SPECIALE 50° USEF

SALVATORE AUGELLO SEGRETARIO GENERALE - L’8 dicembre del 1970, a Palermo si riuniscono un gruppo di deputati regionali con lo scopo di dare vita ad una associazione che si occupasse dei siciliani sparsi per il mondo.

Il gruppo composto da deputati appartenenti ai vari partiti già di per se voleva essere un segnale che andava per scelta oltre i confini ideologici e/o confessionali e che voleva operare nella più ampia unità possibile ed auspicabile. Non a caso l’Art. 2 dello statuto approvato nell’assemblea costituente tenuta quell’08 dicembre de 1970, articolo che racchiudeva gli scopi dell’Unione, al punto a) recitava testualmente: “unire gli emigrati e le loro famiglie al di sopra di ogni credo politico o religioso, per garantire la difesa più efficace di tutti i loro diritti, sia come lavoratori che come liberi cittadini, in Sicilia e nei centri e Paesi di immigrazione”. Nasce quindi con l‘unità nel proprio DNA l’Unione Siciliana Emigrati e Famiglie (U.S.E.F.) e non a caso si chiama proprio Unione. In quella prima assemblea ad unanimità veniva eletto presidente dell’Unione l’On. Pompeo Colajanni che all’epoca già dimissionario dall’Assemblea regionale dove era stato per sei legislature, ricoprendo anche la carica di vice presidente dell’Assemblea. Quella unità auspicata alla nascita fu di breve durata, poiché subito dopo nacquero altre associazioni come la “Fernando Santi” del socialista On., Mazzaglia, mentre altre esistevano già, come la COES dei fratelli La Roca legata alla DC, la “Catanesi nel mondo” di Mimmo Azzia trasformata dopo in “Sicilia Mondo”, l’ANFE, l’AITAE-AITEF, il CRASES, il SERES, ed altre ancora. L’On. Colajanni andò avanti e cominciò la sua attività, rivolta all’Europa. Prime tappe furono senza dubbio le nazioni dove più numerose erano le comunità emigrate. In Svizzera si fecero accordi con la Confederazione Unitaria Emigrati Siciliani (CUES), allora presieduta da Cirino Caltabiano. La CUES fu la prima a formalizzare la propria adesione all’USEF. Altrove, ci si appoggiava alle associazioni culturale della FILEF della quale l’USEF era aderente dalla nascita. In Sicilia, intanto, continuava l’impegno dei vari politici per dare alla Sicilia una legge che si occupasse dei siciliani all’estero. A sollecitare soluzioni adeguate arriva la grande crisi energetica del 1973 che portò le industrie europee a rivedere la rispettiva organizzazione. Molte furono le espulsioni di operai dai processi produttivi. Parecchi di loro cercarono di tornare in patria per tentare di rifarsi una vita nella propria terra d’origine. L’accelerazione dovuta alla crisi, fece in modo che la Sicilia si dotasse di un a legge che dettava norme in materia di emigrazione. Una legge che fu sottoposta ad un lungo iter, reso ancora più lungo dall’impugnativa del Commissario dello Stato che impugnò tutti i capitoli che prevedevano aiuti all’estero e finanziamenti per le associazioni che operavano in mezzo alla comunità siciliana. Era febbraio del 1975, quando la legge con il numero 25 vide finalmente la luce e venne pubblicata sulla gazzetta ufficiale. Dopo l’assemblea costituente dell’08 dicembre del 1970 l’USEF non aveva ancora celebrato altri congressi, quindi organizzò il suo primo congresso nel dicembre del 1975 presso il Jolly Hotel di Agrigento. Al Dr. Natale Maltese, dirigente dell’Assessorato Lavoro ed Emigrazione, il compito di illustrare in quel congresso la neonata legge, cosa che fece dopo l’introduzione dell’On. Pompeo Colajanni. Dopo quel congresso, l’USEF cominciò a cercare di organizzarsi sia in Sicilia presso la sede di