Undici deputati e due senatori: facciamo la conta delle proposte di legge, interrogazioni e ordini del giorno dei nostri politici a Roma. C'è chi è più attivo e chi "batte la fiacca" Sono stati eletti nell'aprile scorso,

 qualcuno si è insediato tra i banchi del Parlamento per la prima volta, qualcun altro è ormai navigato e conosce a menadito segreti e trucchetti dei corridoi romani. Sono gli undici deputati e i due senatori messinesi ai quali abbiamo deciso di fare le "pulci", andando a indagare su cosa hanno fatto in questi primi mesi di attività parlamentare, cercando di scoprire chi si è mosso di più e chi, invece, ha un pò battuto la fiacca.

CAMERA Alla Camera dei deputati c'è sicuramente chi spicca per attivismo, con un ipotetico podio che non si fa fatica ad individuare. La medaglia d'oro se la giocano Carmelo Lo Monte dell'Mpa e Domenico Scilipoti di Italia dei Valori. Il primo si fa notare con quattro proposte di legge presentate come primo firmatario, ben dodici come cofirmatario, tre interrogazioni a risposta scritta, una risoluzione in assemblea, mentre due sono gli ordini del giorno. Stesso numero di proposte di legge presentate come primo firmatario per Scilipoti, nove come cofirmatario. Addirittura otto le interrogazioni a risposta scritta e sei gli ordini del giorno. Carmelo Briguglio (Pdl) ha apposto la prima firma a quattro proposte di legge, mentre è cofirmatario di otto, tre le interrogazioni a risposta scritta e nessun ordine del giorno. Un'occhiata ai "novellini" della Camera: sia Francantonio Genovese (Pd) che Vincenzo Garofalo (Pdl) attendono ancora la prima proposta di legge come primi firmatari, in compenso mentre il segretario regionale del Pd ne ha "cofirmato" una sola, la sigla dell'ex presidente dell'Autorità portuale compare su nove proposte (un'interrogazione scritta e un ordine del giorno per entrambi). Anche Nino Germanà è alle prime armi, ma forse istruito "in famiglia" ha già presentato la sua prima proposta di legge, partecipando come cofirmatario ad altre sei, e ha portato all'attenzione del Governo due interrogazioni scritte. Sicuramente meno attivi l'ex senatore Pippo Naro (Udc) e Francesco Stagno D'Alcontres, che all'attivo hanno appena tre proposte di legge, peraltro tutte presentate come cofirmatari, e un ordine del giorno. Impalpabili, invece, il sottosegretario allo Sport Rocco Crimi e l'ex ministro Antonio Martino, entrambi del Pdl: per loro un rotondo zero ad ogni voce (nessuna proposta di legge, nessuna mozione, interrogazione o atto, nessun ordine del giorno).

SENATO Solo due i senatori messinesi, alleati in città, dove entrambi hanno spalleggiato la coppia di candidati Buzzanca-Ricevuto, "rivali" a Palazzo Madama, dove uno, Domenico Nania (Pdl), è vicepresidente del Senato, e l'altro, Gianpiero D'Alia (Udc), è all'opposizione ed anche capogruppo Udc, Svp, Autonomie e di senatori a vita "illustri" come Andreotti, Cossiga e Colombo. Tra i due il più attivo è stato senza ombra di dubbio proprio D'Alia, alla sua prima volta in Senato dopo una solida esperienza alla Camera. Per lui nove proposte di legge presentate come primo firmatario, sei come cofirmatario, nove interventi su disegni di legge transitati dal Senato, un'interpellanza e un'interrogazione a risposta scritta sempre come primo firmatario, sei mozioni, un documento e un'interrogazione a risposta scritta come cofirmatario. L'alleato-rivale Nania, invece, si è distinto solo per nove interventi su disegni di legge, due mozioni e un'interrogazione a risposta scritta, tutte come cofirmatario, mentre nessuna proposta di legge si è avvalsa della sua sigla.

QUANTO CI COSTANO

Il costo della politica non è più un segreto per nessuno, libri-cult come "La Casta" della coppia Stella-Rizzo o comizi alla Grillo hanno informato più o meno tutti su quanto percepiscono i parlamentari italiani. Ma un ripasso vogliamo farlo, ricordando quanto entra nelle tasche dei tredici messinesi che col nostro voto (non a loro ma alla loro lista, questo è bene ricordarlo) abbiamo inviato a Roma. L'importo mensile di un deputato, che a seguito della delibera dell'Ufficio di Presidenza del 17 gennaio 2006, è stato ridotto del 10 per cento, è pari a 5.486,58 euro, al netto delle ritenute previdenziali (€ 784,14) e assistenziali (€ 526,66) della quota contributiva per l'assegno vitalizio (€ 1.006,51) e della ritenuta fiscale (€ 3.899,75). Leggermente più alta l'indennità dei senatori: è pari a 5.613,59 euro al netto della ritenuta fiscale (€ 4.015,18), nonché delle quote contributive per l'assegno vitalizio, per l'assegno di solidarietà e per l'assistenza sanitaria. Nel caso in cui il Senatore versi anche la quota aggiuntiva per la reversibilità dell'assegno vitalizio, l'importo netto dell'indennità scende a 5.355,46 euro. Ai parlamentari viene riconosciuta anche una diaria, a titolo di rimborso delle spese di soggiorno a Roma, che ammonta a 4.003,11 euro mensili. Tale somma viene ridotta di 206,58 euro per ogni giorno di assenza del deputato (258,23 euro per il senatore) da quelle sedute dell'Assemblea in cui si svolgono votazioni, che avvengono con il procedimento elettronico (è considerato presente il deputato che partecipa almeno al 30 per cento delle votazioni effettuate nell'arco della giornata). A queste somme va aggiunto per i deputati, "a titolo di rimborso forfetario per le spese inerenti al rapporto tra eletto ed elettori", un compenso mensile di 4.190 euro, mentre ai senatori va un contributo mensile di 4.678,36 euro di "rimborso forfettario per le spese sostenute per le attività e i compiti connessi con lo svolgimento del mandato parlamentare". Inoltre, i parlamentari usufruiscono di tessere per la libera circolazione autostradale, ferroviaria, marittima ed aerea per i trasferimenti sul territorio nazionale. C'è un trattamento diverso per Camera e Senato: per i deputati, per i trasferimenti dal luogo di residenza all'aeroporto più vicino e tra l'aeroporto di Roma-Fiumicino e Montecitorio, è previsto un rimborso spese trimestrale pari a 3.323,70 euro, per il deputato che deve percorrere fino a 100 km per raggiungere l'aeroporto più vicino al luogo di residenza, ed a 3.995,10 euro se la distanza da percorrere è superiore a 100 km (è il caso, ad esempio, dei messinesi che prendono l'aereo a Catania). Per quanto riguarda i senatori, invece, per i trasferimenti dal luogo di residenza a Roma, è previsto un rimborso spese forfettario, il cui ammontare annuo è pari a 15.379,37 euro, per il Senatore che deve percorrere fino a 100 km per raggiungere l'aeroporto o la stazione ferroviaria più vicina al luogo di residenza, ed a 18.486,31 euro se la distanza da percorrere è superiore a 100 km. Per i Senatori residenti a Roma ed eletti in collegi del Lazio, il rimborso è corrisposto nella misura di 7.689,68 euro. Stesso discorso per le spese telefoniche: deputati dispongono di una somma annua di 3.098,74 euro per le spese telefoniche, i senatori di 4.150 euro (fonte tempostretto S.C.)