapaola e con le cosche palermitane delle madonie e dell'ennese. I beni erano stati sequestrati due anni fa, nel corso dell'operazione Belmontino, quando era finito sotto chiave il patrimonio dell'intero nucleo familiare. Una parte di quel provvedimento era stato poi trasmesso dal tribunale di Sorveglianza di Messina ai collegi etnei, anche loro impegnati a lavorare sugli affari e i possedimenti della famiglia di Mistretta. Oggi il provvedimento di confisca, siglato proprio dalle autorità catanesi. L'indagine è stata portata avanti dalla sezione Dia di Messina, diretta dal colonello Gaetano Scillia. (fonte: normanno)