Nell’ambito del laboratorio gastronomico del Cous Cous Fest 2009 presentato dai giornalisti, Nino Aiello, Giancarlo Lo Sicco di Slow food e Laura Ravaioli conduttrice della trasmissione “Gambero rosso” di Sky 410, il dipartimento Azienda Foreste demaniali dell’assessorato regionale Agricoltura e Foreste presenterà, giovedì 24 settembre, alle 19, il “Cous Cous Dolce dello Zingaro”,  interpretato dal maestro pasticciere Salvatore Cappello. “La Sicilia – ha detto l’assessore all’Agricoltura, Michele Cimino, - è una regione in cui si sono stratificate storie, lingue e culture di tanti popoli. Anche la tradizione gastronomica dell’isola è frutto degli scambi e del dialogo con queste civiltà. Il cous cous è un piatto magrebino entrato a pieno titolo nella cucina trapanese e rivisitato secondo i sapori tipici della zona. L’assessorato che guido è impegnato fortemente, con tante iniziative, in un lavoro di recupero delle specificità locali e di valorizzazione di quel grande patrimonio agroalimentare di cui la Sicilia è ricchissima. Il Cous Cous Fest, alla luce dei successi ottenuti nelle precedenti edizioni, oggi è un’occasione importante per mostrare le nostre eccellenze alimentari”. Per Fulvio Bellomo, dirigente generale dell’Azienda , “l’iniziativa risponde all’obiettivo della Regione: salvaguardare l'ambiente quale volano di sviluppo del territorio e di tutte le sue espressioni, dall’arte alla storia, dalla cultura all’artigianato, dalla tipicità delle materie prime alla cucina”. “Oggi, lo rappresentiamo – aggiunge – con un dolce che esprime, in un mix inebriante di profumi, colori e aromi, una forte identità mediterranea”. “Si tratta di una terrina di cous cous aromatizzato agli agrumi – spiega lo scef Cappello -, con caramello croccante al carrubo, pistacchi di Bronte e more selvatiche, servito con zuppetta alla manna (dolcificante naturale estratto dalla linfa solidificata del “Fraxinus Ornus” che cresce nella riserva) e frutti della riserva dello Zingaro. Una ricetta preparata per esaltare i profumi e i sapori di un tempo”. “L’utilizzo di ingredienti così particolari - prosegue lo chef – lo rende un dolce ‘unico’ e ‘speciale’ perché rappresenta, da una parte il risultato di una costante ricerca nella scoperta e nell’utilizzo di piante tipiche dell’area mediterranea nell’arte dolciaria siciliana, dall’altro l’occasione per inventare, creare e proporre nuove ricette che ripercorrono quegli antichi sapori simboli di equilibrio tra uomo e natura”. (Stefania Sgarlata)