(Antonina Cascio) - Il mare sbatte contro le pietre che l’Etna ha “sputato “ chissà quanti anni fa, sopra la spiaggia a Giardini Naxos.Dopo tre giorni faticosi, rumorosi,pieni di voci di giovani e non tanto, giorni di continuo movimento ,di attività e di scappate dei giovani nei momenti liberi verso i monumenti, i negozi, i bar, tutto quello che dà senso ad un viaggio cosi lungo e cosi unico

( cose da raccontare, esperienze nuove immerse dentro altre esperienze anche queste nuove, ma che ci vorranno alcuni giorni per poter chiarire e spiegare a quelli che non sono presenti ), dopo questi giorni giovanili, due giorni per pensare, sentendo il rumore del mare, a Giardini, lontano di Palermo. Lontano anche degli eventi, più facile il resoconto. Per noi, argentini(anche quelli di adozione) non soltanto i giovani, è stata una sorpresa. Al solito materiale de-prezzato, catalogato di meno dalle grandi potenze,il popolo argentino si è fatta? Come dicono alcuni o si è lasciato fare fama di superficiale ed ha sopportato con rassegnazione questa fama, scherzandoci ancora in maniera personale e tragicomica, per salvarne l’orgoglio. Invece l’Argentina si è sempre caratterizzata per le sue università organizzate allo stile europeo ma con l’apporto delle culture nuove, siamo un paese dove con grande sforzo e amore per la cultura ,per lo studio, per il conoscimento e la ricerca, è riuscito malgrado le lunghe dittature a mantenere questa situazione viva, in continuo movimento e crescita alla pari di altri grandi paesi dove la ricchezza egli sprechi hanno chissà Incentivato la poltroneria .I giovani argentini, a questo convegno USEF sono stati bravi, hanno fatto il loro migliore sforzo per farsi capire in italiano,in dialetto, in itagnolo che senza dubbio non è una lingua ma fu utile a far conoscere le loro capacità, i loro sogni, i loro progetti. Ed è ancora meglio capire che tutto fu il prodotto di un grande sforzo personale, ma non soltanto dei presenti al convegno. Tutta una squadra di membri USEF dell’Argentina, dai presidente dei circoli, ai compagni di commissioni, ai giovani di tutti i circoli,le mamme i padri, le sorelle, le amiche e le autorità argentini di diversi posti, tutti hanno collaborato, tutti sono stati solidali e generosi del suo tempo e del potenziale personale. Per mè, che nella voragine del lavoro di preparazione del convegno, non ebbi tempo di riflettere sulle conseguenze (per fortuna), la sorpresa è stata gratificante.Il fatto che ci siamo fatti capire e che siamo stati capiti, veramente mi apre un mondo di speranze per l’emigrazione, per ilfuturo del lavoro all’emigrazione.