Via Mariano Stabile, dove operava già dal 1970, sia all’estero, contattando dirigenti già conosciuti e cercando di renderli attivi nell’organizzazione. Mi piace qui ricordare che la mia entrata all’USEF avvenne all’inizio del 1973, dopo che avevo già fatto una prima missione in Belgio nel novembre del 1972. Nel periodo 1975 – 1980 si fanno passaggi importanti all’inteerno dell’organizzazione. Al presidente Colajanni si affiancò un segretario generale, figura che spuntava per la prima volta, nella persona dell’On. Calogero Gueli di Campobello di Licata, eletto nel collegio di Agrigento. Fu una figura che durò poco più di un anno. Dopo alcuni mesi e dopo avere partecipato assieme a me al congresso della CARFILEF dipartimentale di Grenoble si dimise dall’incarico e quindi scomparì di nuovo la figura del segretario generale. La presidenza di Colajanni, sia per l’età dello stresso che per i molteplici impegni di cui era oberato, non poteva reggere. Dalla segreteria del PCI che allora aveva voce in capitolo nell’organizzazione dell’USEF, arriva la nomina a presidente dell’On. Santo Tortorici, ex deputato regionale e sindaco di Ribera. Siamo già nel 1979 ed è tempo di preparare il nuovo congresso dopo quattro anni dal primo, anche per dare maggiore consistenza al nuovo assetto. Il 20 luglio del 1980, il 2° congresso dell’USEF si tiene a Caltanissetta presso l’si intensifica il lavoro all’estero: un convegno in Svizzera diverse riunioni con le comunità siciliane in Belgio, dove si comincia a parlare della opportunità di fare nascere l’organizzazione, dopo che il circolo di Bruxelles aveva chiuso i battenti e nei locali si era insediato un altro ente. Siamo nel 1981. L’USEF ha messo radici in Francia dove raccoglie l’adesione del Cercle Franco-Itelien di Vaulx-En-Velin presieduto da Angelo Mancuso ed iniziano contatti con il Club Franco Italiano di St. Chamond presieduto da Vincenzo Forte a Colonia dove raccoglie l’adesione del circolo Rinascita. A Grenoble, dove risiede una grossa comunità di sommatinesi, continuano i contatti e gli incontri con la CARFILEF presieduta da Piero Farruggia, che fa l’adesione all’USEF. Nel 1981, succede a Grenoble un fatto che farà decidere l’USEF a prendere a prendere le distanze dei partiti, senza però snaturare la propria area di appartenenza. La presa di posizione serviva solo a reclamare la propria autonomia anche nel pensare l’emigrazione ed una politica che si adattasse alle problematiche della stessa. Da quel momento in poi, cominciammo a lavorare cercando di potenziare il ruolo dell’USEF in mezzo alle comunità, in perfetta equidistanza dai partiti. Nel 1981 intanto, dopo un lungo e paziente lavoro, dopo alcuni esperimenti a Chapelle ed a Wasmes dove si erano aperti i primi circoli USEF che purtroppo non durarono molto, a Montegnée vedeva la luce l’USEF in Belgio, che teneva il suo primo congresso costituente presso i locali della Leonardo Da Vinci di Seraing, dove avevamo anche tenuto convegni e conferenze. Fu un bell’inizio ed in quel congresso eleggemmo Angelo Mantione a presidente di quel circolo e poi lo avremmo anche nominato coordinatore per il Belgio. Diverse le iniziative portate avanti dalla conferenza sulla pace e contro i missili, sul ruolo delle consulte regionali, sul ruolo dell’associazionismo, sull’assistenza all’estero ed altre. Mentre un altro circolo nasceva a Tilleur e nel 1984 si apre il circolo di La Louviere. In seguito raccoglieremo l’adesione di un circolo a Bruge ed uno ad Anversa, adesioni che non durano molto. Si comincia a pensare alla possibile applicazione della legge 55/80 che