L’inchiesta giudiziaria, condotta dal sostituto procuratore Federica Rende, si presenta particolarmente complessa.

 Intanto però è stato iscritto sul registro degli indagati il fratello sopravvissuto Carmelo Di Giovanni, 68 anni con l’ipotesi di reato di occultamento di cadavere. L’uomo è ricoverato nel reparto di Medicina Interna del Piemonte e non è ancora in grado di rispondere alle domande degli investigatori. Pronuncia solo alcuni frasi sconnesse e ripete che Giovanni e Francesco, i due fratelli di 60 e 66 anni trovati morti in casa il giorno di San Silvestro dalla Polizia sono ancora vivi. La vicenda, dolorosa e macabra al tempo stesso, presenta diversi punti che vanno però chiariti. L’autopsia, eseguita oggi pomeriggio all’obitorio del Policlinico dal medico legale Fabrizio Perri, non ha potuto stabilire con certezza nè le cause, nè la data del decesso dei due anziani. Servono ulteriori esami ed accertamenti. Sembra però che fra la morte di Francesco e quella di Giovanni sarebbero trascorsi almeno tre mesi. Il primo interrogativo che ci si pone è come mai i due fratelli rimasti in vita non abbiano dato l’allarme dopo la morte del congiunto. E soprattutto se Carmelo abbia continuato a riscuotere la pensione sociale di Francesco anche dopo la sua morte. Altro punto che il sostituto procuratore Rende vuole chiarire è il ruolo della sorella Annunziata che vive anche lei a Camaro con la sua famiglia. Si sa che i rapporti con i fratelli erano piuttosto sporadici. Carmelo le portava ogni tanto la biancheria da lavare ma niente di più ma gli inquirenti vogliono scoprire se vi siano stato delle carenze nell’assistenza di persone chiaramente in difficoltà. Stesso aspetto sarà da valutare rispetto all’assessorato ai servizi sociali ed all’Istituzione ai servizi sociali che dal lontano 2006 erano stati avvisati della grave situazione di indigenza in cui vivevano i tre fratelli Di Giovanni senza mai intervenire.(fonte tempo stretto)