L’Incontro organizzato da Sicilia Mondo a Catania sul “Dialogo Interculturale” con il tema “CONOSCIAMOCI – per dialogare e costruire insieme un futuro di speranza”, si è concluso con un documento finale che propone una legge regionale sulla integrazione dei cittadini non comunitari. E’ stato un confronto a 360°, senza soste e fortemente partecipato,

che ha toccato tutto l’arco delle priorità migratorie, attualissime in Italia e in Sicilia. Dai temi sociali e politici del settore illustrati con professionalità ed esperienza dai relatori, alle priorità del momento rese vive dai numerosi interventi dei rappresentanti delle etnie che hanno raccontato i problemi reali della quotidianità, scandagliandoli dal basso. Dal di dentro. Ma con indicazioni, proposte e tante speranze. I lavori, presieduti da Francesco Attaguile, Responsabile del Dipartimento Regionale della Famiglia, sono stati aperti dall’arrivo dell’Arcivescovo Metropolita di Catania Mons. Salvatore Gristina che ha lodato l’iniziativa e rivolto parole di vivo incoraggiamento a lavorare insieme per una integrazione reale con quanti chiedono condizioni di vita e di solidarietà. Mimmo Azzia, Presidente di Sicilia Mondo, ha presentato con la sua introduzione l’impianto dell’incontro. Sono seguiti le relazioni di Lorenzo Prencipe, Presidente CSER, la lettura della relazione di Franco Narducci, Presidente UNAIE, il messaggio-relazione di Jean Leonard Touadi, la relazione di Domenico De Sossi, Presidente FUSIE, quelle di Saady Mohamed, Co-Presidente Nazionale Anolf, Francesca Cuffari per i giovani. Dopo la pausa per la colazione di lavoro, la seconda parte dell’Incontro è stata condotta dal Presidente Enzo Zappulla con una breve introduzione. E’ stata, quindi, la volta di Vangu Diwabua Nebaku, Presidente CIS, di Beniamino Sacco, Responsabile del Centro Accoglienza Spirito Santo di Vittoria, di Filippo Galatà, Presidente regionale giornalisti cattolici, di Antonio Lo Presti, sindaco di Militello Val di Catania, di Laura Bisso, Coordinamento giovani, di Stefania Bonifacio, giornalista, di Gianmario Gubbiotti, Presidente Tv Assisi for Peace, di Aboud Mohamed sindacalista (Marocco), di Fatima Lopez (comunità Capo Verde), di Manai Zahia (comunità tunisina), di Vasile Mutu, Presidente Associazione Concordia Rumena-Italiana, di Francesco Sanfilippo (Venezuela), di Badou Aliune, mediatore culturale (Senegal), di Amine (giovane Marocco), di Carmela Mammano, insegnante, di Vittorio Anastasi, Presidente Siracusani nel Mondo e di Luciano Luciani, Presidente Istituto Fernando Santi. Le conclusioni sono state di Mimmo Azzia e del Presidente della sessione pomeridiana Enzo Zappulla che ha letto lo schema del documento finale per una legge regionale sulla integrazione, approvato alla unanimità e con lungo applauso. Nel corso del dibattito non sono mancate le preoccupazioni sui provvedimenti restrittivi e penalizzanti del Governo, chiaramente lesivi dei diritti umani, con la conseguente regressione culturale della società italiana in un Paese che fino a pochi anni addietro era detentore di una lunga tradizione di umanesimo e di tolleranza. Si è accennato alle distorsioni e sottovalutazioni politiche del problema da parte del Governo, preoccupato più ad inseguire la ricerca del consenso che a guardare gli assetti reali della società italiana. Alimentando, così, la paura con una immagine distorta dello straniero identificato alla criminalità (la criminalità tra i non comunitari in regola non raggiunge il 2%). E’ stato dato ascolto a quanti sono ancora associati alla povertà ed alla esclusione sociale, alle paure delle famiglie già stabilizzate da anni, con figli scolarizzati e perfettamente integrati. Avevano cominciato ad amare la terra che li ospita, a sognare di restarvi, a sentirsi italiani. Una legge inequivocabilmente iniqua ed incivile ha fatto loro conoscere, dopo anni di insediamento, l’angoscia della insicurezza e le difficoltà dei ricongiungimenti familiari. Hanno parlato anche rappresentanti della numerosa galassia di uomini e donne che, nonostante l’emarginazione, hanno raggiunto “un posto a tavola”. In tutti l’aspirazione ad una integrazione alla luce del sole, per un diritto alla vita ed alla dignità, in un contesto di società civile dove la mancanza di “voce” e di “parità di diritti” è sempre deficit di libertà. L’Incontro era cominciato il pomeriggio del 24 aprile con uno spettacolo folk straordinario che le varie etnie avevano presentato come biglietto da visita e come messaggio di amicizia. A chiusura dei lavori, altri gruppi, nei costumi di origine, hanno voluto testimoniare la loro condivisione e gradimento sulle proposte dell’Incontro con uno spettacolo tutto di gioia, balli, musiche e festa. “CONOSCIAMOCI” ha registrato nella seconda ed ultima parte dei lavori un crescendo impressionante di partecipazione e di aspettative. Gratificanti le conclusioni. L’Assemblea ha recepito il messaggio della giornata passata insieme. Si è sentita coinvolta. Tutta. Perché in maniera improvvisa e contemporanea, tutti si sono alzati in piedi per dare la propria mano alla mano accanto. Hanno formato una catena umana di amicizia, di fratellanza e di impegno comune. Per dire che l’incontro tra uomini non può conoscere differenza di colore, di razza e di religione. Ma di convivenza pacifica e “gioia di stare insieme”. Per dire ancora: “CONOSCIAMOCI – per dialogare e costruire insieme un futuro di speranza”. Poi lo sventolio di bandierine delle varie etnie e di tantissimi Tricolori. Una magia.