aveva sostituito la legge 25 del 1975. Diversi i miglioramenti che la rendevano appetibile e diverse le attività previste, solo che occorreva sperimentarle fino in fondo per capire se erano realizzabili. Si mise in moto la richiesta di mutui sia per la prima casa che per le attività produttive pratiche nelle quali l’USEF era in cima alla lista per quantità. Inaugurammo e sviluppammo una importante politiche di alleanze che ci portò a fare accordi con il PSB belga e con i sindacati. Questo ci permise di inaugurare la nuova politica dell’USEF che usciva da una politica fatta da qualche riunione e da qualche conviviale, per dare la veste di associazione attiva che lavorava per rendere le comunità protagoniste nel tessuto sociale che li accoglieva. Convegni si fecero e si avviarono iniziative in favore del voto amministrativo all’estero, siamo stati presenti nei comitati consultivi (Co.Co.Co.) e poi nei COMITES e nel CGIE, siamo l’unica associazione che può vantare la presenza di consiglieri comunali e di qualche assessore nelle amministrazioni in comuni del Belgio e della Francia. Intanto l’USEF celebrava il 3° congresso presso l’Hotel Akrabello di Agrigento nell’agosto del 1983 approfittando della presenza di parecchi emigrati per le ferie estive. Quel congresso confermò alla presidenza l’On. Tortorici. Si andò avanti con le attività ma anche con lo studio approfondito della nuova legge per vedere di sperimentarne l’efficacia e l’applicabilità. Era STEMMBRE del 1985, quando tra mille difficoltà decidemmo di avviare la prima attività culturale all’estero. La cosa fu possibile per la disponibilità di un gruppo di giovani di Montedoro facenti parte del “Laboratorio Teatrale il Lungo Viaggi”, guidato da Peppe Piccillo, Salvatrice Morreale e Pietro Petix. Che si impegnarono per portare in scena “La Giara” di Pirandello. In quella prima esperienza, raggiungemmo Vaulx-En-Velin nella zona di Lyon dove abita una grossa comunità di Montedoro e dove riscuotemmo un gran successo. Da li raggiungemmo anche Fontaine in zona di Grenoble a beneficio della comunità di Sommatino e di San Cataldo. A gennaio 1986, in vece fu la volta della Svizzera, sempre con lo stesso gruppo, dove realizzammo attività a Basilea ed a Ginevra. Ma il 1986 fu anche l’anno dell’ulteriore svolta dell’USEF. Accuratamente preparato, si tenne a marzo il 4° congresso generale dell’UASEF nelle sale del Palais de Congré di Liegi. Un congresso che durò tre giorni e che alla fine approvò il nuovo statuto e diede nuovamente vita alla figura del segretario generale. Da allora divenni segretario generale dell’USEF mantenendo la carica fino ad oggi. Ad agosto dello stesso anno, mantenendo un impegno assunto in Belgio, sperimentammo la prima colonia per figli di emigrati. Non sapevamo come sarebbe andata, per cui come mezzo di trasporto scegliemmo il treno e facemmo un accordo con i Valdesi, che ci mettevano i locali di Via Evangelista Di Blasi a disposizione, con il loro personale e li avremmo pagati quando la regione ci liquidava l’iniziativa. Il 2 agosto del 1986, giunsero alla stazione centrale di Palermo un gruppo di 29 ragazzini e ragazzine, al seguito di tre eroici accompagnatori: Carmelina Chiodo, Giuseppina Stuto e Calogero Cino. Con il pulmino dei valdesi raggiungemmo la stazione dove sul marciapiede dei binari, attorno ai loro bagagli ed a quello che restava delle provviste che si erano portate appresso per cibarsi durante il viaggio, tenendo bene in vista un cartello dove era scritto “USEF”, stanchi con i segni visibili del lungo viaggio. In Via Evangelista Di Blasi dove li portammo