di Salvatore Bonura

Chi fa impresa al Sud o rappresenta una porzione del sistema produttivo, dopo la manovra di bilancio del 2007, che ha penalizzato, in particolare, artigiani e autonomi, ci si aspettava ben altra musica dalla Legge Finanziaria appena sfornata dal Parlamento. L’attesa non è stata delusa non solo perché vengono ridotte le aliquote Irap e Ires, vengono mantenute le agevolazioni per la ristrutturazione degli edifici e il risparmio energetico, ma anche perché contiene misure che potranno incidere positivamente per incrementare l’occupazione e sostenere il sistema delle imprese. Tali misure sono: a) il credito d’imposta pari a 333 euro mensili per ciascun lavoratore incrementale assunto a tempo indeterminato nel 2008. Credito che si eleva a 416 euro in caso di assunzione di lavoratrici svantaggiate; b) il programma di stage retribuiti, destinato ai giovani laureati residenti nelle regioni del Sud; c) l’incremento del fondo di rotazione per il cofinanziamento dei fondi strutturali europei (di 9 miliardi di euro nel 2008), utile per la chiusura dei programmi 2000-2006 e per l’avvio dei programmi operativi. Un’altra misura particolarmente significativa è quella rivolta ai “contribuenti minimi”, vale a dire a quelle imprese con ricavi e compensi non superiori a 30.000 euro che non abbiano effettuato cessione all’esportazione, sostenuto spese per lavoro dipendente, collaboratori o associati in partecipazione e che non abbiano fatto acquisti nel triennio 2005-2007 non superiori a 15.000 euro. Il “contribuente minimo” che opterà per il cosiddetto forfettone, oltre a non avere nessun obbligo di registrazione delle fatture, dei corrispettivi, degli acquisti, della tenuta e conservazione dei registri, della dichiarazione e comunicazione annuale e della compilazione e invio degli elenchi clienti e fornitori, è esonerato dalla registrazione e tenuta delle scritture contabili, dalla comunicazione degli studi di settore e non è soggetto al pagamento dell’Irap. Quindi, sugli autonomi che hanno i requisiti per ricorrere al nuovo regime fiscale si applica sul reddito una aliquota del 20%che sostituisce IRPEF, IRAP e IVA. Appaiono, invece, timide e incerte le iniziative rivolte alla riduzione della spesa, comunque insufficiente ad invertire quella tendenza negativa che in Italia ha registrato una crescita di 4,6 punti della spesa primaria nei confronti del PIL nel periodo 2000-2006. Soprattutto di quella parte della spesa pubblica che riguarda il funzionamento della pubblica amministrazione, che è aumentata di oltre un punto nello stesso periodo. In questo senso anche il protocollo sul Welfare appare incapace di trovare soluzioni positive poiché contiene uno squilibrio strutturale della spesa sociale in direzione della spesa previdenziale e prevede discriminazioni tra lavoratori autonomi e dipendenti. Restano, inoltre, irrisolte le contraddizioni ormai croniche tra l’alto livello dalla spesa pubblica e la qualità dei servizi offerti. Quindi, il quadro di finanza pubblica che abbiamo di fronte non sembra poter delineare un contesto capace di favorire gli investimenti e la crescita. Pertanto l’impostazione della manovra 2008 rischia di influenzare negativamente le aspettative che imprese e cittadini nutrono nei confronti della politica tributaria, con effetti restrittivi sul livello dei consumi e degli investimenti e con la conseguente penalizzazione della crescita economica. L’interno di “Buona Sicilia”, il negozio di enogastronomia all’aeroporto Falcone-Borsellino Al Governo (a cui va dato atto di aver migliorato la situazione ereditata dal precedente: l’indebitamento – quello che secondo i criteri di Mastricht non dovrebbe superare il 3% – è disceso dal 4,4 al 2,3% e l’avanzo primario, che era praticamente sparito, è stato riportato oltre il 2%), si chiede di attivarsi non solo per la necessaria e indispensabile lotta all’evasione fiscale (evitando la criminalizzazione degli artigiani e degli autonomi che nella stragrande maggioranza sono contribuenti onesti), ma anche per una coraggiosa politica di riduzione graduale e costante delle aliquote che gravano su imprese e famiglie. Su questa questione occorre maggiore determinazione, così come occorre più coraggio sulle riforme istituzionali per debellare i problemi di un sistema politico bloccato che non garantisce stabilità, anche a causa di una pessima legge elettorale, che allontana i cittadini dalla politica, da quella politica percepita come qualcosa di piegato verso interessi che non sono quelli della collettività, ma della “casta”.