(SA) - Qualcuno pensa sia pura retorica festeggiare il 25 aprile festa della liberazione, altri non sono d’accordo alla celebrazione dei valori della Resistenza Italiana intimamente legati alla liberazione dell’Italia dall’oppressione nazifascista, altri ancora si dividono per evitare commistioni tra opinioni e orientamenti diversi sull’avvenimento. A noi piace ricordare che la festa della liberazione, non è una data sterile dove ogni anno si replica la solita routine con la solita corona ai caduti, la visita a qualche monumento, la rievocazione meccanica di luoghi ed avvenimenti. La festa della liberazione, per quel che ci riguarda, è la somma di tanti sacrifici di un popolo sopportati per affrancarsi dal cancro del fascismo e dalla tragedia del nazismo. Il ricordo di migliaia di giovani che sacrificarono la loro vita nel nome di un ideale: il bene supremo della Patria; la conquista di valori quali: la libertà, la democrazia, la prospettiva di una vita migliore in una società più umana e più giusta. Se letti sotto questa ottica, allora conservano intatto il loro valore ed il loro significato, luoghi come le Fosse Ardeatine trasformate in fossa comune dalla barbarie hitleriana e dalla complicità dei gerarchi fascisti italiani. Restano pregni di storia e degni di eterno riconoscimento i martiri di Marzabotto, Grizzana Moranti e Monsuno che complessivamente piangono 955 vittime a cui vanno aggiunti altri 721 morti per cause varie di guerra. Una strage che viene comunemente ricordata come strage di Marzabotto o eccidio di Monte Sole. Conserva intatto il suo eroismo il vice brigadiere Salvo D’acquisto che si immolò a soli 23 anni per salvare la vita di 22 cittadini che le SS volevano uccidere per rappresaglia, “legittimati”, si fa per dire, da un’ordinanza emanata dal feldmaresciallo Kesserling. Tanti altri esempi si potrebbero citare, esempi racchiuse nelle lettere dei condannati a morte della resistenza, delle lunghe liste esposti nei comuni italiani e nei monumenti ai caduti disseminati sul territorio nazionale, che ricordano i tanti caduti di una guerra, voluta dalla megalomania di due dittatori o anche tre, se si aggiunge a Mussolini ed Hitler anche Fancisco Franco che occupava il potere in Spagna. Una guerra avallata da un debole re d’Italia discendente di casa Savoia, che non seppe o non volle opporsi al fascismo. Questo condensato di valori, oggi racchiude la festa della liberazione, valori non solo rimasti immutati dopo 72 anni, ma da salvaguardare in un momento travagliato dagli avvenimenti politici attuali che attraversano l’Europa ed il mondo intero, compromettendo quei valori ottenuti al prezzo di tanto sangue versato, di tante vite umane spezzate. Oggi molto cose vengono messe in discussione: la pace, con tutte le guerre a cui siamo costretti ad assistere nei paesi del medio oriente, la necessità di fare fronte al terrorismo che vorrebbe condizionare la vita di tutte le persone, avvalendosi della spregiudicatezza di gente che si scopre in un modo o nell’altro ha pendenze giudiziarie e giustifica la propria sete di vendetta contro tutto il mondo, spacciandola per affermazione di una religione che non detta certo messaggi di morte. Valori, messi in discussione da un dilagante populismo che raccoglie il malcontento delle persone imputabile al perdurare di una disastrosa crisi economica dalla quale non si intravede ancora la fine. Malcontento derivante anche da politiche di austerità, che non aiutano la ripresa e la necessaria creazione di posti di lavoro e di progresso. Valori messi in bilico da personaggi come Tramp e Kim Jong-un, come Marine Le Pen e Salvini, come Grillo ed altri che trovano terreno fertile nella necessità della gente di reclamare un cambiamento, che sicuramente non verrà ad opera di queste persone, ma che potrà ottenersi solo se restiamo saldamente ancorati a quei valori di democrazia, di libertà, di uguaglianza, che erano e restano i pilastri portanti sia della costituzione italiana così come l’hanno voluta i padri fondatori della Repubblica Italiana, sia come sono ancora contenuti nel così detto manifesto di Ventotene che rappresenta la carta fondante dell’Unione Europea, che va valorizzata e riempita di nuovi contenuti per accelerare un nuovo processo politico che deve portare ad una Europa dei popoli, dove ognuno deve potere trovare la propria collocazione nel rispetto delle diversità certamente, ma con valori condivisi dai quali non si può prescindere, a partire da una preso di coscienza di quanto avviene nei paesi del medio oriente, che non solo sono teatro di guerre infinite che generano il grande esodo di popoli da tempo in atto, ma sono anche cultori di quel terrorismo che vorrebbe imporre le proprie idee al mondo civile. Tutto questo è motivo di riflessione nel momento in cui si celebra la festa della liberazione, che, ripetiamo, conserva intatto tutti i valori ed i sacrifici che in essa sono contenuti e che vanno ad ogni costo salvaguardati. (Salvatore Augello)