subito, tutto era pronto per accogliere i piccoli ospiti. Fu una esperienza esaltante seguita da vicino anche dall’Assessorato, poiché quella prima volta era tutta da scoprire per tutti. Intanto, da tempo da Via Mariano Stabile ci eravamo trasferiti in Salita Santa Caterina, dive intensificammo le nostre attività. Potenziammo il periodico dell’USEF “EMIGRAZIONE SICILIANA” nato nel 1981 e fu uno strumento importante che ci accompagnò fino al 2009, quando per motivi economici fummo costretti a passare sul web, cosa che stiamo facendo fino ad ora e che speriamo di continuare a fare. Venne intensificato il lavoro delle colonie e dei campeggi nel tempo sono venuti in Sicilia ragazzi dalla Francia, dalla Germania, dal Belgio, dal Canada, dall’America del Nord, dall’Argentina, del Cile e dalla lontana Australia. Parecchie centinaia di ragazzi che hanno potuto godere dei nostri programmi improntati alla cultura, all’incontro con la terrea d’origine e con le istituzioni, all’integrazione tra ragazzi provenienti da realtà diverse, che avevano in comune solo un’origine siciliana. Bella e piena di soddisfazione l’iniziativa, della quale ancora oggi i partecipanti si ricordano. Un’attività che creo indissolubili legami di amicizia, piccoli amori, ma soprattutto aumentò la credibilità ed il prestigio dell’USEF. Altri ne tempo hanno seguito il nostro esempio. Sicilia Mondo che alla seconda esperienza rinunciò a continuare; i Siracusani nel Mondo, Le Acli, ed infine, dopo l’uscita di Tortorici dall’USEF ed il suo passaggio all’AITEF-AITAE, anche questa associazione cominciò a realizzare le stesse attività. Certo ognuno programmava secondo il proprio metodo, ma ho la presunzione di affermare, che solo l’USEF utilizzò il metodo che portava a vedere le iniziative come strumento di educazione alla sicilianità, di cultura, di conoscenza del territorio, di approccio con le radici, tutte attività presentate spesso con veste ludica ma molto efficace. I congressi si succedevano con celerità, dal congresso di Liegi de 1986, passammo ai congressi del 1989 tenuto a Mondello, del 1993 al Jolly hotel di Palermo; del 1997 e del 2000 tenuti nella cornice dell’hotel President di Palermo. In quello del 2000, celebrammo anche il 30° anniversario della fondazione. Nel 2004 fu la volta del congresso tenuto a Porto Empedocle presso l’Hotel Tiziana, mentre tornammo al President di Palermo per l’11° congresso celebrato nel 2008. Nel 2010, anticipammo il 12° congresso ad aprile, per celebrare anche i 40 anni di attività dell’USEF, nella superba cornice della Sala Gialla Del Palazzo dei Normanni sede del Parlamento Siciliano ed in quella di Villa Niscemi, la sede di rappresentanza del Comune di Palermo. Intanto, importanti sviluppi si erano avuti nella vita e nelle attività dell’USEF. Nel 1992, l’USEF dopo essersi ingrandita in Canada, rivolgeva la propria attenzione alle comunità residenti in America Latina. Nel mese di febbraio una delegazione guidata dal segretario generale alo quale si univano il m Prof. Peppe Piccillo dirigente dell’USEF e del CIES, Filippo Greco dell’USEF di Agrigento e Giacomo Firetto in rappresentanza dell’Assessorato. In Argentina operavano già i circoli USEF di Buenos Aires presieduto da Giuseppe Marsana e quello di Rosario presieduto da Salvatore Iannelli. A coordinare l’USEF in Argentina era stata chiamata Maria Rosa Arona. Dopo una serie di interessanti iniziative, la delegazione passò in Cile dove già era attivo sia un circolo USEF che il circolo ASSIC entrambi presieduti da Amedeo Castello. Fu un importante salto di qualità che non solo ci permise