La stampa ha riportato alcune dichiarazioni, rese dal dott. Giovanni Ricevuto in occasione dell’incontro di fine anno con i giornalisti, che, se rispondenti a verità, sarebbero

 sufficienti per chiedere non solo le sue dimissioni, come ha già fatto per primo il Partito dei Comunisti Italiani, ma la sua rimozione da Presidente della Provincia da parte delle autorità competenti. Ricevuto avrebbe dichiarato di non “riconoscere” il Partito dei Comunisti Italiani. Ma i partiti e il loro ruolo di strumento della partecipazione dei cittadini alla vita democratica del Paese sono riconosciuti dalla Costituzione. Il Presidente della Provincia, sempre secondo i resoconti giornalistici, avrebbe, inoltre, dichiarato: “Se dovessimo far tutti un passo indietro di fronte ad ogni intervento dei giudici inquirenti, allora si fermerebbe il mondo”. Anche qui è facile obiettare che è sempre la Carta Costituzionale ad attribuire la funzione inquirente, oltre che quella giudicante, alla magistratura. Il PdCI fa, altresì, notare che allo stesso Ricevuto, sulla base di intercettazioni riportate dalla stampa, sono addebitati dalla magistratura inquirente messinese fatti gravi, come aver firmato attestazioni false, grazie alle quali un suo collaboratore, Umberto Bonanno, avrebbe vinto un concorso di medico del lavoro presso il Policlinico di Messina. Salvo smentite, da parte dell’interessato, delle dichiarazioni pubblicate dai mass-media, il PdCI chiede che le autorità preposte rimuovano immediatamente Giovanni Ricevuto dalla carica di Presidente della Provincia per violazione di principi fondamentali della Costituzione, alla quale egli ha giurato fedeltà. Il PdCI precisa, infine, che il documento con il quale sono state chieste le dimissioni di Ricevuto è sottoscritto dal segretario provinciale a nome di tutto il partito. La maggioranza che sostiene in consiglio l’attuale presidente della Provincia non gode, al contrario, buona salute. Essa si regge su sottili equilibri di potere e sul fatto che Alleanza Nazionale, fino a ieri partito “moralista” ed ora “garantista”, in seguito all’assorbimento da parte del Popolo della Libertà, non ha avuto il coraggio di passare dalle chiassate demagogiche in consiglio provinciale ad un atto concreto di sfiducia nei confronti dello stesso Ricevuto.(Antonio Bertuccelli, segretario provinciale PdCI Messina)