Se fosse quotata in borsa, Bluvia-Rfi avrebbe chiuso per eccesso di ribasso. In mattinata s'è guastato il "Tindari Jet", e i collegamenti hanno subito pesanti rallentamenti o totali

 cancellazioni che si sono ripercosse sui pendolari in disagi pesanti come un macigno. Non è un aliscafo qualsiasi il Tindari. Dopo l'incidente del Segesta nel gennaio 2007, e la "visita" di cura a Napoli del Selinunte tra luglio e ottobre 2008, il Tindari era rimasto l'unico dei tre mezzi di Bluvia-Rfi a fare la spola tra Reggio e Messina, senza avere mai problemi, miracolosamente, per tre mesi pieni (da inizio luglio, appunto, fino a inizio ottobre). Poche settimane fa è tornato attivo il Selinunte, che probabilmente sarebbe ancora ancorato in qualche molo del porto di Messina se non ci fosse stata, il 2 ottobre,la protesta dei pendolari dello Stretto che avevano bloccato proprio il Tindari: un aliscafo che, insomma, ne ha viste di tutti i colori e che, avesse testa per pensare, polmoni per respirare e cuore per amare, potrebbe scrivere un libro o fare la regia di un film dal titolo: "Nelle acque tra Reggio e Messina, ciò che non avreste mai immaginato". Oggi però ha mollato. Non ce l'ha fatta più, dopo tante estenuanti fatiche, s'è rotto le scatole di trasportare chiassosi studenti e assonnati lavoratori da un lato all'altro dello Stretto, combattendo con le correnti del mare e le intemperie atmosferiche, rare ma violente. E così adesso rimane in funzione solamente il Selinunte, l'aliscafo svegliato dal letargo estivo per mano dei pendolari rabbiosi……. (fonte tempo stretto P.C.)