di ingrandire l’associazione, ma principalmente ci permise di allargare la conoscenza delle varie facce di una emigrazione che sia allora che oggi pone diversi interrogativi su come affrontare le varie realtà di una realtà migratoria spesso costretta a fare i conti con frequenti crisi e con legislazioni diverse. Sempre nel 1992 raggiungemmo anche gli Stati Uniti, dove il segretario generale tenne una importante conferenza con un gruppo di associazioni siciliane e rilasciò una intervista alla radio, dove presentò l’USEF, il suo scopo sociale, le attività svolte, parlando anche di progetti futuri. Nel 1994 fu la volta del convegno di Stoccarda, dove lanciammo la parola d’ordine che l’emigrazione era una grande risorsa. Idea rilanciata a Palermo in un convegno organizzato dall’ANFE, dove il segretario generale dell’USEF venne chiamato a relazione sulla risorsa e sulla necessità di aggiornare la legge 55/80. Nel 1999, invece, in Australia a Sidney dove erano già operosi alcuni circoli che aderivano all’USEF rappresentata in quella nazione da Vincenzo Licata che teneva i contatti con i vari circoli, fu la volta del convegno dal titolo “Fare impresa in Sicilia”, ad opera de segretario generale e di Salvatore Bonura componente della segreteria USEF e dirigente della CNA. Una associazione a tutto campo, quella nella quale era venuta trasformandosi l’USEF che aveva circoli in diverse parti del mondo e che in Sicilia si occupava anche di immigrati. L’USEF, infatti fu la prima ad aprire un centro di prima accoglienza ad Agrigento e poi a Palermo, a Siracusa, a Gela. A tenere aperto il centro polivalente di Palermo dove si facevano corsi di italiano per emigrati, sportello assistenza per la gestione delle leggi sull’immigrazione, corsi di doposcuola per favorire l’inserimento dei figli degli immigrati nel sistema scolastico italiano. Corsi che si fecero anche all’interno delle scuole palermitane. L’USEF ha spaziato tra le attività culturali, i convegni, le colonie, i campeggi, i turismi sociali, l’assistenza agli immigrati, facendo da battistrada in diversi campi e cercando sempre di migliorare la qualità dei servizi offerti, anche con l’ausilio di accordi di collaborazione stipulati con enti vari. Possiamo affermare con orgoglio che abbiamo passato questi 50 anni, svolgendo un lavoro importante che ci viene riconosciuto in tutto il mondo ed un poco meno in patria. Ora siamo impegnati nel cercare di rinnovare l’associazione coinvolgendo i giovani. Alo momento possiamo contare su gruppi giovanili che si stanno organizzando in Argentina, stiamo ripigliando le attività in Svizzera potendo contare sul contributo di un giovane come Salvo Buttitta che ha già iniziato a riorganizzare l’USEF partendo da Basilea. Sul versante dell’unità del movimento, abbiamo ridato nuova vita al Coordinamento delle Associazioni Regionale Siciliane dell’Emigrazione (CARSE) dove confluiscono le associazioni regionali esistesti e dove stiamo cercando di inserirne di nuove sparse per il mondo, con l’ausilio delle associazioni tradizionale storiche, tutte presenti nel CARSE. Concludendo, stiamo cercando di rilanciare una politica dell’emigrazione in Sicilia, dove gli emigrati sono stati dimenticati da troppi anni e dove al momento non esiste ombra di una politica che si occupi dei siciliani all’estero. Ce la faremo? Non possiamo dirlo, quello che possiamo dire e che continueremo a mettere su questi nuovi obiettivi tutto il peso dell’USEF e dei suoi gruppi dirigenti sparsi per il mondo, perché la Sicilia torni ad occuparsi dei suoi figli all’estero da troppo tempo abbandonati.